Capitolo dieci.

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Quando arrivai a casa tirai un sospiro di sollievo constatando che Vanessa non era in casa e, dopo essermi fatta una doccia per alleviare lo stress -sopratutto per levare il puzzo di alcol dai miei capelli- mi infilai il pigiama ed andai dritta in camera mia, infilandomi poi sotto le coperte e cercando di prendere sonno.

Non ci riuscii a causa del turbine di pensieri nella mia testa ed ovviamente, venti minuti più tardi, la porta della mia stanza si spalancò rivelando una Vanessa tutta pimpante ed euforica.

"Jared mi ha baciata!" strillò lei buttandosi sul mio letto.

Jared era un ragazzo/uomo di ventotto anni che aveva conosciuto su un sito d'incontri una settimana fa e, nonostante non fossi una che amasse gli appuntamenti al buio, ero davvero felice che le cose per Vanessa stessero andando alla grande. Almeno una delle due era fortunata in amore.

Dopo che mi ebbe raccontato ogni minimo dettaglio della loro serata alla rosticceria in fondo alla strada, Vanessa notò il mio aspetto.

"Oh Santo Dio, hai due occhiaie da far paura. Ma che succede?"

Scrollai le spalle "Niente d'importante."

Lei fece una smorfia "Perchè hai smesso di parlarmi dei tuoi problemi? Non ti fidi più di me?" sembrava delusa, probabilmente lo era e non potei fare a meno di sentirmi in colpa.

Presi un lungo respiro e mi decisi a raccontarle tutto, almeno in parte, escludendo il problema con mia madre. Quando finii di raccontarle ciò che ci eravamo detti poche ore prima nel parcheggio, non riuscii a trattenermi e scoppiai a piangere tra le braccia di Vanessa, dandomi dell'ingenua ad alta voce.

"Shht." mi disse lei mentre mi accarezzava la schiena "Non è colpa tua, è stato lui a dare segnali troppo ... spinti."

"Dovevo aspettarmelo dall'inizio e stare attenta, invece ora mi ritrovo qui a piangere per l'umiliazione subita e ..."

"E cosa?"

"Non importa.." sussurrai.

"Puoi anche non dirmelo, ma ci sono arrivata da sola, sai? Ti piace, ed è normale."

"No, non è vero non mi piace! Non lo conosco nemmeno!" dissi, sapendo benissimo che c'era della menzogna in quelle mie parole.

"Non devi per forza conoscere ogni dettaglio di una persona per far si che ti piaccia. A volte bastano solo piccoli gesti e bam! L'incantesimo è fatto. Non è una cosa di cui vergognarsi, sei umana e come tale è normale provare questi tipi di sentimenti verso persone stronze ma bellissime."

Le sorrisi debolmente e poggiai la mia testa sulla sua spalla "Ho confuso la sua gentilezza con qualcos'altro. Stupida stupida!"

"Sono successo cose peggiori al mondo Irina." cercò di tirarmi su di morale Vanessa.

"Oh, infatuarsi del proprio capo la prima settimana di lavoro e dirgli in faccia di voler essere baciata da lui e poi essere derisa ed umiliata?"

"Detta così suona proprio orribile."

"E' orribile infatti."

"Non preoccuparti, passerà prima o poi."

"Speriamo prima che poi." borbottai.

[..]

La mattina dopo mi svegliai distrutta, apatica e perennemente sull'orlo delle lacrime. Avevo un aspetto a dir poco orribile e trasandato ed in più i miei occhi erano gonfi e rossi, rendendo il tutto ancora più inguardabile. Così mi truccai più del solito -appesantendo i miei occhi con ombretto nero ed eyeliner- e, per qualche strano motivo, mi diedi una bella ed abbondante passata di rossetto rosso accesso sulle labbra. Quando guardai il risultato finale allo specchio sorrisi ampiamente: sembravo molto più carina e le occhiaie erano sparite.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 14, 2015 ⏰

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