4 Troppo miele annega

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Ero viva, come se un fuoco si fosse acceso dentro di me e la sua luce illuminasse tutta la stanza. Energia pura scorreva dentro di me acuendo tuti i miei sensi. Sentivo l'energia vitale del cocchiere nel fienile, appena smorzata dal profondo sonno in cui era caduto.
O meglio era stato fatto cadere. Accanto alla sua baluginava quella dei cavalli e di un paio di galline. Sentivo poi un fievole tremolio al piano di sotto, l'oste.
E poi... c'era un fuoco tra il primo e il secondo piano, un'energia così forte da illuminare il soffitto della camera attraverso la finestra. Mi alzai in piedi sul letto per vedere meglio e il mio tallone urtò contro qualcosa di tiepido. Ero un'assassina. Realizzai che avevo davvero ucciso qualcuno. C'era davvero  un cadavere sul letto. Provai un moto di ribrezzo per l'energia che mi scorreva dentro, la sua, ed ebbi un conato di vomito. L' euforia di poco prima si trasformò in agitazione.
Stavo per saltare giù dal letto quando, qualcuno scavalcò la finestra cadendo pesantemente nella stanza con un grugnito soffocato. Era così luminoso che non riuscivo quasi a vederlo. Girai la testa e alzai un braccio per schermare gli occhi. La candela, che non mi ero accorta si fosse spenta, si accese all'improvviso. Mi rigirai di scatto e ora lo vidi.
Il ragazzo dagli occhi verdi rifulgeva in tutto il suo splendore a pochi passi da me. Aveva un aspetto regale, ma sembrava per lo più guardarmi sconvolto. Ci misi un attimo per capire perché mi stesse fissando in quel modo. Ero nuda, eccetto per le mutande e i guanti bianchi, con i piedi ben piantati ai due lati di un cadavere. Mi staccai dall'incanto magnetico dei suoi occhi e corsi verso la porta, carica di adrenalina fin quasi a scoppiare.
-Aspetta- mi disse in un sussurro che suonò alle mie orecchie sensibili come un grido disperato. Non mi voltai ma afferrai la maniglia e tirai, solo per scoprire che la porta era chiusa a chiave.   Nel tempo che ci misi ad afferrare la chiave lui mi raggiunse.
-Aspetta- ripeté e mi afferrò per il gomito. Una nuova potente scarica di energia si riversò nel mio corpo già ricolmo. Per un attimo mi sentii come se fossi in grado di percepire tutto in ogni regno, come se non avessi limiti. C'erano delle luci che si stavano avvicinando alla locanda. Poi tutto divenne nero.

Falling FeathersWhere stories live. Discover now