19||you and I

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"It's only me and you"

Si buttarono entrambi sul letto della ragazza bionda quando entrarono nel sua stanza. Erano stremati dalla giornata, prendersi cura di due bambine delle elementari è dura, "anche se non sono esattamente la rappresentazione del demonio" specificó Ginette.

Entrambi avevano ancora un sorrisetto stampato sul volto, residuo delle risate con gli altri.
Estelle era rimasta a dormire con Marzia, in quanto Riley non potè. Non le di permesso per il semplice fatto che lei aveva una casa è una famiglia che la aspettava; Estelle no. Lei era dell'orfanotrofio.

Per questo si strinse a Riley come se fosse una scialuppa di salvataggio appena prima che lei lasciasse la stanza scortata da un agente.

-Stanco?- chiese improvvisamente Amber, voltando la testa verso Lorenzo.
-Un po'- ammise lui guardandola.

I suoi splendidi e morbidi capelli le incorniciavano il viso rotondo, due enormi occhi celesti erano incastonati all'interno di esso, delle lunghe ciglia le adornavano. Il naso era piccolo e sottile, non c'era traccia di nessuna imperfezione sulla pelle. Infine le labbra erano carnose e rosee, risaltavano sul pallido della sua pelle alabastrina.

Quello splendore di alzó improvvisamente, dirigendosi verso la finestra con l'intento di chiuderla.
Nel frattempo era iniziato a piovere, fuori tuonava, il cielo era nero come la pece.

Lorenzo osservó Amber alzarsi: le sue movenze erano naturali e aggraziate, lei in generale era una persona delicata. I suoi fianchi erano abbastanza larghi e parevano essere stati fatti apposta dea misura delle mani di Lorenzo.

Amber si affacció e i suoi occhi rispecchiavano lo spettacolo fuori: l'intero riformatorio era circondato da una tempesta, gli alberi quasi toccavano il terreno da quanto erano piegati, il vento e la pioggia avevano creato una grande foschia.

Ad un tratto un fulmine squarció il cielo e un grande lampo al seguito dimezzó l'aria, facendo indietreggiare di scatto Amber, che finì con lo sbattere contro un corpo forte.
In breve si ritrovó avvolta da due lunghe braccia, delle dita affusolate affondavano nella sua pelle.

Con qualche passo furono sul letto, che li accolse con morbidezza. Il ragazzo era di fianco ad Amber e fissava quei suoi grandi occhi azzurri, grigi in quel momento, data la luce.

Il suo sguardo si posó sulle sue labbra carnose e rosee e in un attimo furono unite dal moro. Si scontrarono più volte, Lorenzo infiló una mano fra i suoi capelli, prendendo la sua testa nel palmo della mano, facendole piegare il cranio a suo piacimento.

Si guadagnó un ampio spazio sul suo collo, dove inspiró il profumo della ragazza, sorridendo inconsciamente.

Amber gli faceva uno strano effetto: come se non l'avesse mai vista ma la conoscesse da sempre. Si sentiva in dovere di proteggerla da qualsiasi cosa, dalla più insignificante alla più grave.

Le mani di Amber viaggiavano sulla schiena del moro e giunsero al collo della felpa, dove abbassó la zip. Insinuó le braccia graffiate attorno al caldo busto di Lorenzo, il moro appoggió il mento sulla testa della bionda, stringendola a se sul letto.

I raggi del sole facevano capolino dalle nuvole, era rimasta una leggera nebbia, fuori, ma aveva smesso di piovere. Il prato era punteggiato di giallo e arancione, i colori del tramonto.

Ma dopo un tramonto c'è sempre un'alba, no?

Demons  ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora