quattro

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sᴀᴍ's ᴘᴏɪɴᴛ ᴏғ ᴠɪᴇᴡ

Angelina non era stata molto chiara, uscita da retro a sinistra, e dopo?
quanto sarei dovuta proseguire in quella direzione?

avevo continuato a camminare per circa 200 metri, l'hotel era ancora alle mie spalle, in ogni caso avrei fatto in tempo a tornare indietro.

dato che non avevo idea di dove andare cercai di richiamare mia sorella, ma ovviamente la segreteria scattò dopo i primi squilli, aveva spento il telefono.
un suo vizio, quando era in studio, potevi aver bisogno di lei in qualsiasi momento, urgenza o meno, ma lei spegnava il cellulare in ogni caso.

"cazzo Angelina sei proprio utile" sbuffai aprendo la rubrica, per cercare il numero del suo manager, nel mentre continuai a camminare verso nemmeno sapevo dove.

forse fu il dolore al sedere che sentii a riportarmi alla Realtà. avevo sbattuto contro qualcosa finendo dritta sul cemento del marciapiede.
non ero l'unica ad essere caduta, infatti un rumore sordo di qualcosa che cadde seguii la mia caduta.

"cazzo ragazzina, sta più attenta" sentii borbottare da una voce subito dopo. "m-mi dispiace, credo" balbettai, non sapevo nemmeno per cosa esattamente mi stessi scusando, guardai a terra notando la custodia di una chitarra vicina ai miei piedi.

alzai lo sguardo ritrovandomi davanti un ragazzo alto con un'espressione contrariata, quasi incazzata, in volto. non notai il suo sguardo perché coperto da degli occhiali da sole dalla monatura bianca, i capelli sicuramente si notano, verdi fosforescenti, bellissimi.

mi alzai smettendo di guardarlo per poi raccogliere la sua chitarra, "scusami" dissi nuovamente porgendogliela. non disse nulla, mi guardò, credo, solamente, per poi strapparmi quella custodia dalle mani ed incamminarsi nella direzione dove, in teoria, sarei dovuta andare anch'io.

invece di dargli del maleducato pensai di poter chiedergli indicazioni, infondo l'avevo riconosciuto, era anche lui un membro de La Sad, come il ragazzo dai capelli blu.

"scusa, sai dove sono gli studi di registrazione dei cantanti?" chiesi educatamente, si fermò ma senza voltarsi verso di me. "e perché dovrei dirtelo ragazzina? così puoi dirlo a tutte le tue amiche e assaltare gli studii?" disse ridendo e riprendendo a camminare.

"maleducato" dissi semplicemente, forse un po' troppo ad alta voce, sbuffando. si fermò voltandosi leggermente nella mia direzione, non era molto lontano da me, "come?" chiese semplicemente con un topo glaciale.

"ho detto che sei un maleducato. sono appena uscita dallo stesso hotel dove stai alloggiando tu, voglio solo trovare mia sorella che sta provando in degli studii chissà dove e non risponde al telefono, come sempre d'altronde, ma cosa posso aspettarmi da una celebrità come lei infondo, la principessa di casa è-"

"stai mai zitta? ti ho solo chiesto come mi avessi chiamato, non la storia della tua vita" disse stufo e iniziando a ridere, il tutto masticando, rumorosamente, una cicca. penso proprio sia fatto.

"hai della roba?" chiesi senza pensare, l'astinenza, di un solo Giorno, faceva brutti scherzi. parlavo a vanvera ad un completo sconosciuto chiedendogli poi se avesse della droga, sono messa male.

"cos'hai, quindici anni? anche se avessi della roba non te ne darei. gli studii sono quel palazzo di vetro là in fondo. smetti di parlarmi e sparisci dalla mia vista, ragazzina."

se uno sguardo avesse potuto uccidere, forse sarei morta, gli avevo dato del drogato in pratica, manco lo conoscevo. non sapendo esattamente cosa fare, annuii mentre il suo sguardo era ancora fisso su di me. incamminandomi poi verso il palazzo che mi aveva indicato.

𝗣𝗮𝗿𝗮𝗻𝗼𝗶𝗲  ▸ 𝑙𝑎 𝑆𝑎𝑑Where stories live. Discover now