CHAPTER 139 Pt1- La chiave sessuale

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<<Proprio non molli>> Disse. <<Perché dovrei mollare? Sei tu che mi hai detto di venire in spiaggia>> Dissi. <<Vero, dimenticavo che sei un bambino obbediente>> Disse lui ridendo sotto i baffi facendo il giro intorno a me. <<Mi hai fatto venire così puoi prendermi in giro da solo?>> Dissi, mi concentravo di più sullo sfondo: una spiaggia di notte che si vedeva solo il mare estremamente blu dato che faceva buio pesto. <<Può darsi, oppure no>> Disse, faceva il misterioso, lo sentivo. Continuava a girare intorno a me lentamente e ridere sotto i baffi. <<Sembri ubriaco, non è che hai bevuto?>> Dissi. <<Nah, no creo (non credo)>> Disse. <<A me sembra di si, e tra poco mi viene la nausea se continui a girare come un criceto>> Dissi. <<Copriti gli occhi>> Disse all'improvviso, giuro che avevo paura di quello che poteva fare, poteva benissimo prendermi e buttarmi in mare oppure baciarmi soltanto e iniziare l'amplesso, erano due le ipotesi. <<Perché?>> Chiesi, <<Fallo, ti prometto che non ti faccio niente di male>> Disse. Lo guardai dritto negli occhi, non era ubriaco, stava facendo finta di esserlo, era andato di matto. <<Se non vuoi farlo va bene, ci perdi tu non io>> Disse, mi stava mandando fuori pista? Avevo capito che non si trattava di qualcosa sessuale o uno scherzo, faceva sul serio. <<Giovanni che cosa hai fatto?>> Dissi. <<Va bene, te li chiudo io gli occhi>> Disse mettendosi dietro di me e oscurandomi la vista con le sue mani massicce. Avevo paura di quello che aveva pianificato, è troppo imprevedibile come persone e avvolte non so neanche perché ho paura di quello che potrebbe dire o fare da un momento all'altro. <<Cerca nelle mie tasche, magari trovi qualcosa>> Disse, e da qui capì che aveva pianificato qualcosa di serio e mi stava costringendo a fare tutto quello che lui vuole. Preso dalla paura di cosa avesse potuto farmi, cerco di infilare la mano nelle sue tasche del costume, ma giustamente da bendato e soprattutto dietro di me non era facile. <<No, quello è il cazzo>> Disse, onestamente aveva ragione ma di certo le mie mani non avevano gli occhi, anche se il contatto mi era piaciuto. Alla fine trovai la sua tasca e sentì che c'era qualcosa, ma era strano, niente di comune. Pensai inizialmente che fosse più un bracciale in titanio dato che era rigido ma non aveva minimamente la forma di un bracciale dato che alla fine scrutai una superficie rugosa e appuntita. Era... Una chiave? La estrassi e aprì gli occhi, ero consapevole che fosse una chiave ma non avevo la minima idea di quale serratura potesse aprire. Non appena vidi che non era una normale chiave la mia testa incominciò a impazzire: secondo le mie conoscenze quella doveva essere una chiave che mettesse in moto un veicolo e cosa se non una moto? Ma quei dettagli proprio tanto recenti... Non poteva essere vero, non lo aveva fatto seriamente. <<Non mi dire che è quello che penso>> Dissi. <<Kawasaki Fire 4, quella che è uscita nel 2036>> Disse, non poteva essere vero, non poteva aver preso una moto così tanto figa e costosa. I miei pensieri si pietrificarono al solo pensiero che aveva potuto farmi un regalo che amavo sin da troppo tempo. <<Sei uno stronzo>> Dissi abbracciandolo, non avevo sentimenti negativi se non l'odio contro le persone che trattano male il mondo; non avevo cosa dire per ringraziarlo del benessere che mi sta dando. <<Si trova già in Sicilia, nel garage; tranquillo, l'ho presa verde e bianca>> Disse, ma seriamente non la smetteva di rendermi felice? Lo baciai, forse era una lacrima quella che mi era appena scesa sulla guancia o forse il mio viso stava incominciando a perdere pezzi. <<Ti amo vecchio, non sai quanto ti amo>> Dissi, proprio non la smettevo di stargli appiccicato. <<E io amo te piccolo>> Disse. <<Perché? Perché lo hai presa?>> Dissi. <<Non posso neanche prenderti una moto? Giusto un pensierino...>> Disse, alla faccia del pensierino, per me questo era come se mi avesse donato la possibilità di essere immortale. Ripresi a baciarlo, adesso si che avevo fin troppi motivi per passare una notte con lui, se lo meritava una serata di svago, anche se credo che l'abbia fatto per rimediare a tutte le volte che mi prende in giro anche se il primo sono io che lo insulto dandogli del vecchio. Lo portai a terra, fortuna che c'era la sabbia sennò a quest'ora eravamo all'ospedale. La sua pelle soffice mi faceva andare oltre gli schemi, non riuscivo a resistere a quel suo tocco delicato della mano che viaggiava per il mio corpo e su per il mio mento; e quelle labbra così soffici e giocose di tutto che non avevamo pace della mia lingua. <<Te la cerchi sempre, lo hai fatto solo perché sapevi che ti avrei limonato dopo>> Dissi provocandolo. <<Lo sai che è vero?>> Disse stando al mio gioco. <<Ecco perché non lo farò, non credi che fa caldo?>> Dissi alzandomi da quella sabbia e voltandomi in dietro procedendo verso il mare che tanto eravamo già vicini alla riva. Certo che stare al mare di notte è proprio una delle sensazioni più belle che si possono provare nella vita, in più se sei da solo e con la persona che ami... Sensazione ineffabile. Lo continuai a baciare in acqua sotto quella pelle bagnata e così tanto vicini che potevo sentire la sue erezione. Non mi preoccupavo neanche delle chiavi lasciate nel tavolino nella posizione di prima, tanto non c'era nessuno che vagava in quelle parti. Non sapevo descrivere quello che provavo quando mi baciava ma una cosa è sicura: qualche volta lo avrei sbattuto così tanto forte che gli avrei rotto le ossa del corpo. <<E menomale che secondo i miei migliori amici dovevo lasciarti andare>> Dissi. <<Tutti si sbagliano>> Disse. Lui si sedette sul fondo marino, tanto l'acqua era bassa e riusciva a tenere il collo fuori. Io mi misi sopra di lui a stretto contatto con la sua erezione e continuai a limonarlo toccando i suoi capelli bagnati, inutile descrivere i suoi tocchi sul mio fianco e i suoi occhi blu che si confondevano con il colore dell'acqua. <<Se continuiamo un altro poco eiaculo>> Disse, in effetti non aveva tutti i torti e poi per un anziano come lui... Niente è facile da resistere. <<Resisti>> Dissi. <<Magari fosse così semplice>> Disse prendendomi il volto tra le sue mani bagnate. Mi tappai il naso e lo spinsi sott'acqua, riuscì comunque a trovare le sue labbra e lasciargli un piccolo limone prima che ritornassimo a galla per riprendere il respiro. <<Questo è stato inaspettato, potevi avvisarmi>> Disse. <<Le cose inaspettate solo quelle più belle>> Dissi mentre lui riprendeva fiato. Nel frattempo stavo cercando di slacciargli il costume senza che lui se ne accorgesse, aveva il mio peso sulle sue gambe, quindi era quasi improbabile che potesse sentire la mia mano dolce che slacciava il laccio del suo costume. <<Dovrebbe essere un doppio senso?>> Disse, ma non si era accorto che ero riuscivo a slacciargli il costume e adesso la mia mano stava viaggiando tra il suo pene eretto. <<Mh, tu cosa ne pensi?>> Dissi. <<Penso che dovresti continuare ma non per molto>> Disse, magnifica questa sua voglia di stare sempre al mio gioco, tanto in qualsiasi caso riusciva sempre a trovare la via di uscita. Inclinò la testa e quello che potevo vedere era solo la sua perfezione del viso, ma perché era così perfetto? Perché a quella età, tra imperfezioni varie, rimaneva sempre così perfetto? Dal 2026 ad adesso non è cambiato di una virgola, eppure sono passati quasi dodici anni. Mi meraviglio del suo corpo anche se ormai è tutto difettato a causa mia. Ovviamente cercai di farlo eccitare ma non tanto, conoscevo il fatto che non sarebbe resistito così tanto, poi lo farò sgarrare in un altro momento... Tra eccitazioni varie, si era fatta ancora più cupa l'atmosfera e stare sulla riva a pettegolare non era più diventato l'efficiente. <<Scusate, come vi chiamate?>> Chiese un ragazzo, un ragazzo? Ma che dico, una ragazza.

Q.S.(11)- Mestizo 2: Gregor MendelWhere stories live. Discover now