10||inside

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"Quando riesci a trovare la persona che prova a comprimere incessantemente i propri demoni, ecco chi devi tentare di aiutare"

Entrò nella stanza con il cuore in gola. Stupidi psicologi. Le avevano messo una tremenda ansia addosso. Ansia involuta e inutile. Loro erano amici. Nessuno dei due voleva farsi male o voleva essere ferito.

La stanza era in penombra ed aveva lo stesso arredamento della sua, solo questa era nel più completo disordine. La scrivania era ribaltata, le sedie a gambe all'aria, fogli di carta sparsi ovunque, il letto era l'unica cosa che pareva sembrare a posto. Abbassando la testa c'era un liquido e delle siringhe. Ma il liquido non sembrava quello che era contenuto nelle cose appuntite, era decisamente più denso. Così intuì dal lieve odore che fosse sangue. Un brivido le percorse la schiena a quella rivelazione. Forse aveva commesso un'altro delitto oltre a quei due.

Improvvisamente sentì un paio di passi avanzare in sua direzione e appena girò la testa si ritrovò davanti una figura alta, magra, longilinea. Era ferma, fissa, ma i suoi occhi esprimevano odio e rancore verso chi ora stava agli ordini di quei matti.

-Che cazzo ci fai qua?- chiese lui mentre avanzava verso la ragazza, ora in piedi, le mani incrociate sulla pancia.
-Ora parli?- lui si fermò ad un palmo di naso da lei.
-Sono pazzo, non stupido. Almeno così dicono- si sedette sul letto e tramite un polso trascinò anche Amber, che finì sulle sue gambe.

La bionda piazzò le mani ai lati dei fianchi, sulle ginocchia del ragazzo. Lui le attorcigliò la vita con le sue lunghe e magre braccia per poi congiungerle sul basso ventre di lei. Intanto appoggiò la fronte sulla schiena della bionda, tirandole inconsciamente un paio di capelli. Sentiva il suo cuore battere irregolarmente, come se non avesse mai avuto dei contatti con dei ragazzi. Il moro sobbalzò nel sentire le mani della ragazza intrecciarsi delicatamente con le sue, come se tutto questo, anche se non ci era abituata e la mettesse a disagio in qualche modo le piacesse.

Passarono così un paio di minuti, l'uno a sentire le radiazioni dell'altro a comunicare senza parole, solo a minuscoli gesti. Dopo poco il ragazzo si distese, portando Amber su di lui così che il suo seno si scontrasse con il suo petto.
La bionda arrossì senza volerlo, la sua testa ora era appoggiata sul suo sterno che si alzava e abbassava regolarmente. Improvvisamente il suo respiro si fece inspiegabilmente irregolare, il suo petto si alzava e si abbassava in modo violento. La sua bocca era piegata in una linea dritta, il naso arricciato e la fronte corrugata denotavano nervosismo e rabbia. Prese Amber per le spalle e la sbatté a terra, immobilizzandola.

La bionda aveva gli occhi velati per il dolore e per l'atto insensato del ragazzo, la sua bocca era dischiusa. Il moro era seduto a cavalcioni sulla sua pancia, le mani strette sui suoi polsi. Lui si chinò fino ad eliminare la distanza fra le loro bocche almeno in parte, la ragazza sentiva il respiro di Lorenzo su di lei, il suo corpo tremava sotto il suo, spaventato. Infine una lacrima scese dai suoi occhi color mare e andò a rigarle la guancia.

Il ragazzo osservò la caduta della lacrima e la raccolse lasciandole un dolce bacio su di essa. Proseguì lasciandogliene un'altro all'angolo della bocca e la guardò a lungo prima di baciarla definitivamente. Eliminò la distanza fra le loro labbra unendo semplicemente le loro bocche, senza muoverle poiché nessuno dei due era abituato. Amber si liberò dalla stretta del ragazzo per circondargli la nuca e prendere fra le dita varie ciocche di capelli, prendendoli a tirare leggermente facendo gemere il moro contro di lei.

Lorenzo le leccò il labbro inferiore facendole socchiudere le labbra e permettendogli di accedere alla bocca. Le loro lingue si intrecciarono più e più volte trovando la perfetta congiunzione l'una fra l'altra, come due pezzi di un puzzle impossibile che avevano trovato il proprio posto. Si staccarono entrambi con il fiatone, ansimanti per essere rimasti senza fiato. Lui la riprese a baciare con più convinzione, accompagnato da lei che gli faceva da attrito.

Demons  ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora