Scesi giù le scale con l'intento di dare una degna sepoltura al mio fidato oggetto e sentii delle voci provenire dal salotto.

Quando entrai vidi la mia famiglia in pigiama - io indossavo ancora i vestiti del giorno prima - e tre uomini, due sembravano degli agenti segreti, vestiti completamente di nero, il terzo era un uomo alto, dagli occhi color miele e dai capelli ricci rossi.

Quest'ultimo appena mi vide smise di grattarsi la barba, anch'essa rossa, e mi sorrise cordialmente. Tutti si voltarono a fissarmi: mia mamma sembrava che avesse visto un morto, mio fratello era in evidente tensione, solo mio padre si sforzava di sorridermi.

"Buongiorno e ben svegliata Shannon, prego siediti." Barbarossa mi indicò la poltrona di fronte a lui e lo raggiunsi timidamente.

"C-chi siete voi?" Mi girava la testa e quegli strani agenti mi mettevano in agitazione. Accavallai le gambe ed osservai i miei piedi tremare.

"Io sono William Collins, il preside della ASP, Academy of Supernatural Powers." Fece una pausa ed indicò i due omoni "Loro invece sono due dei custodi della scuola." I due si presentarono con voci fredde, non mi ricordo tuttavia i loro nomi.

"Quindi io sono...u-un..."

"Un mutante." Barbarossa mi sorrise rassicurante. Sobbalzai leggermente e sentii il mio povero cuore arrestare per un attimo.

"Quindi la mia camera..l'ho ridotta io così..? Cosa sono di preciso?" Avevo ucciso io il mio povero ipod, che riposi in pace.

"Sí, mia cara, ciò che è accaduto ieri sera è dovuto ad un probabile accumulo di tensione. Beh questo ancora non lo so per certo, ma sicuramente le tue abilità hanno a che fare con la tua mente."

"Siete sicuri di quello che dite? Magari avete sbagliato persona." Per quanto fosse possibile, non potevo credere di essere davvero un mutante. Barbarossa scosse la testa divertito.

"Più che sicuri. Ti teniamo d'occhio da tempo oramai Shannon. Speravamo che prima o poi te ne accorgessi da sola, sarebbe stato meno traumatico. Per esempio avresti dovuto farti qualche domanda quando non riuscivi ad arrivare al ripiano più in alto della biblioteca della scuola ed il volume è magicamente caduto nelle tue mani. Oppure quando hai fatto suonare in anticipo la campanella scolastica perché volevi che finisse la lezione. Se c'è una cosa a cui non ho mai creduto sono le coincidenze."
Cominciai a piangere e mi alzai, andai in cucina a riflettere. Mi sentivo le guance rigate e mi serviva un fazzoletto. Improvvisamente dal rotolo si scottex si staccò un foglio di carta, che volò verso la mia mano. Rimasi pietrificata. Quindi tutto tornava, i miei continui mal di testa, quegli strani avvenimenti e forse anche quelle altre cose. Ritornai in sala.

"Dovrai frequentare quella scuola Shan." disse dolcemente mio padre. Rimasi paralizzata, il mio sguardo si spostava dagli occhi mare di mio padre a quelli miele del preside. Io, in mezzo a dei mutanti, avrei sicuramente fatto la fine del mio ipod.

"Tutto questo è assurdo. Quando dovrebbe partire?" Mio fratello aveva pronunciato quelle parole con una tristezza che non gli si addiceva per niente.

"Dopodomani, l'anno scolastico incomincerà il 31 Agosto." Vedendo la mia espressione impaurita, si chinò leggermente in avanti e aggiunse: "Ti troverai bene vedrai, starai tra quelli come te. Avrai degli amici, imparerai a controllare le tue abilità e a comprenderle. Inoltre non soffrirai più."
Non soffrirai più. Quelle parole fecero venire a galla i ricordi di alcuni brutti episodi e mi fecero venire la pelle d'oca. Mi leggeva nel pensiero o aveva solo tirato a indovinare? Qui c'è qualquadra che non cosa.

"Potrò tornare a casa quando vorrò?" Strinsi forte la stoffa della poltrona in attesa della risposta.

Il preside mi guardò sbattendo ripetutamente le palpebre e poi scoppiò in una sonora risata, a cui si aggiunsero anche i due custodi, non credevo che sapessero ridere.

Quando si riprese disse: "Certo che potrai, la mia scuola non è un carcere. Per le vacanze poi potrai scegliere se rimanere o tornare a casa, in più durante l'anno, se ne avrai bisogno, potrai chiedere dei permessi."
Mi rilassai e ripresi a respirare normalmente.

Il giorno seguente lo passai prettamente a preparare le valigie e a rassicurare i miei famigliari. Poi dovetti salutare i miei amici. Le uniche persone con cui io abbia sempre avuto un bel legame sono due: i miei migliori amici Alexis e Thomas, ci conoscevamo da quando eravamo dei nanerottoli.

È solo ieri che ho dovuto dire loro, dopo vari discorsi contorti e senza senso (sono famosa per i miei sproloqui), che sono anche io una mutante; gli occhi nocciola di Alexis e di Thomas esprimevano varie emozioni: stupore, tristezza, paura, comprensione ed anche felicità, perché riportando le parole di Thomas "Avere un'amica mutante è proprio figo." Sì, davvero da paura, a meno che tu non sia un mutante.

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"Siamo arrivati." annuncia papà. Scuoto la testa e sgrano gli occhi. Oddio, forse era meglio raggiungere il mio ipod.

#spazioautrice
Scusatemi ma wattpad ha ripubblicato per sbaglio il Capitolo II, ora l'ho eliminato. Il terzo arriverà domani! Scusate ancora :)

The Mirror of the SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora