CHAPTER 136 Pt4- Ti ho ritrovato

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Rabbia. Depressione. Tristezza. Non riuscivo a capire neanche io cosa provavo di più in questo momento. La mia testa era solo concentrata a continuare a vivere, non pensavo a mia madre o a Cristian o a Nicolas o Giovanni, sperando che sia vivo, avevo una missione da portare al termine e non stavo facendo nessun progresso. <<Dovremmo accamparci qui per la notte, sperando che non vengano altre bestie a divorarci>> Disse Irene, era letteralmente buio e non avevamo trovato niente di niente, solo qualche frutto qua e là ma molti non ero sicuro se fossero buoni e non avvelenati come gli era capitato a Cristian. In un certo senso già sentivo la mancanza di Cristian, pensavo che aver trovato un altro migliore amico dopo la morte di Giova fosse stata la mia svolta e che tutto fosse cambiato ma in realtà non è così: ogni mio migliore amico che ho avuto ha avuto la stessa sorte; o se ne andavano da me oppure morivano per causa mia. Ci ho rinunciato ad averlo con, preferisco non avere amici così stretti piuttosto che mettere a rischio la vita di gente che io amo. Anche se ero molto legato con Cristian, so che riuscirò a passare la sua morte, ormai mi sono abituato a perdere persone che conosco da una vita e che mi stanno più care. In questo mondo di merda non si può avere neanche un pò di pace e tranquillità che subito arriva il devasto. Non capisco come sia possibile che la legge della natura va contro quella dell'umanità. Leopardi aveva ragione a caratterizzare la natura come malvagia; riflettendo, il bene sarà sempre sopraffatto dal male. E in queste foglie dalla luce scura, credo che non esista creatura o divinità che possa capovolgere ogni legge terrestre. Passavano i giorni, ognuno di questo era sempre più noioso e ci metteva alla dura prova con le missioni che c'erano in quel bosco. Le mie gambe non ce la facevano più a camminare, erano completamente distrutte tra graffi e sangue che correva anche nelle mie braccia; Gus sembrava stanco e la ferita gli si era pure infettata, mentre Giune era l'unica che riusciva a restare sempre in piedi ma solo perché io prendevo in dolore per tre. Irene invece mi dava sostegno quando dovevo abbattere gli animali per la cena, che non era una cosa da poco. Alla fine ci ha spiegato perché aveva un machete nello zaino quel giorno: essa trovò una casetta con tanti attrezzi e cercò di prendere il più possibile ma poi quel lupo la raggiunse e fu costretta a scappare immediatamente. Anche se non era molto ci è comunque servito molto questo machete, e lo utilizzavo sempre io dato che loro sono negati con il sangue, come se potesse essere acido... Ma non trovavamo niente di niente, niente case, niente laghi... Come se tutto fosse sparito e ci fosse solo quel dannato bosco che percorrevamo ogni singolo giorno. <<Quindi la tua migliora amica ha studiato anatomia?>> Dissi, nel corso di quelle passeggiate niente si poteva fare se non dialogare e conoscerci meglio con quella graziosa ragazza. <<Già, non sa nemmeno lei come ha fatto a passare il test. Adesso però non so io dove sia in questo momento, ammesso che sia viva>> Disse. <<La troveremo>> Dissi, ormai ci stavo perdendo le speranze anch'io ma se mollavo tutto adesso sarebbe stato tutto inutile e soprattutto non avrei mantenuto la promessa a Cristian. La notte, proprio quando tutti dormono, mi reco sempre nell'isolato più vicino e dò spazio alle mie crisi di rabbia. Incomincio a prendere tutto frustate e mi rovino le nocche, questo era il mio modo di piangere i morti, non riservando lacrime in corpo ma trasformarli in rabbia che poi avrei scaricato fortemente su me stesso. Mi faccio paura da solo, ecco perché vorrei che nessuno mi vedesse, anche perché poi incomincio a prendermela anche con chi ho accanto e la probabilità che io possa caricargli un pugno è molto alta. <<Gio, c'è un lupo, è abbastanza piccolo>> Disse Irene. <<Gus porta via Giune>> Dissi nella tranquillità tanto ormai eravamo abituati con quelle situazioni ma neanche il tempo di captare l'informazione che il lupo sparì. Dov'era finito? Perché non era più davanti a noi? Un attimo dopo lo ritrovai dietro che stava procedendo verso Giune. Spostai quest'ultima e riuscì a farlo attirare verso di me. Il lupo era sopra di me che voleva addentare il mio viso con quei suoi denti affilati mentre io cercavo di tenere quella bocca più lontana possibile dalla mia faccia con quel machete, ma era troppo forte rispetto a me. <<Cazzo ne sta arrivando un altro>> Disse Gus allarmato. <<Andate via>> Dissi. <<E ti lasciamo qui con questa bestia?>> Disse Irene. <<Me la caverò>> Dissi, invece non era vero perché le mie braccia stavano cedendo e presto non ce l'avrei fatta più. <<Ci penso io, o almeno ci provo>> Disse Irene andando dall'altro lupo estraendo il coltello che avevamo trovato l'altra sera per terra. <<Gus scappa, porta via Giune>> Dissi, tra poco avrei ceduto e non ci sarebbe stata chance per me. Un mio braccio cedette, i denti di quel lupo erano a pochi centimetri dal mio viso e il suo grugnito affamato mi faceva mettere ancora più timore. Le sue zanne sulle mie gambe mi stavano facendo più che male, quello che potevo muovere erano solo le braccia ma con un peso di quel tipo non riuscivo neanche a fare resistenza. Proprio quando mi era rimasto una briciola di energia in corpo, cercai di tenere il collo di quel lupo con una mano in modo tale che potessi impugnare al meglio il machete e con una mossa astina lo conficcai sulla testa di quest'ultimo. Questo cadde addosso a me senza vita, che poi spostai istantaneamente. Dovevo recuperare il respiro ma una mano mi si fiondò davanti al mio sguardo incuriosendolo: la sua forma piccola e perfetta, con quelle vene evidenti; alzai lo sguardo e scrutai quegli occhi blu che quasi mi sembravano irreali. <<Un punto per Gio, zero per il lupo grigio>> Disse, era proprio lui, la persona che meno mi aspettavo in quel momento, la persona che più amavo al mondo. Mi alzai istantaneamente, da un momento all'altro non avvertivo più stanchezza e dolore ma solo felicità verso quella persona che riusciva sempre a starmi attaccato. Lo baciai. <<Incominciavo a pensare che fossi morto>>Dissi, non stavo credendo ai miei occhi, già avevo messo la testa a posto sul fatto che non ce l'avesse fatta e che potevo incominciare a trovare un piano per suicidarmi. <<Che basso giudizio che mi dai>> Disse. <<Sarebbe gradito un aiuto>> Disse Irene alle prese con quel lupo piccolo, apprezzo la sua disponibilità nell'aiuto. <<Un attimo>> Dissi indietreggiando e impugnando il machete al contrario proprio per dare forza. Presi le orecchie di quel lupetto e gli rigai il volto, costringendolo a scappare via. <<Papà>> Dissero quasi completamente Giune e Gabriel andando dai due poli opposti. Giune andò da Giovanni abbracciandolo e Gabriel lo stesso con Gus. <<Giusy...>> Disse Irene, vedendo che c'era una ragazza che stava correndo verso questa. <<Piccola, come stai?>> Disse Giovanni in preda alle lacrime. <<I giorni peggiori della mia vita>> Rispose. <<Ti sei ridotto di merda piccolo, con quanti lupi hai litigato?>> Disse vedendo le mie braccia piene di sangue. <<Fin troppi, tra poco me li amputo e faccio prima>> Dissi. <<Gigi, fratello>> Disse Gus abbracciando Giovanni con più lacrime di tutti. <<Che ti è successo?>> Disse. <<Non ne parliamo che è meglio>> Dissi. <<Non ho visto nessun altro, solo quelle due persone, Giusy e Andrea, che a quanto pare conoscono la ragazza che è con voi>> Disse indicando che anche loro si erano ricongiunti. Io e Gus ci guardammo un attimo, noi si che sapevamo dove erano finiti tutti gli altri. Giovanni capì il nostro sguardo: <<Non mi dite che...>> Disse perplesso. Subito guardò me come se dovessi presentare più distruzione di tutti gli altri, quanto mi conosceva bene quell'uomo.

Q.S.(11)- Mestizo 2: Gregor MendelМесто, где живут истории. Откройте их для себя