Chapter 5

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- Hallelujah! - so esattamente per cosa sta esultando mio fratello. Oggi è il primo giorno di asilo per i bambini, così non siamo costretti a trovare loro qualcuno che li guardi. Anche se oggi avrei potuto farlo benissimo io, dato che il mercoledì è il mio giorno libero, ma Louis ha insistito nel mandarli all'asilo.

Nonostante tutto, si sente la loro mancanza in casa, sembra tutto più triste. Adesso che sono sola, dovrò avere un faccia a faccia coi miei pensieri. Quando c'erano loro, mi distraevano dalla mia malinconia, erano sempre allegri e mi regalavano quelle poche ore di vera felicità. Sono la mia ancora di salvezza, mi tengono a galla come se tutto quel dolore fosse un mare ed io fossi un povero bagnante che non sa nuotare.

So che se non trovassi qualcosa da fare per distrarmi, finirei per ripensare a tutto ciò che ho passato in questi anni. Così per annegare i miei pensieri, decido di fare una cosa che avrei dovuto fare in passato, ma non ne ho mai avuto il coraggio.

Prendo uno scatolone di cartone dallo sgabuzzino e mi dirigo in camera mia. Avvicino la sedia alla mensola e ci salgo sopra per arrivarci meglio, posizionando lo scatolone nella mensola sottostante.

Tra le mani mi finisce una medaglia d'oro: la mia prima medaglia d'oro, mi ricordo quel giorno. Con l'indice traccio la scritta impressa sul metallo.

Jordan Tomlinson, Barcellona 2013.
Gold medal, 200mx breakstoke.

Migliaia di ricordi riaffiorano nella mia mente, no. Basta. Non devo ricordare: il periodo più bello e più brutto della mia vita. Esasperata inizio a piangere. Con un braccio butto giù tutti i peluches e i fiori che ho ricevuto come premio, infilandoli nella scatola.

Le lacrime continuano a rifarmi le guance quanto tra le mani mi capita una fotografia.

Mi ricordo perfettamente quel giorno, è stato il giorno in cui ho vinto la mia prima medaglia d'oro. Avevo portato la mia nazione sul gradino più alto del podio. Ero al settimo cielo, lì si che ero felice, si vede. Quel giorno si erano tutti complimentati con me, e tra loro anche i miei idoli. Avevo insistito così tanto per fare quella fotografia con loro che alla fine mi avevano accontentata solo per farmi smettere di parlare, ma d'altronde avevo solo vent'anni.
Così mi ritrovo una foto incorniciata di una me sorridente con accanto Ryan Lochte e James Guy.

- Cosa sono quelli? - una voce calda e roca mi fa sobbalzare e per poco non cado dalla sedia. Harry, fortunatamente, ha degli ottimi riflessi e riesce a prendermi prima che mi schianto con la faccia al suolo.

- Sei caduta ai miei piedi, letteralmente - ironizza il ragazzo. Immediatamente mi ricompongo.

- Cosa ci fai qui Harry? - mi posiziono tra lui e la scatola in modo che non riesca a vedere cosa c'è all'interno.

- Mhm, Louis mi ha detto che eri a casa e mi ha chiesto di venire a tenerti compagnia. Comunque, non hai ancora risposto alla mia domanda - dice spostandosi di lato per cercar di vedere cosa sto nascondendo.

- Harry, puoi per una sacrosanta volta farti i cazzi tuoi? - domando irritata.

- Perché diavolo non vuoi farmi vedere cosa nascondi? Perché so per certo che stai nascondendo qualcosa, e voglio sapere cosa! - alza leggermente la voce.

- Smettila Harry! Fatti i cazzi tuoi, se prima avevo una mezza intenzione di dirtelo ora non lo farò più! - urlo di rimando, perché non può semplicemente essere l'Harry di venerdì sera? Mi piace molto di più quell'Harry non arrogante e impiccione.

- Ti odio, cazzo! Perché non puoi semplicemente smetterla di nasconderti nel tuo passato?! - sbraita Harry. Non avrebbe dovuto accennare al mio passato, mai.

- Ciò che scelgo di fare nella mia vita non ti riguarda okay?! Non sai nulla di me, e non devi sapere nulla! - sono al limite della mia pazienza.

