18.

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"Hai proprio un bel visino, sai?" Si stese accanto a me e continuò ad accarezzarmi il volto.
"Non toccarmi." Cercai di stare il più lontana possibile dal suo tocco.
Si fermò un attimo e mi guardò. Ammiccò nuovamente uno di quei sorrisi fastidiosi.

Subito dopo mi salì addosso e si fiondò con le labbra sul mio collo.
"Leonardo, che cazzo fai?" Urlai.
Iniziai a scuotermi cercando di togliermelo di dosso ma lui mi prese la testa e la fermò. Mi leccò il collo e lo morse più volte.
Strinsi gli occhi. "Mi fai male, fermati!"
"No, stai ferma tu." Mi fulminò con lo sguardo. "Ti lascerò dei segni che ti faranno per sempre ricordare di me. Sia a te, che al tuo ragazzo."
Così riabbassò il capo e riprese a mordermi il collo. Stava cominciando davvero a farmi male e cercavo di non parlare per evitare che si incazzasse di più.
"Brava bambina." Continuò lui. "Ora ti darò un premio."
Si leccò le labbra e mi baciò con forza. Mi catturò un labbro ed io non persi tempo a morderlo così forte da sentire il sangue sulla mia lingua.
"Stronza!" Gridò alzandosi.
Si portò una mano sulla bocca sanguinante e si diresse verso il bagno.
Mi pulii la bocca con una spalla e sputai tutto il sapore disgustoso che si trovava nella mia bocca.
Lo sentivo parlare e imprecare dal bagno ma non mi importava, non doveva permettersi di baciarmi.

Alcuni secondi dopo tornò in camera e mi fissò. Il suo sguardo era cattivo. I suoi occhi azzurri sembravano più scuri  e cominciai ad avere davvero paura.
Prese il suo telefono e passò le dita veloci sul display. Lo portò all'orecchio.
"Fede?." Disse.
Cominciò a camminare avanti e indietro. "Si, sono qui."
"Ancora nessuna traccia di Sodano, però ho la sua ragazza in ostaggio." Continuò a parlare contro il telefono.
"Tranquillo, sai benissimo che so fare il mio lavoro." Sospirò. "Ucciderò Sodano e poi verrò."
Chiuse la chiamata e guardò il mio sguardo pieno di stupore.

"Credevi che lo avrei lasciato vivere?" Mi ringhiò.
Si avvicinò al letto. "E non avrò nemmeno pietà di te." Mi guardò serio. "Non dopo quello che mi hai fatto."
"Leonardo-" Mi interruppe.
"Ti ho concesso fin troppo." Alzò una mano per zittirmi.

Si mise a cavalcioni.
"Farò di te il mio oggetto di piacere." Sussurrò al mio orecchio.
"No ti prego." Mi dimenai sotto il suo corpo.
Prese la mia maglia e la strappò con forza dal mio colletto fin sulla mia pancia.
Cominciai a tremare e un nodo si creò nella mia gola.
Passò le sue labbra sul mio collo e le fece scendere fin sulla mia scollatura.
"Sei fantastica." Ripeteva strusciando il suo viso sui miei seni.
"Lasciami." Cominciai a piangere. "Non toccarmi."
Mi sbottonò i jeans e me li abbassò subito dopo.

"Preparati alla tua miglior scopata, piccola." Disse fiondandosi nuovamente su di me.
Scese a baciarmi la pancia quando le lacrime ormai avevano colmato il mio viso.
"Ti prego." Continuai a ripetere anche se lui non mi ascoltava.
La mia mente era un groviglio di pensieri e di preoccupazioni. Non volevo perdere la mia verginità così, non volevo sentire male, non volevo che tutto questo accadesse a me come a nessun altro.
'Daniele, dove sei?' Pensai. 'Ho bisogno di te.'

* * *

"Senza di te non so come avrei fatto." Disse Jacopo baciando dei fogli che teneva tra le mani.
"Sono o non sono il migliore?" Lo guardai.
"Questi documenti valgono milioni di euro." Li poggiò sulla scrivania. "Verrai ripagato bene."
"Lo spero bene." Risi.
Rise anche lui e aprì un cassetto della sua scrivania in legno massiccio. Ne estrasse una busta bella doppia e me la poggiò sotto gli occhi.
"Questi sono tuoi, poi per Lorenzo e tuo fratello ho un'altra paga." Disse.

Venimmo interrotti dal suono del mio telefono.
Lo sfilai dalla tasca. "Parli del diavolo." Risi. "È Lorenzo."
"Fai pure."
Passai il dito sul display e risposi. "Si?." Dissi contro l'apparecchio.
"Dani, Giuli è con te?" Mi chiese.
"No, sono da Jacopo." Mi bagnai le labbra. "Tra poco la raggiungo, perché? Ci sono problemi?"
"L'ho chiamata e non risponde." Sentii la sua voce preoccupata.
"Hai provato a casa?" Mi alzai infilando la busta dentro la giacca.
"Il telefono è staccato."
"Cazzo, ora ti richiamo." Chiusi velocemente la chiamata.
"Tutto ok?" Mi chiese Jacopo notando la mia preoccupazione.
"La sorella di Lorenzo, credo sia in pericolo."
"Portati qualche uomo, potrebbe aiutarti." Disse lui.
"No, faccio da solo. Grazie." Dissi prima di lasciare il suo studio.

Yolown    ||Zoda||Where stories live. Discover now