sette

278 32 45
                                    

sᴀᴍ's ᴘᴏɪɴᴛ ᴏғ ᴠɪᴇᴡ

come avevo detto? nemmeno sotto tortura?

ero finita a quella cena sotto ordine di mia madre, essendo nervosa di mio non mi andava di litigare con lei, o con mia sorella.

sbuffai seduta su quella, scomoda, sedia. ero stanca, in astinenza, ma soprattutto stanca.

solo poche ore prima avevo litigato con Angelina, voleva a tutti i costi farmi esibire con lei, non glie l'avrei data vinta, non per rendere papà fiero di lei.

mia madre si metterà sicuramente in mezzo, lo fa sempre.

mi farà il solito discorso che non avrò futuro continuando così e altre cazzate simili.

costringendomi alla fine ad accettare la proposta di Angelina, le detestavo.
non per davvero, ma il discorso era sempre quello.

"tra quanto posso andarmene?"  chiesi stanca senza rivolgermi a nessuno in particolare.

il vestitino blu che indossavo mi pizzicava la pelle, era un semplice tubino brillantinato con le mezze maniche in pizzo. lo sistemai per l'ennesima volta sulle spalle, tirando leggermente il tessuto e passandomi poi la mano sulla coda alta che mi ero accuratamente fatta.

"credo che l'evento terminerà tra un paio d'ore" esclamò mia madre felice. la sua allegria mi faceva vagamente pensare ad afferrare il coltello davanti a me, affianco al piatto, e piantarmelo in una qualsiasi vena.

"grandioso" dissi fingendo un sorriso. "penso andrò in bagno, o almeno a cercarlo" continuai alzandomi dal mio posto. abbassai il vestitino e senza aspettare nessuna risposta mi diressi alla ricerca di un bagno.

prima o poi l'avrei trovato, forse per disperazione avrei chiesto a qualcuno.

la sala in cui mi trovavo era enorme, i tavolini rotondi si susseguivano agghindati e schematici.

"noioso" sussurrai guardandomi attorno, mi ero allontana abbastanza dal mio tavolo, mancava solo trovare il bagno.

nonostante fosse un posto di lusso notai, con dispiacere, che le Indicazioni per il bagno mancavano.

probabilmente feci uno o due giri completi del locale. nonostante fosse solo una scusa per sgranchirmi le gambe ed allontanarmi dalle due oranmu ritrovavo ad accettare la sfida immaginaria con quel posto.

dovevo trovare quel bagno.

senza pensare continuai a camminare guardando in giro, nemmeno un cameriere sembrava essere disponibile a darmi quell'informazione, quindi dopo l'ennesimo giro decisi di uscire.

uscii da una delle venti porte presenti, trovandomi poi nel giardino sul retro, grande e quasi incantevole.

"la borsa" dissi frustrata. avevo lasciato la borsa attaccata alla sedia, non avevo trovato il bagno e non avevo nulla da fumare.

per non dimenticare il fatto che non toccavo una sostanza stupefacente da più di 24 ore.

"SAM! che bello vederti, non stavi male?' chiese una voce alla mia sinistra. sentendomi chiamare mi voltai in quella direzione, il riccio era accompagnato da una ragazza, anche lei dai capelli colorati, Fiks e un'altra ragazza dai capelli chiari, quasi bianchi.

"ei, ehm... plant" dissi imbarazzata, perché aveva tutta questa confidenza con me? mi ritrovai a pensare che volesse solo prendermi in giro. "vuoi?" continuò senza smettere di sorridere, mi allungò una sigaretta, appena accesa, che però accettai.

"ti aspetto dentro" sussurrò la bionda ad Enrico per poi farmi un sorriso ed entrare. era bellissima, labbra carnose e fisico snello, fasciato da una minigonna e un top che probabilmente avrei potuto vedere su di me solo con il pensiero.

"chi era?" chiesi educatamente guardando i due ragazzi che conoscevo. "Maria Vittoria, Vivi per, beh tutti. è la mia ragazza" mi rispose il rosa per poi portare uno spinello alle labbra, non ne avevo nemmeno sentito l'odore.

"io sono rosa, non so se mi conosci già" esclamò con un sorriso la ragazza dai capelli azzurri. "sono Samantha" dissi ricambiando leggermente il sorriso e ripassando la sigaretta a Plant. "la sorella di Angelina!" mi rispose senza smettere di mostrare la sua felicità, chissà cosa la stesse rallegrando tanto.

"proprio lei" dissi nervosa, era normale fossi conosciuta così.

la figlia di Mango e Laura Valente, oppure la sorella di Angelina, quella che ha partecipato ad amici.

"io rientro, vado da Maria Vittoria" disse Enrico portandosi dietro Rosa e passando il Joint a Plant. "è stato bello conoscerti" mi disse Rosa rientrando definitivamente all'interno del salone.

"anche per me, credo?" dissi confusa.

"perché credo?" fece un tiro parlando in modo quasi aspirato, trattene il fumo qualche secondo per poi sniffarlo fuori.

"non ci siamo dette nulla, solo i nomi" dissi guardandolo nuovamente. "si vede che gli stai simpatica a pelle, com'è successo con me" disse amichevole.

o forse voleva prendermi in giro.

"vuoi?" chiese, per la seconda volta nel giro di pochi minuti. mi allungò la mano e senza pensarci accettai la sigaretta magica, ne avevo bisogno. "grazie" dissi sedendomi sugli scalini poco distanti da noi.

"fumi spesso?" chiese, giusto per fare conversazione, non voleva giudicarmi, credo. infondo fumava anche lui.

"si, forse anche troppo." gli risposi, senza però continuare il discorso. "non ti preoccupa tua mamma questa sera?" chiese quasi innocentemente, "si, ma ne ho bisogno, per una volta posso rischiare di farmi beccare" dissi ridendo appena.

"come mai ne hai bisogno?" chiese una voce alle nostre spalle, che mi fece spaventare. "FIKS MI HAI FATTO PAURA" urlò plant con un forte accento del sud.

"scusate " disse il rosa ridendo, il riccio era letteralmente saltato sul posto, mentre io mi ero solamente voltata di scatto. "quindi?" continuò curioso sedendosi accanto a me, ora ero seduta tra i due ragazzi.

"non credo vi interesserebbe davvero" sorrisi amara, feci l'ennesimo tiro per poi portare lo spinello dritto di fronte a me, come invito a farlo prendere da uno dei due.

"beh a me interessa" disse onesto il ragazzo con cresta, prendendo la canna dalle mie mani. "davvero?" dissi girandomi di scatto verso di lui, sorpresa.

"si? stai fumando uno spinello con noi, quindi la tua storia è d'obbligo" disse Francesco dandomi uh colpetto sul braccio.

"fate fumare una quindicenne ora?"

Matteo, si sedette accanto a plant strappandogli poi l'ammazzo della canna che Fiks gli aveva appena passato.

"sai, per tua informazione ho vent'anni, non quindici" dissi sporgendomi oltre a Plant per guardarlo. "congratulazioni" disse quasi sarcastico.

portava di nuovo quegli occhiali bianchi, forse aveva una fissa. aveva dei jeans larghi neri e una giacca dello stesso colore e materiale. lo stavo fissando, aspettandomi non so esattamente cosa.

"d'accordo, io rientro, vado a cercare il bagno" dissi ai due più sociali del trio. "chiedia a Maria Vittoria o rosa, ci sono andate prima" mi rispose Fiks gentilmente.

"grazie"

mi alzai rientrando in quella stanza con la mente più leggera. non so chi avesse fatto su, ma quello spinello non era leggero.

༄ . °⁎ ⋆ ᴍɪɴᴇ sᴘᴀᴄᴇ
sto capitolo non mi piace

ma forze di causa maggiori hanno detto che è bello.

oggi mi sono svegliata con la neve, piango

15 stelline d'obbligo

💙💖💚

𝗣𝗮𝗿𝗮𝗻𝗼𝗶𝗲  ▸ 𝑙𝑎 𝑆𝑎𝑑Où les histoires vivent. Découvrez maintenant