CHAPTER 136 Pt7- Gli 8 sopravvissuti

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<<La cartina dice di proseguire ancora dritto>> Disse Andrea, stavamo camminando da fin troppo tempo e persino per me già era troppo quel viaggio, tanto che tra poco mi sarei buttato a terra a fare il pupazzo di neve. Ero esausto come se avessi fatto una maratona che durava più di tre giorni, in fondo una maratona è meglio di acchiapparsi con le bestie in un bosco e buttarsi da un aereo pochi attimi prima che esplodesse del tutto. <<Come va? Ti vedo giù>> Disse Giovanni mettendosi accanto al fratello. <<Come deve andare, di merda. Non so come faccia Gio, proprio non lo capisco>> Disse Gus. <<Ho capito come ragiona e non ti piacerebbe saperlo>> Disse Giovanni. <<Quel ragazzo ha salvato la vita a fin troppe persone, me compreso, a quest'ora sarei un cadavere in un bosco se non fosse stato per lui>> Disse Gus. <<Te lo avevo detto che avrei scelto quello giusto, ho sempre ragione e non puoi negarlo>> Disse Giovanni. <<Ragazzi, un attimo, qua dice che a pochi metri da noi ci debba essere una uscita ma io non vedo niente>> Disse Andrea. Tutti ci girammo attorno alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, <<Là c'è del giallo>> Disse Giune. A destra di noi, in lontananza, c'era come un piccolo sentiero che differiva dai colori del bosco. Procedemmo verso quella via per poi capire che in realtà era quella la via di fuga e non era una nostra illusione. Tra quelle foglie finalmente giungemmo a una spiaggia, il paesaggio di città era estraneo ai nostri occhi e le persone che giocavano e occupavano quella spiaggia ci fece capire che finalmente eravamo giunti in un posto sicuro e non alle prese con la sopravvivenza. <<Non ci sto credendo, siamo liberi!>> Disse Giusy andando fuori di cenno dalla felicità. <<Siamo veramente salvi?>> Disse Giune. <<Sorry, where are we?>> Disse Giovanni alla prima persone che passava da quella spiaggia. <<Sun Beach, what are you doing here?>> Disse il tizio, sembrava una classica persona che faceva il bagnino o che allestiva un bar presso una località marina a giudicare dal suo stile. <<Where can we find a police station? (Dove possiamo trovare una centrale di polizia?)>> Disse Giovanni e quel tizio gentilmente ci diede le indicazioni. <<Siamo in America, cerchiamo questa centrale di polizia e ce ne torniamo a casa>> Disse Giovanni. <<Finalmente, sani e salvi, almeno ché una macchia non ci investe tutti>> Disse Gus. <<Non essere così pessimista>> Disse Irene. Giungemmo alla nostra prossima tappa, ovvero alla centrale di polizia e spiegammo tutta la situazione nella speranza che non ci sarebbero state delle controversie. <<Your name?>> Disse l'agente. <<Giovanni Galli>> Disse. <<Are you italian?>> Disse l'agente. <<Yeah>> Rispose. <<You died a week ago in a plane crash that was destined for Hawaii (Lei risulta morto una settimana fa in un incidente aereo che era destinato alle Hawaii)>> Disse l'agente. <<We are the survivors, we managed to jump before the plane exploded (Noi siamo i sopravvissuti, siamo riusciti a saltare prima che l'aereo esplodesse)>> Disse Giovanni. <<Give me all the names I contact the Italian state (Datemi tutti i nomi che contatto lo stato italiano)>> Disse l'agente e uno a uno dicemmo i nostri nomi fino a quando non toccò a me. <<Gioele Esposito>> Dissi, l'agente fece una espressione come impressionata. <<Are you the guy who found the cure years ago? (Tu sei il ragazzo che ha trovato la cura anni fa?)>> Disse. <<Yes, I'm>> Dissi, almeno c'era qualcuno che si ricordava di me. <<Great guys, you will be transported to your state shortly. Good luck (Perfetto ragazzi, sarete trasportati nel vostro stato a breve. Buona fortuna)>> Disse l'agente venendo dopo un pò. <<Questo vuol dire che torniamo in Italia?