È un disastro!

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Dopo che gli avevano fasciato tutte le ferite, e aver fatto gli ultimi controlli per vedere se non aveva un emorragia, siamo usciti dall' ospedale e siamo andati a casa sua.
Io lo avevo accompagnato con il motorino, cosa che mi aveva fatto venire l' ansia per tutto il traggito, e non perché per reggersi mi teneva abbracciata con le mani quasi sulla vita e la testa appoggiata sulla mia spalla,... Cioè, siamo sinceri, era anche per quello, ma fondamentalmente era perché avevo paura che con le poche forze che aveva, sarebbe potuto svenire e cadere.
Una volta arrivati lo aiutai a salire i tre piani i scale che portavano a casa sua.
Appena arrivati al corridoio esterno si butto sul muro affianco alla porta dell' appartamento stremato.
Mi diede le chiavi mentre cercava di attenuare il fiatone e io aprii.
La casa era diversa rispetto al altra volta.
Il divano era sottosopra, le sedie buttate a terra, tutti gli oggetti del comodino sparsi ovunque e c' era odore di alcool.
"Che diavolo è successo qui dentro?!"
"Eh... Si... È un casino, non farci caso, ora metto tutto a posto."
"Si, non è un problema, ma che è successo?"
"Niente..."
"Gabe..."
Ma non mi diede una risposta. Si stava appoggiando con la spalla meno dolorante sulla porta.
In quel momento capii che non era assenza di aria ma dolore.
Stava gemendo così silenziosamente che sembravano sospiri.
Gli misi il braccio lungo la spalla e lo accompagnai in camera sua.
Come già potevo immaginare era tutto a soqquadro. Vestiti ovunque, il letto disfatto, vestiti per terra, cartacce sulla scrivania, vestiti sulla sedia... Cazzo quanti vestiti!
Sfilai ancora di più le coperte e lo feci sdraiare. Poi gli rimisi le coperte e mi sedei per 1/3 sul letto e gli dissi.
"Gabe, per favore, mi dici che è successo?"
Dovetti sopportare un minuto di silenzio capriccioso prima di sapere la risposta.
"Ti ho fatto andare via l' altro giorno.
Tu mi avevi detto che non ero un mostro, ma ti ho cacciata via comunque.
Ero...
Sono...
Distrutto. Non volevo credere ad altro che quello che penso che sono... E quello che probabilmente sono davvero, solo che tu ancora non lo hai capito perché sei troppo stupida.
...Un mostro."
"Si..."
"Si?"
"Si, è vero che sei distrutto. Soprattutto ora.
E probabilmente è anche vero che sono una stupida.
Ma no.
No, non sei un mostro. Almeno che non ti sei mai nascosto dentro un armadio per spaventare un bambino povero e indifeso, hahaha."
Rise anche lui.
"Riposati, ne hai bisogno."
"Ok."

Si addormentò all' istante. Così ne approfittai per fare un po' di pulizie, o almeno, per levare un po' di quei vestiti!
Poi rimisi in piedi il divano e cercai un canale dove trasmettevano una delle serie tv che seguivo.
Merda! È appena finito How i met your mother! Questa si che è sfiga.
Risi da sola con i miei pensieri.
Alla fine decisi di cercare un canale da sdraiata dato che si stava più comodi e perché ero completamente esausta.
Infatti, dopo un paio di minuti al massino, ero calata in un sonno profondo con la tv ancora accesa e il telecomando in mano.

Tu non sei un mostroWhere stories live. Discover now