15||i need you

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"Ci si crede più vulnerabili quando si crede si abbia bisogno di qualcuno a cui si tiene"

Odiava lo specchio.

Da due anni a questa parte odiava lo specchio; secondo lei trasmetteva una visione distorta della realtà. Lo specchio rifletteva quelle che lei era esteriormente, ed esteriormente sembrava che avesse un cespuglio di rovi in testa.

Buttó un'occhio sull'orologio nell'angolo cucina, appeso con un chiodo che minacciava di cadere anche subito. Segnava mezzanotte meno un quarto. L'indomani sarebbero arrivati i bambini e lei non era sicura che sarebbe riuscita a mantenere la (poca) pazienza in suo possesso.
Ma anche Lorenzo avrà avuto un bambino fra i piedi? Conoscendolo lei non credeva che sarebbe stata una buona idea.

Decise di farsi una doccia. Non si era mai avventurata nei meandri della sua doccia per paura di trovarci qualche ragno o blatta. Invece con sua immensa sorpresa era una doccia abbastanza spaziosa e pulita.

Forse sto che non era proprio una paziente che meritava di stare là, suo padre avrà detto di assegnarle una stanza più o meno comoda o perlomeno vivibile.

Aprì l'acqua della doccia e ne uscì un getto freddo che fece raggelare la pelle delicata di Amber, quindi ruotó quasi subito il rubinetto e sembró la temperatura di un vulcano in eruzione.

"Eh ma allora!" Pensó lei.

Quando la manovella fu sulla metà fra la linea rossa e quella blu, l'acqua si fece piacevole, quindi la bionda inizió a spogliarsi. Si levó la maglietta e restó in reggiseno quando sentì un rumore alle sue spalle. Si disse mentalmente che non poteva essere Lorenzo, dall'ultima scappatella lo avranno messo sotto chiave, e in più tutte le norme di sicurezza erano fin troppo avanzate; come se non bastasse l'indomani sarebbero arrivati i marmocchi, quindi avranno reso tutto più sicuro del solito.

Quando restó a nudo sentì un altro rumore che la costrinse a girarsi una seconda volta. Sembravano dei passi, forse era qualcuno che passava nel corridoio, si, probabilmente è così.

Entró nella vasca della doccia e il suo corpo venne scosso da una fievole pelle d'oca al contatto con il getto tiepido dell'acqua. Si immerse completamente nell'acqua dando le spalle alla porta vetro, mandandogli un'occhiata fugace ogni qualvolta si sentiva osservata.

La spalancó quando vide una figura alta e longilinea leggermente distorta per il vetro ruvido della doccia. Tiró un sospiro di sollievo quando si rese conto che era solo il suo asciugamano appeso.

Riprese a lavarsi ed uscì dalla doccia con i lunghi capelli color sabbia ancora gocciolanti. Si annodó l'asciugamano appena sotto il décolleté ed uscì dal bagno a piedi scalzi, andando davanti al comó con sopra uno specchio. Si piegó per prendere in mano una camicia da notte e un paio di mutande: rialzandosi poteva vedere una piccola macchia sul vestito.

Forse una crosta di un qualcosa, intelligente com'era sicuramente si sarà sdraiata su una macchia di una schifezza che con il tempo si sarà incrostata. Cominció a grattare via la macchia con l'unghia dell'indice e quando si sentì soddisfatta di averla cacciata via rialzó lo sguardo sullo specchio e per poco non gridó.

Dietro di lei c'era Lorenzo che la abbracció da dietro prendendola tramite i fianchi e appoggiando la testa sulla sua spalla, baciandogliela.
Alla bionda per poco non morirono le parole in gola quando vide quelle mani strusciare sui fianchi opposti così che allo specchio si vedessero che le lunghe braccia del ragazzo avvolgevano la sua vita.

