Capitolo sette.

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"Ma ne hai bisogno."

Sono confusa: pensavo che, dopo la sfuriata a Monique e il modo aggressivo e poco gentile con cui mi ero rivolta ad Harry, lui se ne sarebbe andato pensando che ero poco matura, ingenua ed arrogante.

Ma allora perchè era qui e mi stava offrendo aiuto? Sicuramente non era cosciente di quello che stava facendo o forse mi considerava una stupida e bisognosa d'attenzioni; ma non volevo la sua pietà, non mi sarei mai fatta prendere gioco di me e sopratutto non mi sarei umiliata davanti a lui con i miei problemi.


"Chiamerò un taxi." dissi spostando lo sguardo sulla strada "Si è fatto tardi e sono stanca."

"Irina, non è un buon posto questo, lo sai."

Fissando quegli occhi verdi straordinari, mi resi subito conto che prima d'ora non mi aveva mai guardato così. Poi capisco il perchè: Harry non ha mai provato preoccupazione per me, fino ad ora. Se non fosse Harry Styles, penserei che è davvero preoccupato per me, ma è esattamente Harry Styles, e l'unica cosa che sta provando in questo momento è sinceramente pietà per me, non preoccupazione.

"Buonanotte Harry." dissi prima di voltarmi verso la strada e fare un cenno ad una Taxi giallo che, fortunatamente, era parcheggiato dall'altra parte della strada e, quando mi notò, mise in moto e si avvicinò al ciglio del marciapiede esattamente dov'ero ferma io.

Salii il più in fretta possibile sull'auto con il tentativo di non voltarmi verso Harry -perchè se l'avessi fatto sarei sicuramente tornata indietro- e mi feci forza anche di non scoppiare a piangere prima che l'auto partisse, così da non farmi vedere da lui.

Ma invece scoppiai a piangere ancora prima di chiudere lo sportello del taxi.

Detesto mia madre che è sempre nei guai, detesto il mio lavoro di fattorino, detesto il conto vuoto in banco, detesto mio padre che mi detesta ed infine detesto Harry, perchè semplicemente è Harry ed è lunatico, arrogante, maniaco del potere, crede di essere migliore di chiunque e la sua finta gentilezza con me è così umiliante.

A quest'ora dovrei essere a casa a guardare la televisione con Vanessa mentre mangiamo del cibo spazzatura oppure a letto, non in un taxi minuscolo e che puzza di piedi con un grassoccio uomo pelato che non la smette di fissarmi dallo specchietto retrovisore.

Ma alla fine tutta la colpa va a me, per essere troppo buona con mia madre, per averle permesso di approfittare di me per quasi cinque anni, per aver sempre cercato di trovare del buono in lei quando era marcia dentro e per non averle mai detto di no.

Per essere entrata in quell'ascensore con Harry Styles ed averlo quindi conosciuto, perchè se non fosse così ora non sarei qui a pensare a lui e a quegli occhi dannatamente verdi che non fanno che scrutarmi con superiorità ogni volta che li incrocio, non fanno che mettermi in soggezione ma sopratutto non fanno che piacermi ogni giorno di più.

Sono ridicola, lo so.

Mi asciugo le lacrime dal viso solo quando in casa e, dopo che ebbi sfilato la giacca e le scarpe, in punta di piedi vado verso la mia stanza.

"Dove pensi di scappare?" disse Vanessa sbucando dalle mie spalle.

Feci un urletto spaventato e mi portai una mano sul petto "Mi hai spaventato!"

"Mi dispiace, ma se tu non ti aggirassi così furtiva per casa .. non mi sentirei in obbligo di spuntare così." disse strizzandomi l'occhio.

"Ma che problemi hai?" brontolo tornando ai miei passi e, quando mi sedetti sul mio letto, mi accorsi con irritazione che Vanessa mi aveva seguita fin lì "Che c'è?"

Imperfection - [ Harry Styles ]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora