17||bhu

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"Beware of me"

Il ticchettio della pioggia era amplificato nella camera di Marzia; la sua stanza era messa a favore delle numerose gocce che ora facevano a gara per arrivare prime infondo al davanzale. Questo però a Marzia non piaceva. Proprio no. Aveva da sempre avuto la fobia dei temporali, quei terribili fulmini di distruzione erano terribili per i suoi occhi.

Appena si sentì bussare alla porta la ragazza si precipitó ad aprire senza nemmeno sapere chi fosse; aveva bisogno di compagnia e basta.

Due facce conosciute facevano capolino da dietro la soglia.

-Ragazze! Entrate, vi aspettavo- fece lei cordialmente accogliendo quella matassa di capelli rossi e ricci di Ginette e quegli splendidi occhi blu cielo di Amber.

Marzia aveva detto loro di portare dei cuscini quel giorno, il grande giorno nel quale i bambini avrebbero imparato a volare a seconda di Ginette. E quando si sparse la voce che se volevano potevano ospitarne uno ciascuno le tre strabuzzarono gli occhi.

-Ma. Allora.- Gabriele si portó due dita al ponte del naso quando seppe la notizia -sono dei cazzo di BAMBINI. Dei bambini delle elementari! Noi siamo dentro un fottuto RIFORMATORIO. Bambini. Riformatorio. Queste due parole non vi suggeriscono una leggera incoerenza se messe accanto?!- sbottó facendo ridacchiare Ginette e sbuffare Marzia. Amber aveva solo un piccolo sorriso sul volto, non rideva mai molto apertamente.

-Andiamo Gab, sicuramente ci sarà una spiegazione- Marzia addentó la sua insalata portandosela alla bocca.
-Una spiegazione un paese de ciufoli.- borbottó lui facendo ridere più sguaiatamente Ginette, la quale si teneva la pancia dalle troppe risate.

C'era un'intesa fra i due, anche i più stupidi ci arriverebbero.

-E per quanto dovrebbero stare? Sentiamo- Gabriele si portó alla bocca una patatina fritta da Ginette, la quale si ricompose subito schiaffeggiandogli la mano.
-Mie patatine.- e associó questa frase ad un pugnetto sulla spalla.
-In realtà- parló Amber -ho sentito siano bambini dell'orfanotrofio.-

Amber poggió a terra i suoi cuscini, che se messi con quelli di Marzia e quelli di Ginette formavano un'enorme e soffice isola. Marzia aveva deciso di tenerli così per tutto il giorno, visto che, a detta sua, avrebbe scelto una graziosa fanciulla dalle lunghe trecce rosse e gli occhi a mandorla.

Convinta lei.

-Credete ci saranno solo bambini dell'orfanotrofio all'incontro?- chiese Ginette interessandosi per la prima volta all'argomento.
Amber le rispose prontamente arricciandosi una ciocca al dito indice.
-Ho sentito che visto che saranno gli alunni di una scuola dove vanno principalmente bambini dell'orfanotrofio ci saranno credibilmente solo loro. Ma è anche vero che ci vanno bambini anche con i genitori, è comunque una scuola elementare abbastanza prestigiosa.-

Marzia congiunse le mani al petto -Non vedo l'ora di vedere quei bambolotti sfilare in una minuscola uniforme, che carini!- Ginette sbuffó.
-Certo. Carini quanto...-

Un avviso all'alto parlante la interruppe ed attiró la loro attenzione.

-Tutti i pazienti in sala comune per il primo evento, ripeto, tutti i pazienti in sala comune-

-Abbiamo capito- sbuffó Amber, odiava quella dannata voce metallica.

Scesero le scale molto velocemente, Marzia correva, il suo sorriso sbilenco più piegato del solito data la tremenda impazienza.

Quando giunsero in sala comune si unirono al grande gruppo di "pazienti" praticamente tutti loro coetanei, alcuni sbuffavano (la maggior parte), alcuni erano impazienti, altri stavano sbraitando contro chi avesse indetto quel maledetto incontro.

Demons  ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora