Scontri di gelosia.

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Una volta fasciata la ferita, Drew mi aiuto con la mia. Avrei voluto fare finta che non esistesse ma mi si stava infiammando troppo, perciò dovette levarmi il proiettile dalla spalla.
Mi ero preparata tutto per poter urlare a squarcia gola. Una pallina di gomma da stringere e un asciugamano da mordere.
Il dolore era così insopportabile da piegarmi in due, nascondendo la faccia, ormai piena di lacrime.
Gabe uscì dalla stanza appena mi sentì. Lo vidi che mi guardava in lontananza, ma non mi disse niente, e poi ritornò dentro.
Ero delusa. Pensavo che comunque dopo tutto quello che avevamo affrontato insieme, anche se non eravamo niente, ci sarebbe stato, non so... Per reggermi la mano o per darmi forza. Non volevo la sua pietà, ma... Ma faceva davvero male!

Ma mi ha fatto più male vederlo andarsene di qualunque dolore fisico possibile...

***

Il sole era calato già da tempo e la stanchezza stava venendo a galla su quel mare di sforzi e dolori che avevo affrontato quel giorno; e i giorni precedenti.
I polsi erano ancora segnati dalle corde che mi avevano appeso per chissà quanto tempo, e le spalle erano tutte doloranti.
Ora che non dovevo pensare ad assassini armati di fucili e pistole pensai a quello che mi era accaduto...
Non avevo mai pensato a quanto tempo fossi rimasta là appasa. Per quanto tempo ero rimasta incosciente. E non sapevo cosa nel frattempo avevano fatto a Gabe.
Avrei voluto parlarli. Non sarei riuscita a decidere su quale scala numerica avrei scelto la voglia di dirgli tutto quello che pensavo. Ma sapevo che, conoscendo com' era, le cose che avevo in mente gliele avrei potute dire solo in sogno.
E lui nel frattempo ancora non mi aveva raccontato nulla. Non sapevo cosa pensare di Drew perché non sapevo cosa gli aveva fatto, e se lo giudicavo per conto mio Gabe avrebbe finito per darmi in pasto ai cani.
Aveva passato tutto il giorno chiuso in camera sua. E non capivo se era solo per Drew o per entrambi.
Passai 10 minuti buoni a fissare la sua porta e a stuzzicarmi le unghie prima di decidere di andare lì a parlargli.
Bussati alla porta. Niente.
Bussai ancora. Niente.
Non volevo coglierlo di sorpresa ma non mi lasciava scelta. Aprii lentamente la porta e più l' aprivo più sentivo una musica rap di sottofondo.
Era sdraiato sul letto, con le cuffie a palla e con le mani dietro la nuca, a guardare il vuoto lì in silenzio.
Gli andai vicino e mi sdraiai accanto a lui.
Lo guardai per un po' sperando facesse qualcosa, inutilmente...
Da lì si scandivano esattamente le parole.
Gli sfilai le cuffie delicatamente e solo allora girò lo sguardo verso di me.
Era... Vuoto.
Non trasmetteva assolutamente niente!
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma non mi usciva niente. Da dove potevo cominciare?
"Gabe..."
Ritornò a guardare il vuoto...
"Possiamo parlare per favore?"
Impassibile...
"Vorrei sapere cos' è successo tra te e Drew, ti prego."
Deglutì a fatica, e rimase in silenzio...
"Gabe!"
Si girò a guardarmi di nuovo.
"Perché?"disse"Ti serve un parere su di lui prima di scopartelo?"
Distolsi lo sguardo ed espirai tutta la rabbia...
Poi lo riguardai con gli occhi chiusi a due fessure...
"Ti interessa?"risposi.
"No,ma sai, non vi darò il mio letto, mi piace pulito..."era MOLTO più arrabbiato di me.
Mi venne quasi un sorriso nervoso. Perché la sua cattiveria deve essere così sarcastica?!
"Almeno il divano ce lo concedi? O dobbiamo prendere un altro appartamento?" Lo stuzzicai.
Vediamo fino a che punto riesci ad arrivate?!
"Fate pure, almeno così potrò di nuovo portare altre ragazze senza farti soffrire."
"Farmi soffrire?! Non credo che quando starò con Drew penserò più di tanto a te."
"Altrettanto io."
"Bene."
"Bene."
Mi alzai dal letto e me ne andai. Mi chiusi la porta alle spalle e cercai di pensare a qualcosa per non mettermi a piangere. Qualunque cosa.
Arcobaleni ed unicorni...
Un prato fiorito con le farfalle...
Il tramonto sul mare...
Inspirai ed espirai e mi ripresi.
Guardai Drew. Era seduto sulla poltrona, accanto al divano a guardare un programma televisivo.
Va bene Gabe. E guerra sia.

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