Capitolo 21: Sof

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«Senti...» mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui. «Sai... Quando eravamo piccoli, a me e Joy piaceva rimanere sdraiati in mezzo ai campi di grano e guardare le stelle.» si distese ed incrociò le braccia dietro la testa, interrompendomi. Lo imitai «Joy?» chiesi divertita. Anche lui rise, una risata piena di nostalgia. «Sì... La mia gioia... Lei era tutto quello che mi era rimasto della mia famiglia, dopo la morte dei miei genitori... Vivevo per lei. Vivo per lei. Poi spunta la B.L.C. che le strappa via la memoria, sostituendola con quella fasulla» disse sprezzante. Sapevo che ogni singola cosa che diceva era vera e non perché mi fidavo delle sue parole o perché sapevo che non stava mentendo, ma perché quella storia mi era familiare. «Così l'hanno fatta diventare una fedele seguace della B.L.C.» disse disgustato. «Lo so cos'è successo» sussurrai. Lui si voltò stupito verso di me «I tuoi genitori... È stata la B.L.C. vero?» chiesi sentendomi in colpa. «Ti... Ti ricordi?» scossi la testa desolata «Non tutto. Solo intuito, una sensazione... Come un deja vu» risposi triste. Rimanemmo in silenzio a fissare le stelle, luminose e bellissime. «Sai... Quando ho scoperto che Joy era diventata la tua migliore amica, quasi non ci credevo.» disse divertito «Lei ti odiava! Per lei eri la "sbruffona", perché eri migliore di tutti in tutto e pensava che ti rifiutavi di allenarti con noi perché ti credevi troppo brava, non poteva sapere che era tuo nonno che ti obbligava» «Jo invidiosa di me? Non ce la vedo» risi. «Cosa... Cosa facevamo? Come passavamo il tempo?» chiesi «Ecco... Ci allenavamo insieme, chiacchieravamo e ci aiutavamo ad alleviare il dolore reciproco.» cosa non più possibile perché non mi ricordo più nulla. James si stirò come un gatto poi lasciò andare le braccia sull'erba, le sue dita sfiorarono le mie, facendomi prendere una scossa, ma nessuno dei due spostò la mano. Restammo sdraiati sotto un manto di stelle, uniti solo da quel tocco. Non avevo idea che le dita potessero essere tanto sensibili. «Forse è meglio andare a dormire» dissi all'improvviso alzandomi «Sì... È meglio» convenne. Raggiunsi la mia tenda e mi voltai un ultima volta verso di lui. Il suo profilo era nitido grazie alla luna piena, la luce illuminava il volto regale di James e i suoi scuri capelli spettinati. Era bellissimo. «Buonanotte» dissi. «Buonanotte» rispose.
Mi infilai nel mio sacco a pelo, pronta ad entrare nel mondo dei sogni, ma nonostante mi girassi e rigirassi nel sacco cercando una posizione più comoda, non riuscivo proprio a prendere sonno. Quella sera James si era aperto con me molto più di quanto avesse mai fatto fino ad ora. Lui cercava in me la sua vecchia confidente, la sua cotta, solo che di lei non ce n' era traccia. Sono una persona diversa ormai.
Sentii dei brividi di freddo così cercai nel borsone, preparato dai ragazzi, qualcosa da mettermi e trovai il cappellino verde di James, sorrisi e lo misi, poi tornai a sdraiarmi.
Solo il pensiero di lui mi faceva spuntare un sorriso ebete sulle labbra, i momenti in cui mi sfiorava, il modo in cui mi guardava, le parole che mi rivolgeva mi facevano battere il cuore all'impazzata. Ero fin troppo consapevole della sua presenza nella tenda accanto e un improvviso desiderio di raggiungerlo e sdraiarmi accanto a lui mi invase la mente. Queste strane sensazioni ed emozioni mi spaventavano, non potevo essere... No, non di lui. Non ci poteva essere futuro. Lui era legato a mia nonna e io lo seguivo solo per poter salvare mia madre. Dopodichè... E poi, a lui non interessavo, l'aveva detto chiaramente che non aveva più una cotta per me e, anche se avesse mentito, cercava una persona che non ero io. E poi mi ha rapita, santo cielo! Quale ostaggio si innamorerebbe del suo rapitore! Dovevo tenere a freno le mie emozioni, altrimenti avrei rischiato di farmi distruggere, di nuovo.

Alla fine ero riuscita ad addormentarmi. La mattina seguente uscii dalla tenda di buon umore, quella di James era già stata smontata, ma di lui nessuna traccia. Lo scorsi poco lontano, appena lo vidi dimenticai tutti i miei buoni propositi di stargli lontano, che parlava... Al telefono? Ha un telefono? Mi avvicinai di soppiatto. Stranamente riuscii ad avere il passo felpato di un gatto senza lasciar traccia di quello sgraziato, significava che stavo facendo progressi. «Ne sei sicuro?» stava dicendo James preoccupato «Ma... Hai ragione, prima di tutto vado da lui... Dici? Credi che lo tenga lei? Allora andrò...» continuò. Scattai e gli presi il telefono dalle mani «Pronto? Con chi parlo?» chiesi indietreggiando alla vista del volto di James, un misto stra furia e stupore. Veramente buffa. «Sophie?» chiese l'altro capo del telefono «Oh! Nox!» esclamai riconoscendo la voce «Hai appena fregato il telefono a Jase?» «Mmm, se ti sto parlando, direi di sì» dissi tenendo d'occhio il proprietario che in quel momento era solo furioso, ma non si mosse di un millimetro per cercare di recuperare il telefono. Nox rise «Strano che si sia lasciato sorprendere! Ma perché l'hai fatto?» «Scherzi? È da secoli che non tengo un telefono in mano! E questo brutto bastardo ne aveva avuto uno tutto il tempo! Dopo che ha buttato in mezzo alla neve il mio!» «Ehi! Guarda che non è perduto. Dovevo lasciare un messaggio a mia sorella» protestò il diretto interessato. «Sta di fatto che non se lo merita. Sono rimasta indietro con le mie letture per colpa sua. Ora gli sequestro il telefono e mi godo almeno i libri in pdf» dichiarai ignorandolo. «Quindi se ti chiedo di passarmelo non lo farai?» tentò Nox in un subdolo tentatovo di farmi sentire in colpa «No, mi dispiace. Ci risentiamo presto» e attaccai. Alzai lo sguardo su James che aveva incrociato le braccia.
«Credi davvero che non riuscirò a riprendermelo?» mi chiese divertito. Aveva ragione, non avrebbe nessuna difficoltà a strapparmelo di mano. Così feci la prima cosa che mi passò per la testa. Infilai il telefono nella coppa del reggiseno. Evidentemente non se l'aspettava «Dimmi che non hai messo il mio telefono tra i tuoi s...» arrossì. Quel segno di debolezza mi rese più audace «Sì, l'ho fatto!» in due falcate mi ritrovai davanti a lui e lo guardai da sotto in sù, sfidandolo a recuperare il suo "preziosissimo mezzo di comunicazione". Rendendosi conto della sua situazione di svantaggio, cambiò atteggiamento e tornò ad essere arrogante e... «Mi stai dando il tuo permesso?» disse con il suo solito sorriso sghembo. La sua mano raggiunse il mio volto e accarezzò delicatamente la mia guancia, provocandomi un brivido che rischiava di farmi sciogliere come burro. Quale rischio? Mi stavo sciogliendo! Avvicinò il suo volto al mio orecchio e quando parlò sentii il suo alito caldo solleticarmi il collo «Se proprio insisti...» sussurrò con voce roca mentre la sua mano destra dal mio volto scese lungo il collo, spostandomi i capelli indietro «...ti accontento» le sue dita si trovavano sulla clavicola e il pollice iniziò a disegnare cerchi invisibili sulla mia pelle chiara che stava cambiando in rosso. Con grande forza di volontà feci un passo indietro. Non potevo lasciarmi distrarre da quelle mani. «Non... Non era un per... Permesso. Se... Se mi tocchi inizio a gridare e ti accuserò di stupro» balbettai stupidamente. Lui rise forte, una risata calda che mi rimbombò nelle ossa «Vedi per caso qualcuno nei paraggi?» mi guardai intorno e constatai che, effettivamente, non c'era nessuno di visibile. Lui mi fissava intensamente, tanto che iniziai a sentirmi a disagio.
«Smettila di fissarmi!» sbottai «Mi dispiace, non riesco a smettere di guardarti, è più forte di me» rispose candidamente, ricoprendo la distanza che ci separava. Stava per caso flirtando con me? Proprio ora che avevo dichiarato che non potevo lasciarlo entrare nel mio fragile cuore? «Ti avverto James se ti avvicini ancora...» mi prese la mano e si avvicinò ancora di più. Ormai non ero più capace di concepire qualcosa di sensato, tutto quello che sentivo era il mio cuore che batteva all'impazzata per lui, sorrise ancora di più, evidentemente lo sentiva per via dei suoi strambi sensi dovuti al suo controllo sull'elemento dell'acqua.
«Posso baciarti?» sussurrò, ma probabilmente non avevo sentito bene «Cosa?» «Posso baciarti?» ripetè. Arrossii violentemente e dissi la prima cosa che mi venne in mente «non puoi chiedere a una persona se la puoi baciare, James!» quella situazione mi ricordava il nostro primo incontro, quello con la bici, quindi se la sua reazione fosse stata la medesima... «hai ragione» sorrise « si fa e basta.» mi attirò a sé e premette le sue labbra sulle mie. Spalancai gli occhi per la sorpresa, ma non mi ritrassi. E chi lo avrebbe fatto? Si staccò prima che diventasse qualcosa di troppo profondo. Ma era troppo tardi. Quel bacio a stampo mi aveva incendiato le labbra, accendendo il desiderio di avere qualcosa di più. Ma non solo, le fiamme che mi si erano accese nel cuore significavano qualcosa di grande e indomabile e quella cosa mi spaventava. Lui poteva non provare quello che provavo io e questo mi avrebbe fatto male, anzi mi faceva male. Più male dei tradimenti subiti.
«È il mio cappello quello che porti?» chiese divertito. Ovviamente non risposi «Beh? Hai fame?» continuò come se non fosse successo niente, raggiungendo la mia tenda e iniziando a smontarla.
Se non gli interessavo in quel senso, perché mi aveva baciata? Per puro divertimento? No, James non è così, non vede divertimento nelle sofferenze altrui. Improvvisamente capii, mi tastai il seno per sentire se il telefono era ancora lì, incredibilmente c'era. Non aveva sfruttato quel momento per riprenderselo cime pensavo, quindi mi ero sbagliata. Allora perché l'aveva fatto? Forse tu gli piaci... Zittii quell'idea, non sarebbe stato sano darmi false speranze. «Tu mi hai baciato» dichiarai l'ovvio. «Sì, l'ho fatto. E non chiedermi il perché. Non c'è un motivo. Mi andava e basta.» disse salendo in macchina. Lo seguii. Quando richiusi la portiera e mi fui allacciata la cintura di sicurezza lui disse «E poi non è stata mica la prima volta.» ammiccò.

Angolo Autrice

Ed eccolo! Non fate quei musi lunghi! Il bello deve ancora venire! Provate ad indovinare quand'è stata la prima volta invece? Ovviamente è stato prima della perdita di memoria, ma in quale situazione, se Sophie non ha mai saputo che lui aveva una cotta per lei? Suggerimento: è una situazione del passato che ho ripetuto molte volte, un caso strano... È precisato nel primo libro, non in modo chiaro ma accennato. Mi aspetto tante stelline e commenti per questo capitolo intesi?

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