Improvvisamente Harry mi afferra i polsi con la sua grande e calda mano e mi sbatte contro il muro. Il mio respiro aumenta man mano che la nostra vicinanza diminuisce. Ci guardiamo negli occhi per un paio di minuti, senza dire nulla.

- Ti odio porca troia, sei così irritante, fredda e distaccata che mi fai andare fuori di me. Odio quando non mi dici cosa nascondi perché io voglio saperlo, odio quando mi tieni testa perché sei l'unica che lo fa. Sei così dannatamente lunatica e bipolare che ti staccherai la testa, ma ho una fottutissima voglia di baciarti fino a non respirare più, quindi ora, scusa, ma devo farlo. - ringhia tra i denti. E subito dopo attacca le mia labbra alle sue.

Non ci penso due volte e ricambio il bacio, aprendo leggermente la bocca per permettere alle nostre lingue di incontrarsi. La sue labbra sono morbide, Harry sa di vaniglia. È un bacio tutt'altro che casto, è pieno di passione. Le sue mani avvolgono la mia vita avvicinandomi a lui, e le mie di rimando s'insinuano sotto la sua t-shirt, accarezzando la sua pelle morbida. Un gemito esce dalle sue labbra quando con la mano sfioro l'elastico dei suoi boxer, ripeto l'azione quando stringendo il mio fianco mi istiga a continuare.

Mi alza da terra mettendo il suo avambraccio sotto i miei glutei e quadi automaticamente avvolgo le mia gambe attorno alla sua vita.

- Harry - mi stacco per riprendere fiato quando mi lascia cadere sul letto, mettendosi sopra di me a cavalcioni.

- Shht - mi zittisce e riattacca le sue labbra alle mie, mettendoci, se possibile, più passione di prima. Riesco a sentire la sua eccitazione che spinge nei suoi jeans. La sua mano sale sotto la mia maglietta fino ad accarezzare il mio seno sinistro, mentre con l'altro braccio si regge per non schiacciarmi col suo peso. Anche se, ora che ci penso, sarebbe un bel modo di rimanere in trappola. Sarà anche un impiccione presuntuoso, ma è pur sempre Harry Styles.

Prima che le cose prendendo una diversa piega mi stacco dal bacio ed Harry si corica accanto a me. I nostri respiri sono entrambi corti e affannati.

- Wow - mi scappa. È la parola più adatta per descrivere questo bacio. È stato semplicemente wow.

- Già - risponde il ragazzo accanto a me, stiamo entrambi guardando il soffitto. Non ho il coraggio di girarmi e guardarlo negli occhi, in quei pozzi verdi.

Harry's point of view.
Se non mi avesse fermato sarei andato fino in fondo, potete scommetterci. Per quanto odi questa ragazza, è da lunedì sera che desidero assaporare queste labbra.

Dovrei ringraziare il ragazzo che le ha insegnato a baciare così bene. Prima lo ringrazierei e poi gli spaccherei la faccia.

- Comunque ti odio anche io, Harry - mi scappa una risata alle sue parole, ride anche lei. Nessuno dei due ha il coraggio di girarsi, perciò prendo l'iniziativa e mi siedo a gambe incrociate sul letto.

- Bene, ehm.. - tossisco - Io vado da Louis, ci vediamo -

- Si, sarebbe meglio. Ciao Harry - mi liquida ed esco da casa Tomlinson con ancora quella strana sensazione alla pancia. Com'è possibile che passiamo in trenta secondi da litigare a baciarci così?

Jordan è come un sudoku. Devi concentrarti sempre di più per capirlo, e mettere i numeri al posto giusto. Se sbagli anche solo a mettere una cifra tutto si scombussola e non ci capisci più nulla. Mi farà diventare pazzo, lo so. Non capisco perché mi ostino così tanto nel voler capirla, ma c'è qualcosa che mi spinge ad andare oltre.

Da quando mi importa così tanto di una ragazza che a malapena conosco e che so per certo non mi aprirà le gambe così presto?

Stufo di tutta questa confusione afferro il mio cellulare e digito il numero,

- Celine, avrei bisogno di uno dei tuoi lavoretti, sono molto stressato -

Sometimes - harry stylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora