7||i'm not gonna let you sleep

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"Visiting"

Quella sera Amber si sentì come le altre sere, vuota e annoiata da se stessa.
Però era quasi felice di essere entrata in questo luogo, almeno aveva una distrazione ed era più difficile sentire i propri pensieri.

Per una persona timida e calma come lei vi sembrerà quasi frustrante il fatto di non avere il proprio controllo sui suoi pensieri, ma in quel momento erano così crudeli con lei che preferiva far finta di non avere una testa che sopportare inesorabilmente e inutilmente.

Indossò una maglietta e dei pantaloncini rosa chiaro merlettati e si mise subito sotto le coperte, sperando di poter riposare almeno qualche ora con il casino che aveva in testa.

Fu svegliata da una folata di vento che le schiaffeggiò il viso.
Aprì le pesanti palpebre mettendosi seduta sul letto, una gamba era rimasta sotto le coperte.

Intravide un fascio di luce lunare e si accorse dalle tende sporche che ondeggiavano a causa del vento e della finestra spalancata.

Alzò un sopracciglio e si alzò completamente, avanzando a passi lenti verso di essa e con uno sbadiglio la chiuse.

Si chiese come potesse essersi dimenticata di chiuderla, ma non ci fece caso più di tanto.
Si risiedette sul letto con pesantezza, ma venne subito svegliata da un rumore.
Sembrava più un fruscio costante, quasi continuo, di un corpo che si trascinava.
Si guardò intorno più volte, girando la testa da destra a sinistra, senza risultato.

Quindi, non molto convinta si stese, una mano sulla pancia e chiuse gli occhi stanchi.

-Pss- quel richiamo le fece spalancare gli occhi, allacciandoli con due pozze marroni, le venature nere pulsavano.
-Non ti lascerò dormire stanotte-

Improvvisamente si rese conto di avere un peso sul suo corpo, delle mani stringevano con forza i suoi polsi.
Fece per aprire la bocca per urlare, ma l'individuo lo intuì visto che le bloccò la bocca con la mano, facendo pressione sulle sue labbra.

Poi scosse leggermente la testa.
-Shhh...-

Amber si paralizzò sul posto, fermandosi con le labbra socchiuse; dopo qualche secondo il ragazzo levò la mano, permettendole di respirare con la bocca.

Un fascio lunare scandiva limiti della stanza, delineando così un grande ghigno dipinto sulle labbra del ragazzo.
Da quella luce Amber riuscì a riconoscere il ragazzo di oggi, il riccio. L'assassino.
Appena se ne rese conto i suoi occhi cominciarono a velarsi, io suo respiro si faceva più pesante e veloce, il suo petto si alzava e si abbassava freneticamente.

Il ragazzo abbassò la testa, posizionandosi con essa fra l'incavo del collo e della testa della bionda.
Cominciò a respirare profondamente, ad ogni suo sospiro dei brividi percorrevano il corpo di Amber, provocandole dei gemiti che difficilmente riusciva a trattenere: aveva delle terminazioni nervose molto sensibili.

Il ragazzo si bloccò per qualche istante, riconoscendo un odore a lui familiare.
Ricominciò a respirare il profumo della ragazza, la quale iniziò a muovere le gambe, unendole più volte nel tentativo di far cessare quei fastidiosissimi brividi.

-Tu...- sibilò il moro contro di lei.

Spostò le mani sui capelli biondi della ragazza, scostandoli per avere libero accesso al suo collo. Si avvicinò e cominciò a bagnare il punto con la lingua, a poggiare semplicemente le labbra sopra, senza muoverle.
In seguito la ragazza emise un gemito soffocato nel sentire il sangue che veniva riportato in superficie in una parte definita del suo collo: il ragazzo stava succhiando avidamente, mordicchiando leggermente di tanto in tanto.

I suoi respiri erano irregolari e socchiuse gli occhi.

Ripeté questi gesti almeno altre cinque volte ed ogni volte per Amber era come una dolce, lenta, tortura.
In effetti lei non aveva mai avuto un fidanzato, forse qualcuno all'asilo o alle elementari ma per il resto niente.
Sicuramente non era abituata a certe situazioni, era tutto nuovo per lei e se da una parte voleva che la smetteva da una parte voleva che continuasse per sempre.

Ad un tratto sentì il corpo del ragazzo spostarsi, insinuarsi fra le sue gambe e sdraiarsi completamente su di lei, avvolgendola con le braccia. La sua testa ora la guardava con un'espressione indecifrabile, gli occhi erano spalancati, la bocca tirata in una linea dritta.

Senza volerlo la ragazza allungò un braccio verso i folti capelli marroni del ragazzo; lo fece lentamente, molto lentamente e cautamente. Il ragazzo la fissava negli occhi, il mento fra i suoi seni.
Finalmente le dita sfiorarono i suoi capelli e subito dopo la mano le stava accarezzando amorevolmente la testa, massaggiandogli la cute, smuovendo quella matassa di riccioletti.

Il moro sembrò rilassare per qualche momento i muscoli facciali, sembrò quasi che lì stesse distendendo, gli occhi rimanevano a fissare quelli azzurri di Amber che ora stavano osservando i suoi capelli.

Il ragazzo dopo qualche minuto le afferrò con forza il polso, facendole perdere un battito per la velocità con cui lo aveva fatto. In seguito si mise dietro la ragazza, poggiò il suo letto contro la schiena di Amber, facendola leggermente preoccupare di cosa avesse in mente il moro.

Improvvisamente la strinse a se tramite le braccia allacciate alla sua vita e poggiò il mento sulla spalla della bionda la quale si sentiva quasi come protetta.

-Dormi- le ordinò lui con voce profonda.

Lei chiuse immediatamente gli occhi, spaventata da quello che avrebbe potuto fare l'assassino.
Intanto le palpebre ricominciavano a farsi pesanti, Morfeo le stava facendo a fare visita per portarla in luoghi a lui stesso sconosciuti, luoghi dove forse non sarà mai più stata sola.

Demons  ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora