I TUOI ABBRACCI DOLCI

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Chissà il perché di quella proposta...In fondo io sono solo una persona alquanto banale, che annoia tutti con le sue continue riflessioni e pensieri stupidi, detti in momenti non opportuni.
Nella mia mente circolava un via vai di frasi e considerazioni...Perché avrebbe voluto sposare una come me?Io sono come la canzone del momento che ti scarichi nel cellulare. All'inizio mi ascolterai tremila volte al giorno, per tutti i giorni. Diventerò come una droga per te. Poi, dopo un po', ti stancherai, perché succede sempre così quando ascolti solo una canzone, sempre. Stesso ritmo, stesse parole, stessa melodia. Non ti piacerò più come prima. Uscirà una nuova canzone. Mi dimenticherai, e piano piano, mi eliminerai dalla tua playlist. Succederà così. Ma spero che, un giorno, quando sarai in un bar a sorseggiare un caffè, mi metteranno alla radio, e tu ti ricorderai tutti i momenti passati insieme, e avvertirai quella malinconia, quel tipo di sensazione che tu solo potrai comprendere.
Chissà cosa avrebbe risposto, chissà cosa pensava di me, se sapeva quello che ero, quello che provavo.
-"amore ma perché ieri sei scappata così dalla festa?
Silvia mi ha detto che ti ha cercato con Lojo per tutto il locale..."
Disse Fabio stringendomi dolcemente.
-"C'è solo una cosa che vorrei dirti, ora che ci penso. Una cosa che non ho mai detto a nessuno e che vorrei che tu sapessi. Ti ricordi quella volta che ci siamo ubriacati e io sono scoppiata a piangere? Tutti pensavano che fosse colpa dell'alcool. Ieri è stato uguale...a qualcuno avevo detto che era stato quel mio amico a farmi piangere. Avevo detto che ero come una che va dal fruttivendolo e potrebbe avere tutte le mele del mondo, ma si mette in testa che vuole QUELLA mela marcia e delle altre non gliene importa più niente. E la mela marcia eri tu.
Ma non ho pianto per questo, no. Non l'ho mai detto a nessuno. Ma ti ricordi quella notte, dopo il bagno nel mare gelato che tu mi avevi stretta all'improvviso? Mi avevi avvolta con il tuo asciugamano e mi avevi abbracciata come se non mi volessi lasciare più. Ho pianto perché ho capito che quell'abbraccio mi sarebbe mancato per sempre quando me ne sarei andata...Perché la mela marcia, prima o poi, ti avvelena."
-"io non smetterò mai di stringerti, di toccarti, di segnarti, di amarti..."
-"e come lo sai che non ti stufi di me? Dei miei sbagli, dei miei scherzi, dei miei errori..."
-"Amore...perché è così  bello quando mi stringi un po' più forte e so che, anche se non hai nulla che non va, è per avermi più vicino.
Non sai parlare: balbetti, arrossisci e stai zitta ma i tuoi gesti sono arrivati forte e chiaro; come quando io sproloquio e mi guardi  con gli occhi belli, di quell'acqua di notte scura.
Poi Mi fermo d'improvviso e ti chiedo se c' è stato qualcosa di sbagliato...però abbassi sempre lo sguardo negando con imbarazzo, di quello di una bimba trovata con i tacchi della mamma.
È così bello saperti leggere, saperti a memoria e sapere che un solo, piccolo, mio passo verso di te ti farebbe la persona più felice.
Bello: tenerti tra le mie braccia gracili e farti sentire forte.L'amore ha forza maggiore.
E forse tu non l'hai ancora capito che quando mi abbracci non devi lasciarmi piu? Quando mi abbracci devi stringermi forte, piu forte che puoi, devi togliermi il respiro e non lasciarmi piu. Voglio starmene lì, tra quelle due braccia che mi fanno sentire al sicuro, che mi fanno sentire protetto, protetto da tutti e da tutto. Che possono esserci anche 40 gradi sotto lo zero e io tra quelle braccia non riuscirei a ghiacciare. Abbracciami ti prego. E.. non lasciarmi più quando lo fai."
Sorrisi un poco, prima di cadere tra le sue braccia forti che mi accudivano e stringevano ancora.
-"Perché hai bevuto ieri?"
Mi disse facendomi alzare gli occhi fino ad incrociare i suoi...
-"Vedi, ogni sorso di liquore che tu bevi, uccide mille cellule del cervello. Ma questo non importa perché ne abbiamo miliardi di altre. Prima muoiono quelle della tristezza, per cui ti fai una gran bella risata. Poi se ne vanno le cellule della calma, e così tu cominci a parlare a voce molto alta anche se non hai nessun motivo per farlo. Ma questo va bene, perché le cellule stupide se ne vanno subito dopo, così dici cose intelligenti. E alla fine tocca alle cellule della memoria, che sono figlie di puttana dure a morire..."
-"non devi amore..."
-"perché?"
-"A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, era uno dei classici bulli, teneva sempre le cuffie, le felpe con il cappuccio e gli occhiali da sole per farsi figo.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, consegnava sempre i compiti in bianco ma guardava in maniera contorta la professoressa di italiano.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, rimaneva a scuola dopo l'orario d'uscita e io ed i miei compagni, soprattutto Checco, eravamo preoccupati per la prof.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, girava di notte e rubava alla cassa dalla farmacia.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, venne un giorno con una collana da donna, aveva sicuramente stuprato qualcuna e si era tenuto il ricordo.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, pedinava sempre un ragazzino più piccolo.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, faceva le risse e tornava a scuola pieno di lividi.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, era magrissimo perché si drogava e chissà cos altro faceva.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco,un giorno non venne.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva
sempre all'ultimo banco, lo odiavamo.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, era uno a cui nessuno aveva mai dato ascolto.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, teneva sempre le cuffie per non dover sopportare il rumore del mondo, e le felpe e gli occhiali per non mostrare quel viso che odiava.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, che consegnava sempre i compiti in bianco, ma tramava qualcosa con la prof di Italiano.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, che restava sempre a scuola dopo l'orario d'uscita, e lo faceva per far leggere le sue poesie e i suoi temi da 10 alla prof di italiano.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, girava di notte per rubare in farmacia si, ma non i soldi, ma le medicine per la sua sorellina malata.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, venne un giorno con una collana da donna, gliel'aveva fatta la sua sorellina per ringraziarlo delle medicine.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, pedinava sempre un ragazzino più piccolo, perché era affetto da asma e non voleva gli prendesse un attacco mentre tornava a casa.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, faceva le risse ed era pieno di lividi, le faceva con suo padre che lo picchiava perche era troppo ubriaco per riconoscere suo figlio.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, era magrissimo perché non mangiava, era anoressico e voleva morire.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco, un giorno non venne. Sua sorella morì, e lui volle seguirla.
A scuola c'era un ragazzo che sedeva sempre all'ultimo banco.
Avevamo incominciato ad amarlo, ma lo facemmo troppo tardi."
-"Oh...non proverò più a dimenticare..."
-"Tu devi vivere principessa...posso amarti?"
-"Devi salvarmi, devi amarmi..."

SEI LA MIA DISTRUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora