CHAPTER 136 Pt5- Autolesionismo post-cuius

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<<Piacere io sono Andrea e lei è mia moglie Giusy>> Disse un tizio sulla trentacinque anni che si avvicinò a noi, stava con Giovanni prima quindi sembrava una buona persona. <<Io sono Gio, lui è Gus e lei è Giune>> Dissi, ormai fare le presentazioni era diventato il mio forte. <<Sei tu quindi il famoso Gio di cui parla>> Disse Andrea gradito dalla mia presenza e poi volgendo uno sguardo a Giovanni. <<Già, con quanta probabilità siete eterocromatici insieme>> Dissi, sia Andrea che Giusy avevano gli occhi uguali ma soprattutto particolari: una iride era castana e l'altra verde tendente sul grigio; sembravano fratelli. <<Pura causalità, siamo rimasti perplessi anche noi quando ci siamo incontrati per la prima volta>> Disse Andrea. Conoscere nuova gente, persone che erano con noi nell'aereo e che adesso sono sopravvissute allo schianto, ma adesso la missione principale era quella di fuggire da questo bosco che sembrava infinito. <<Hai veramente deciso di mangiare un animale?>> Dissi nella sera quando stavamo cucinando quel lupo che avevo ucciso, se l'è cercata lui, poteva anche non aggredirci. Sapevo che Giovanni non amava mangiare animali soprattutto quando erano stati uccisi proprio per quello scopo. <<Faccio di tutto per rimanere in vita, anche andare contro me stesso>> Disse. <<Già sapevo la risposta comunque, non c'era bisogno che rispondevi>> Dissi, lui mi guardò come infastidito ma tanto ormai sapevo ogni suo pensiero e il motivo delle sue azioni. Presto tutti andarono a dormire, Gus era la persona più felice del mondo essendo a conoscenza che adesso suo figlio era con lui ed era tutto integro, almeno c'è qualcuno che colma il suo cuore distrutto. <<Me ne vuoi parlare?>> Disse Giovanni, aspettava proprio quel momento per entrare nella discussione più totale. <<Prima devo fare un giro, mi assicuro che non ci siano altri lupi>> Dissi alzandomi. <<Gio, pensi veramente che io possa credere a questa cazzata?>> Disse alzandosi anche lui. <<Dovresti>> Dissi incominciando a camminare verso il posto che più tanto amavo da una settimana circa. <<Hai perso una madre, un migliore amico e un amico tutto d'un colpo; non stai bene e lo capisco dai tuoi occhi. È inutile che continui a fare finta di niente distruggendoti di nascosto; perché si, so che quei graffi che hai sulle braccia non sono tutti fattori di sopravvivenza>> Disse, subito dopo mi fermai. <<Meglio uccidere me stesso che le persone che mi stanno accanto>> Dissi. <<Allora perché non mi uccidi? Sfoga la tua rabbia su di me>> Disse bloccandomi le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi. Sapevo di avere gli occhi in lacrime, lo vedevo nebuloso. <<Non sei tu la causa, e non devi renderti colpevole di situazioni che non sono tue. Va bene piangere i morti, ma l'autolesionismo post-cuius no>> Disse passando il suo pollice sulla mia guancia rigata dalla mia lacrima. <<Non sono riuscito a salvare Cristian. Era stato avvelenato con delle bacche, ho provato ad amputargli il braccio per evitare la diffusione del patogeno ma non ce l'ha fatta>> Dissi, e fu così che la mia resistenza interiore cadde. <<E pensi che sia colpa tua? Hai fatto quello che dovevi fare ma se il suo corpo non c'è l'ha fatta non è colpa tua>> Disse. <<Ho prestato aiuto a tutti i miei migliori amici, e non ce l'hanno fatta in tutti quanti i casi. Perché ancora continuano a sacrificarsi per me se tanto il mio aiuto è come se non facesse effetto?>> Dissi. <<Perché ti hanno amato, nessuno di loro hanno voluto offrire il sostegno per ricevere aiuto da te, ma perché ti amano e questo tu non lo vuoi capire. Se una persona si sacrifica per te, tu non puoi a tua volta sacrificare la tua vita per loro>> Disse, perché quando sto con lui il mio cervello sembra avere un'altra forma? Perché riesce sempre ad aprirmi il cervello e fammi vedere tutta la prospettiva del mondo che non esiste? <<Tu stai facendo lo stesso per Giune ma non te ne rendi conto, e io lo sto facendo per voi>> Disse, come faceva a rimanere così impassibile davanti a situazione come queste? Mi prese il machete dalle mani, a dire la verità io mollai la presa, il mio corpo era come scarico. <<Andiamo a dormire o vuoi uccidermi?>> Disse, lo abbracciai, quella pelle morbida rimaneva indifferente in tutte le circostante: mi stupisco di come non aveva niente di rotto, né lui né Gabriel, come se l'impatto non gli avesse fatto effetto. <<Vorrei fare entrambi>> Dissi. <<Prima dormiamo però>> Disse rispondendo alla mia ironia con la sua. Eravamo tutti ricongiunti, e con tutti non intendo nel vero senso della parola, era come l'inizio: io con i fratelli Galli, con l'aggiunta di Giune e Gabriel. Però ancora la missione non era finita, dovevamo trovare una via di fuga e tornare a casa anche se di questo passo saremmo morti tutti divorati dalle bestie che ci sono in questo dannato bosco. <<Sono sincero però, ho avuto una paura forte che vi fosse capitato qualcosa>> Disse. <<Ho capito, vuoi fare il romantico senza fare il romantico>> Dissi. <<Perché mi devi insultare sempre?>> Disse. <<Perché sei una palla facile da manipolare, però la devi smettere di starmi sempre attaccato>> Dissi e lui rise. Sotto quel cielo stellato e il silenzio che si celava in quella natura era impossibile rimanere seri e ingrati del proprio io. <<Va bene>> Disse e mise dietro di me di lato abbracciandomi da dietro come un peluche. <<Mi aspettavo di peggio>> Dissi. <<Eh, capisci che c'è gente, non posso fare sesso>> Disse al mio orecchio. <<Non intendevo quello, stronzo>> Dissi, era anche il simbolo della comicità quell'uomo, cose da impazzire. Un altro giorno in quella vita monotona si faceva vivo in quella vita. Avrei preferito morire piuttosto che continuare a navigare in quel bosco sperduto. Dovevamo anche essere vicino alle Hawaii visto che poco prima che l'aereo cadesse eravamo quasi arrivati, una cosa è certa però: ci trovavamo in America. <<Forza ragazzi, cerchiamo qualcosa in giro e speriamo che questo giorno sia migliore dei precedenti>> Disse Andrea. <<Tanto non lo sarà mai>> Disse Gus. <<Un pò di positività, forza>> Disse Giovanni. <<Ancora non capisco come mai sei tutto intero, sembra che il botto ti abbia ricaricato le energie>> Dissi. <<Siamo caduti in un lago, fine della storia>> Disse Giovanni. <<Che culo, solo a noi è andata di merda>> Disse Giune. <<Ne vogliamo parlare?>> Disse Gus. <<Pensate che una persona vicino a noi ha sbattuto la testa contro una roccia nell'impatto, dico solo questo>> Disse Giusy. <<C'è una casa da quelle parti>> Disse Giune, ed effettivamente una casa di legno si trovava in fondo alla nostra visuale. Sembrava una di quelle case che si costruiscono i cacciatori o i pescatori per riservare i propri strumenti, magari troveremo qualcuno o qualcosa. L'interno era vuoto, completamente vuoto e disabitato, le ragnatele e la polvere potevano confermare. <<Non c'è niente qui, però ci sono queste scatolette che posso essere buone>> Disse Andrea controllando dentro i cassetti. <<Guarda la scadenza, sembrano molto vecchie>> Disse Gus. <<Sono scadute da dieci anni>> Disse Andrea. <<Perfetto, possiamo rinunciare anche a questa casa>> Disse Irene. <<In realtà si trattano di fagioli, quindi se li bolliamo ad alta temperatura ritornano come erano prima e l'organismo può sintetizzarli correttamente. Il sistema immunitario reggerà>> Disse Giovanni. <<Se lo dice mio fratello allora possiamo mangiarli>> Disse Gus prendendo uno zaino che avevamo trovato in quella casetta e riempiendolo con più scatolette possibili. <<Ci sono anche attrezzi da caccia: qualche coltello, pistole e archi che non credo che qualcuno di noi sappia usare>> Disse Giusy. <<Prendi solo i coltelli, possono essere utili>> Dissi sotto lo sguardo di Giovanni. Avrei preferito morire di fame piuttosto che ammazzare un animale davanti ai suoi occhi: come se già non lo avessi fatto ieri per difendermi da quel lupo.

Q.S.(11)- Mestizo 2: Gregor MendelWhere stories live. Discover now