16 Sfoglia anime

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Mundia pov
Era sdraiato a terra, le mani legate da una corda eppure un sentimento ardeva in lui, determinazione.
-Non vi dirò niente! Io sono fedele solo all'imperatore-.
E così era davvero un soldato. Chi aveva mandato questa mezza calzetta? Tremando sollevò la testa e sputò a terra. Kaam calò in picchiata su di lui e atterrò sulla sua faccia. Gli occhi giallo scuro illuminarono il viso del giovane.  Lui lanciò un urlo. L'uccello, fissandolo con aria maligna, allungò una zampa e la posò sulla sua guancia a pochi millimetri dalla palpebra. L'artiglio non lo stava tagliando eppure il giovane si mise a gridare di dolore. La guancia divenne rossa scarlatta. Alle urla si aggiunsero gli stridii dell'uccello. Nell'aria si diffuse l'odore di carne bruciata.
-Basta così- le mi parole risuonarono nell'aria.
Un silenzio improvviso scese nel sottobosco. Il falco era immobile, il soldato aveva il volto bagnato di lacrime. Saltai giù dal carretto.
-Puoi andare ora-
L'animale rispondeva solo a due persone in tutto il mondo e, perfortuna di quel poveretto, una di quelle ero io. Quasi deluso, Kaam voló via e tornò sulla spalla di Uli. Sulla guancia era rimasta l'impronta della zampa impressa a fuoco. Dopo avrei dovuto dare una bella strigliata a quell'uccellaccio del malaugurio.
Uli mi presentó:
-Mundia la Sfogliaanime, nostra signora e capitana. Rimpiangerai il falco-.
Breve, conciso e intimidatorio, proprio come piaceva a me. Avrei dovuto dare ad Uli un aumento o magari un nuovo uccello.
Parlai con voce lenta e profonda: -Limperatore...-
Stavo tastando il terreno.
C'era del disprezzo nellàsua aurea, quindi non era così fedele come aveva appena affermato. Se avessi premuto i tasti giusti avrebbe parlato.
-non è stato generoso con te, vero?- Scossi la testa come se comprendessi benissimo la sua situazione.
I miei nuovi orecchini d'argento mi sfiorarono il collo.
Era giovane e si vedeva che non aveva molta esperienza nell'esercito. Le mani erano coperti di calli, probabilmente era un contadino.
-E dire che hai lasciato la tua casa e la tua famiglia per lui-.
Il suo corpo presentava chiari segni di malnutrimento.
-È per loro che sei entrato nell'esercito. I tuoi fratelli avevano sempre tanta fame e così hai salutato la tua cara fattoria e sei partito-.
Superato lo spavento iniziale, mi interruppe:
-Non so come tu faccia a sapere queste cose, ma questa piccola messa in scena non servirà a niente-.
Molti all'inizio dubitavano.
Continuai come se niente fosse:
- Sei diventato un saldato semplice-
Stava cercando di bloccare le sue emozioni.
Questo di solito indicava un ricordo traumatico, interessante.
Qui c'era un bel po' da scavare.
-Ma non era la vita eroica che avevi sognato, tutto è andato a rotoli molto in fretta-.
Le sue dita si contrassero leggermente mentre ricordava e sentii il senso di colpa lo rodeva.
-E sei stato tu a farlo. Tu sei la causa...- -Cosa dici, tu non sai niente di me. Tu non puoi saperlo- la voce era spezzata, terrorizzata.
Percepivo flebili in sottofondo amore e nostalgia, ammantati di rammarico e... perdita.
-della morte della tua famiglia, di tutti loro,-
solitudine
-fino all'ultimo-.
Lo shock gli passò sul viso come uno schiaffo.
-Non hai motivo di opporti, dicci, perché sei stato mandato qui?-
Mi guardò spaventato, ma non disse niente.
Avevo commesso un errore. Ma cosa?
Mi inginocchiai accanto a lui. Aveva una catenina al collo, sotto la maglietta si intravedeva la forma di un anello. Allora capii.
-Forse però qualcuno ti è rimasto-
Eccolo il nervo scoperto. Ma questa volta avvertivo mancanza e non perdita, un barlume speranza dissipava la disperazione.
Mi avvicinai
-vorresti tornare da lei vero? Non sarebbe stupendo riabbracciarla?-
Abbassó lo sguardo. No, non poteva farlo. -Non osare nominarla- disse con voce flebile.
Una nuova forza lo invase.
Era per lei che era qui, realizzai. Per salvarla. L'imperatore gli aveva fatto un torto personale. Teneva in ostaggio la sua ragazza. Era spacciata.
-Lui non rispetterà l'accordo, quando smetterà di essere utile la ucciderà. L'ultima persona che ancora tiene a te morirá per colpa tua. Come tutti quelli che l'anno preceduta-.
Qualcosa si ruppe:
-Non è vero, lui la libererà- mi gridò con tutto il fiato che aveva in gola dritto in faccia.
-l'imperatore l'ha promesso. Ho rubato per lui, ho ucciso un uomo per lui...- schizzi di saliva mi imbrattarono la faccia.
Non era vero, l'aveva ucciso abusando del suo potere, poteva sentire il ricordo dell'arroganza.
- ma la sua famiglia si è v laendicata e la mia è morta.-
Arretrai di un passo.
-Me lo deve,-
Era fuori di sé.
-l'imperatore in persona mi ha mandato. Lui stesso ha detto quanto fosse importante la mia missione-.
Lo odiava e  non poteva fare a meno di servirlo. 
Era proprio vero che Daniel era importante. L'imperatore si era scomodato a rapire un ostaggio e dare istruzioni di persona a un semplice soldato.
-Io sarei pronto a tutto per lei-.
La disperazione era diventata troppo potente, stava per fare qualcosa di davvero stupido.
Era pronto a sacrificare la sua vita.
In quell'istante alzò un braccio e posò sulla fronte un faro di segnalazione.
Mi lanciai su di lui.
Il faro deflagrò un istante prima che la mia mano colpisse la sua.

Falling FeathersWhere stories live. Discover now