>> Disse Giune. <<Già, almeno che non vuoi rifare una vacanza alle Hawaii>> Dissi. <<Mai più, non mi menzionate più>> Disse Giune. Successivamente un elicottero della polizia ci trasportò in Sicilia, luogo in cui tutto era iniziato. La paura che anche quell'elicottero potesse esplodere era molto alta, anche perché non era proprio un classico elicottero ma più un jet: un misto tra aereo ed elicottero, perché devono inventare dei mezzi così complessi? Varianti di varianti per niente... Ci trasportarono a Palermo per prima cosa, noi risultavamo morti per lo stato e dovevamo dare la nostra presenza e completa vivacità per dimostrare che in realtà noi eravamo riusciti a scampare. <<Quindi mi state dicendo che siete saltati a una altezza notevole prima che l'aereo esplodesse, siete capitati nel bosco più pericoloso dell'America, il Deep Forest, e adesso dopo dieci giorni siete ritornati vivi e vegeti?>> Disse il presidente della Sicilia. <<Non tutti, noi siamo gli unici sopravvissuti, si presume>> Dissi. <<Quell'aereo contava circa sessanta persone e solo voi otto siete sopravvissuti. Complimenti, non so come abbiate fatto, la fortuna è stata dalla vostra parte>> Disse il presidente. <<Più che fortuna, ce la siamo dovuti vedere con tutte le bestie di quel bosco>> Disse Gus. <<Per questo sarete risarciti. L'aereo era privato, avrete in dietro tutta la fatica e l'assistenza necessaria. Siamo consapevoli di avervi messo in pericolo ma adesso siete ritornati a casa. Rimanete nel palazzo che dovrete firmare una serie di documenti ma credo che per oggi siate stanchi e in più sta facendo buio. Fatevi portare dai miei assistenti nell'appartamento sotto>> Disse il presidente. Che ci risarcita era il minimo, in fondo un aereo privato non avrebbe dovuto avere delle incongruenze, ma niente nella vita è perfetto. <<Un letto, oh mio Dio>> Disse Giune, vedere quella camera dopo più di una settimana era come essere tornati dall'esercito. <<Per un attimo ho pensato di perdervi, però è stato fighissimo>> Disse Giune; doccia fatta, finalmente potevamo stare in un letto come dei normali essere umani e potevamo mangiare cose commestibili. <<Ve l'ho detto che sarebbe finita bene, cosa avrei fatto se vi avessi perso?>> Disse Giovanni. <<Io avrei smesso di vivere>> Dissi tornando dalla mia doccia dopo essermi bendato le braccia anche se ormai i graffi si stavano rimarginando. Li raggiunsi nel letto baciando Giovanni. <<E io sarei resuscitato per ucciderti con le mie stesse mani>> Disse Giovanni. <<Io seriamente non ce l'avrei fatta se uno dei due sarebbe morto>> Disse Giune. <<Allora vi avrei ucciso entrambi. Pensavo di non ritrovarvi più, e ho capito come è la vita senza di voi: una merda, quindi credetemi se vi dico che qualche giorno resuscito se vengo a sapere se vi uccidete per me>> Disse Giovanni. <<Vuole fare il sentimentale>> Dissi. <<Però è carino quando lo fa>> Disse Giune abbracciando il padre. <<Hai perso qualche chilo comunque>> Disse Giune. <<Lo avevo detto che la pancia era più sgonfia, dobbiamo farlo mangiare così possiamo usarlo di nuovo come cuscino>> Dissi a Giune. <<Siete degli stronzi>> Disse Giovanni. <<Tu di più>> Dissi. <<Sto per cambiare stanza, me ne vado da mio fratello>> Disse. <<Non ci provare, queste idee pazze lasciale da parte>> Disse Giune, in tutto questo non si era staccata dal padre. <<Ma secondo te vi lascio? Siete tutto per me, non vi lascerei neanche se mi obbligassero>> Disse. <<Sta riprovando a fare il sentimentale>> Dissi. <<Si, ok?>> Disse. I suoi occhi erano così belli e il suo viso era così perfetto che quasi sembrava non essermi mai accorto delle sue caratteristiche perfette. Lo baciai, altro non potevo fare al termine di quella giornata esaustiva. Pensavo di non farcela, tutti lo pensavamo, ma in realtà ancora una volta eravamo riusci a scampare il pericolo e adesso eravamo più uniti che mai, anche se non tutti. Adesso, l'ultimo passo che dovevamo fare era quello di tornare nella nostra vera ed effettiva casa; ma momenti come questi si vivono una volta sola.

Q.S.(11)- Mestizo 2: Gregor MendelDonde viven las historias. Descúbrelo ahora