Capitolo 69

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E ora cosa faccio? Cosa mi invento? "Oh scusate, ma un ragazzo malvagio mi odia e sta facendo di tutto per mettermi nella merda con tutta la scuola".

-Scusate, scusate davvero...io...torno subito- mi faccio spazio tra gli studenti e mi metto a cercare Samuel da tutte le parti. Non lo trovo, né nei dormitori né nella scuola.
Decido di andare in segreteria per chiedere il numero della sua stanza e non appena lo vengo a sapere corro lì e inizio a bussare.

-Un attimo- urla Samuel da dentro, ma io continuo a bussare.
Mi apre la porta qualche attimo dopo e me lo ritrovo a petto nudo davanti.

-Sapevo che eri tu- sorride. Sento come una specie di scossa che percorre tutto il mio braccio, prima di alzarlo per dare un pugno al ragazzo di fronte a me.

-Perché l'hai fatto?- chiede urlando e mettendosi una mano sul naso, dove l'ho colpito.

-Perché l'ho fatto? "Audrey Rods, stai attenta a te e ai tuoi cari amichetti. Prova a proteggerli prima che sia troppo tardi"-

-Ah, lo striscione fuori...prima che tu te la prenda con me per una cosa che non ho fatto, guarda questo- entra in camera e prende dalla scrivania un foglietto. Me lo mostra e vedo che sopra c'è scritta sempre la stessa frase.

-Ma secondo te sono così stupida da non capire che te lo sei fatto anche per te?- incrocio le braccia al petto, vedendolo sbuffare.

-Non sono stato io! Da dove lo prendevo il tempo per scrivere tutti quei bigliettini e fare quello striscione? E poi mi hai visto mentre uscivo dalla scuola, ti ho salutato. Non avevo nessuno striscione in mano e di certo non entrava nel mio zaino- su questo può anche aver ragione, ma non me la racconta giusta.

-E allora chi può essere stato scusa?-

-Intanto pensa che ci deve essere stato qualcuno che ha fatto tutto mentre tutti quanti erano a lezione- spiega, gesticolando.

-Potresti benissimo averlo fatto anche tu, ma vai avanti-

-Proprio non ti fidi di me eh? Io ero in classe stamattina, non avrei di certo saltato il compito di matematica- troverò un modo per scoprire se era davvero in classe o no.

-Quindi dobbiamo cercare qualcuno che non era a lezione oggi-

-Dobbiamo? Chi ha detto che voglio il tuo aiuto?-

-Mi stai facendo sentire coinvolto. E poi per dimostrarti che non sono stato io- sbuffo, guardando l'ora sul telefono: le 13.24.

-Tra quasi un'ora c'è il pranzo- lo informo.

-Intanto iniziamo. Quando ci sarà il pranzo ci fermeremo- ci penso un po' su prima di accettare. Infondo se scopro che non era a lezione posso picchiarlo e già mi tolgo un peso. Ma davvero adesso mi importa molto di più di quello che sta succedendo.
Samuel entra in camera per mettersi una maglietta e poi ci avviamo in segreteria. A quest'ora la segretaria è a pranzo insieme a tutti i suoi colleghi e gli insegnati, quindi dobbiamo accedere al computer e vedere tutti gli assenti di oggi.
Facciamo tutto in modo veloce, digito la password che già sapevo dalla prima volta che venni qui e inizio ad elencare i nomi degli assenti di oggi mentre Samuel li scrive tutti sul telefono.
Spengo il computer e corriamo in camera mia.
Samuel mi passa il telefono e vedo quali di loro conosco e quali no.
Alcuni riesco a riconoscerli, tipo due della mia squadra di cheerleader e altri due che giocano nella squadra di rugby di Hayes.
Altri invece no, però magari se li vedessi in faccia riuscirei a riconoscerli.

-Direi di andare prima da quelli che conosci-

-Eh ma che gli chiediamo? "Perché non siete andati a lezione?". Loro giustamente ci chiederanno che cosa vogliamo e magari ci ridono anche in faccia-

-...Il tuo amico Dylan. È figlio del preside no?- e lui come lo sa?

-Ci sono arrivato dal cognome e dalla somiglianza- dice come se mi avesse letto nel pensiero.

-Mh, e a cosa servirebbe?-

-Gli chiediamo di venire con noi e se loro non vogliono risponderci lui gli dirà che è il figlio del preside e che può andare a dirglielo quando vuole- annuisco, prendendo il telefono per chiamare Dylan.
Prima di comporre il numero noto che ho due chiamate perse da Cameron. Mi ero quasi dimenticata della sua esistenza, mi sento in colpa. Tutta questa storia mi sta facendo confondere altamente.
Lo richiamo e sento Samuel sbuffare e mostrarmi l'orologio.

-Audrey ma dove sei? Io, Nash, Matthew e Julia abbiamo trovato dei bigliettini in camera nostra con la stessa frase del cartellone- Sasha ed Angelica no, proprio perché sono in camera con me...

-Sono...ecco...- se glielo dico si incazzerà a morte, ma non ho altra scelta.

-È una cosa complicata, vedi...- gli spiego tutto quello che ho fatto dopo aver trovato la scritta sulla finestra di camera mia, finendo col fatto che ora sono insieme a Samuel per cercare i ragazzi che non sono andati a lezione.

-Mi prendi in giro? Te sei insieme a quel coglione e non mi hai detto niente? Io e gli altri ti stiamo cercando da un'ora e te eri con quello?- il suo tono è duro e fermo, anche troppo calmo.

-Volevo dirtelo dopo aver chiamato Dylan per venirci ad aiutare-

-Ah- non dovevo dirlo. Non dovevo assolutamente dirlo.

-Beh, Dylan è che noi. Te lo passo eh- ho combinato un casino...

-Audrey ma che succede?- è Dylan.

-Dylan vieni in camera mia, devo parlarti. E vieni senza gli altri- dico, tenendo lo sguardo basso. So di essere stata una stupida e che gli amici vengono prima di ogni cosa e che magari loro volevano solo aiutarmi, ma più siamo e più sembra una pagliacciata e per adesso voglio solo capire chi é il malato che sta facendo tutto questo.

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Salve salvino!
Ammetto che anche io ci sto capendo poco e niente di tutto questo, ma mi piace ed è intrigante. Spero piaccia anche a voi. Se c'è qualcosa che non capite ditemelo eh :)
Non dimenticate di votare e commentare il capitolo se vi è piaciuto :)
Alla prossima ❤️
-Grè

𝐌𝐘 𝐁𝐄𝐒𝐓 𝐌𝐈𝐒𝐓𝐀𝐊𝐄 ⋆ Cameron Dallas [2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora