L'Abisso Cosmico

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Nel cuore pulsante di una galassia lontana, oltre il confine dell'immaginazione umana, giaceva un segreto celato nella notte dei tempi. Un buco nero supermassiccio, un colosso celeste che divorava stelle e sussurrava misteri nell'oscurità, nascondeva al suo interno un enigma ancora più grande.

Era il Tartaros, una prigione quantistica antica quanto l'universo stesso, un abisso senza fondo che sfidava ogni concetto di spazio e tempo. Qui, i Titani, stirpe di divinità primordiali, erano intrappolati in un'esistenza eterna, privati della loro libertà e del loro antico dominio.

I miti narravano di questa entità cosmica, una forza intangibile e invincibile, immune persino alla voracità del buco nero. Il Tartaros era un luogo di assoluto isolamento, dove ogni forma di ordine e potere veniva neutralizzata, dove i Titani languivano, sospesi tra l'essere e il nulla.

Ma anche in questo limbo, un barlume di speranza persisteva. I Titani, sebbene confinati, non avevano dimenticato il loro potere. E nel profondo di quel silenzio assordante, in quel vuoto che sembrava inghiottire ogni cosa, un piano si stava lentamente formando. Un piano per sfuggire al Tartaros, per riemergere nell'universo e reclamare ciò che era stato loro sottratto.

Le Furie, guardiani immortali del Tartaro, erano stati creati dalle civiltà antiche, un connubio perfetto tra l'antico sapere e la più avanzata ingegneria quantistica. Con corpi di metallo scuro e occhi che brillavano di un fuoco freddo, essi erano programmati per una sola missione: mantenere i Titani incatenati all'interno dell'abisso.

In quel luogo dimenticato persino dagli Dei, un'entità di pura energia, si concretizzo dal nulla. Nel momento in cui fece la sua comparsa, le Furie si inchinarono al suo volere, riconoscendo in lui un potere superiore.

La figura si avvicinò al confine della prigione quantistica, dove i Titani erano intrappolati. Con una voce che risuonava come il canto delle stelle, parlò ai Titani, offrendo loro un patto indissolubile. "Vi Libererò dalle catene dell'eternità," disse Omega, "e in cambio voi, servirete il mio disegno cosmico."

I Titani, la loro volontà indomita non spezzata nemmeno dall'infinito isolamento, accettarono. Il patto fu sigillato con parole più antiche del tempo, e le porte del Tartaro si spalancarono. Le Furie, ora sotto il comando della sinistra ombra, si ritirarono, lasciando che i Titani emergessero dall'oscurità verso un destino ancora da chiarire.

L'arrivo della navicella dei Grigi a Olympus aveva un'aura di mistero e potenziale. Recuperata dagli Humanimal con l'aiuto di Quasar, la navicella conteneva individui che, a prima vista, potevano passare per umani. Tuttavia, c'era qualcosa di diverso in loro. La maggior parte sembrava abbastanza anziana, ma alcuni di loro si distinguevano: Flare, Florian, Skye e Tide. Questi quattro erano evidentemente fuori dal comune, portatori di segreti e poteri che andavano oltre l'apparenza umana. La loro presenza avrebbe sicuramente scatenato nuove domande a Olympus.

La spiegazione di Quasar fece luce sulla fisiologia unica degli Elemenths. Certamente, la trasformazione da forma umana a energia cosmica descritta da Quasar era un concetto affascinante. Questa metamorfosi era stata possibile grazie alla mappatura del DNA di esseri eccezionali come Ken, Erik, Lily e Maya. I quattro individui avevano acquisito capacità straordinarie proprio per questo motivo.

La situazione degli altri Elemenths, prigionieri nella base, era leggermente diversa. Essi avevano assunto forme fisiche copiando il DNA del personale della base, ma senza la capacità di poter tornare alla loro forma originale. La particolarità più sorprendente, però, riguardava i quattro individui. Le loro forme umane erano del sesso opposto rispetto ai donatori originali del DNA.

Gli altri membri della base, sono divisi tra chi vede questa rivelazione come una conferma delle infinite possibilità della genetica e chi, invece, è preoccupato per le questioni etiche e le potenziali minacce che potrebbero derivare da tali pratiche. La tensione è palpabile, poiché tutti si interrogano sulle conseguenze future di questa straordinaria scoperta.

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