Amber sorrise a quel gesto e si giró verso di lui allacciando le sua mano al collo e unendo le due labbra in un semplice bacio a stampo. Il ragazzo sorrise contro di lei e la sollevó di poco dal terreno facendo sì che la bionda congiungesse le gambe attorno al suo busto. Amber sospiró sentendosi mancare il respiro e finalmente era alla stessa altezza di Lorenzo. Quando si scolló da quegli occhi marroni magnetici potè notare quello che era un bel livido che si estendeva sullo zigomo partendo dall'occhio gonfio.

Come non lo avesse notato prima non si sa.

-Lorenzo!- emise un verso fra lo stupore e l'arrabbiato -ma che hai fatto?!- la bionda passó una mano sul livido e quando premè troppo il viso del ragazzo si trasformó in una smorfia di dolore.

Lorenzo la trascinó tramite i fianchi abbastanza pronunciati di lei sul letto, adagiandola sopra di lui, lasciando che lei si mettesse a cavalcioni e lo spingesse a mettersi seduto sotto di lei.

Amber si avvicinó di parecchio al suo viso, lasciando che i due respiri si incontrassero. I suoi grandi occhi azzurro chiaro erano concentrati sulla ferita del ragazzo, il quale aveva posto le mani dietro di lui per sorreggersi.

-Dovrei avere del ghiaccio- e fece per alzarsi, quando il moro la afferró saldamente per un lembo dell'asciugamano, minacciando di sciogliere il nodo che la teneva ancora coperta. La bionda afferró l'asciugamano e se lo tiró su come riflesso incondizionato, bloccandosi sui suoi passi.

Il moro la strattonó per poi farla ricadere su di lui, premendo le sue grandi mani sulla sua schiena ancora bagnata. Il seno della bionda era pressato fra l'asciugamano e il suo petto, per il momento il moro non sembrava volerla lasciare.

-Ei...- emise lei un suono cominciando a massaggiare la schiena di Lorenzo tentando di essere rassicurante.
Lui emise un forte e violento sospiro che attraversó tutta la schiena della bionda, i brividi furono amplificati dal fatto che era ancora umida e che i capelli fossero ancora gocciolanti.

-È... È solo il generale-
-Il generale?-
-È il mio supervisore, dice che dovrei riprendere la mia terapia- prese lui a giocare con una ciocca del lunghi capelli della ragazza.
-Segui una terapia? E perché l'hai sospesa?-
-Mi hai visto Amber. Tutti mi osservano dall'alto verso in basso credendomi un pazzo, ho sospeso la terapia per via del trasferimento dall'ospedale al riformatorio- emise in un soffio queste parole.
-E in che consiste questa terapia?- la ragazza continuó a passare le mani sulla sua schiena.

Lui non rispose alla domanda per qualche secondo tant'è che Amber stava per ripetere la domanda, quando lui parló in tono interrogativo.

-Io...non mi ricordo.-
-Come non ti ricordi?-
-Non riesco a ricordarmela-
-Almeno sai quante volte alla settimana la sostenevi?- sembrava un interrogatorio a parer di entrambi.
Lui scosse la testa come in trance.
-No... Io non mi ricordo-

Amber si distanzió da lui prendendo del ghiaccio dal frigorifero e mettendolo dentro uno strofinaccio mezzo strappato. Si sedette accanto a Lorenzo che manteneva lo sguardo fisso nel vuoto da qualche minuto. Al contatto con il ghiaccio e lo straccio di scosse subito poi mettendosi una mano fra i capelli riccioluti.

-Ti fa male la testa?- le chiese gentilmente. Lui annuì guardandola con aria spenta.
-Sei solo stanco- sentenzió lei sorridendo.

Lui non disse niente ma si avvicinó al viso tondo della ragazza di fronte a lui, unendo le loro labbra in un altro bacio, stavolta chiedendole l'accesso che lei consentì. Le sue lunghe braccia circondarono il busto di Amber facendola stendere sul letto, continuandola a baciare.

Un sussurro fece aggrottare le sopracciglia ad Amber.

-Ho bisogno di te-

Demons  ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora