capitolo 5: Sof

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Era bello potersi riposare. James si era procurato misteriosamente due biglietti in prima classe, mentre io vagavo in giro, e ora eravamo diretti a Vancouver. Seduta davanti a lui mi misi a studiarlo, cercando di capire come iniziare una conversazione. Seria. «Mi stai fissando» disse lui all'improvviso senza distogliere gli occhi dal paesaggio mozzafiato fuori dal finestrino.«Sì, lo sto facendo» lo sfidai. Portò il suo sguardo su di me «Non mi dispiace. Puoi continuare a farlo se ti va. E so che ti va.» disse con il suo solito mezzo sorriso. «Tu sei troppo arrogante per i miei gusti» «Conosco i miei punti forti» replicò facendo un'alzata di spalle. «Come mai riesci a controllare anche l'acqua?» buttai lì ignorando il suo commento da sbruffone. «Come mai sei riuscita a battere un Ignis adulto?» mi fece eco lui. «Io...» iniziai «Te lo spiego io. La tua memoria si sta risvegliando insieme ai tuoi poteri. Tutti gli allenamenti a cui sei stata sottoposta da giovane stanno riaffiorando, l'istinto sta superando la ragione. Eri brava. Molto brava. Ma se non riesci a controllarti diventeresti un pericolo per tutti... E per te stessa.» mi disse sporgendosi in avanti guardandomi dritto negli occhi. «Io...» balbettai di nuovo. Ero distratta. Le sue parole avrebbero dovuto mettermi in agitazione ma... Il suo sguardo mi stava distraendo. Non era il solito, quello divertito e arrogante. Era serio e pieno di emozioni represse. E poi il colore... Il colore delle sue iridi. Ero sempre stata convinta che fossero azzurri, pensavo fossero azzurri come l'acqua cristallina di un ruscello. In realtà erano verdi, verde acqua, con varie sfumature del mare. Con la luce che proveniva dal finestrino si capiva molto meglio. Accidenti a lui, non poteva avere per gli occhi un banale azzurro anonimo? Doveva per forza avere un colore così interessante, profondo e infinito? «Mi stai ascoltando?» chiese ad un certo punto alzando un sopracciglio. Mi accorsi in quel momento che mi ero persa nell'intensità dei suoi occhi. Allora era possibile? Ho sempre pensato che nei libri si esagerasse ma a quanto pare era vero. Ci si poteva perdere negli occhi di qualcuno. «Ma tu hai gli occhi verdi!» mi lasciai sfuggire «Cosa?» chiese lui sorpreso. Arrossii e scossi la testa «Niente» e mi misi ad ammirare il paesaggio sentendomi il suo sguardo addosso. Sentii il suo corpo spostarsi e mettersi nel sedile di fianco al mio «Sta volta sei tu che mi stai fissando» dissi. Sentii il suo petto premere contro la mia spalla e mi voltai di scatto ritrovando la sua faccia a pochi centimetri da me. Poggiai una mano sul suo petto per allontanarlo ma lui mi bloccò il polso. «Non muoverti.» mi sussurrò. Reazione naturale, iniziai ad agitarmi sul sedile, il cuore che batteva a mille, stranamente la mia preoccupazione era che lui lo potesse sentire. «Ehi, ti ho detto di stare ferma. Non ti spaventare ma c'è un tizio appena salito che ci sta osservando.» mi bloccai. «Fingi di essere una ragazza allegra durante un appuntamento con il suo ragazzo. Non voltarti mai verso sinistra. É quell'uomo con il cappello nero e il giornale in mano. Non guardarlo mai in faccia. Non deve vederti, non deve riconoscerti.» ecco spiegato il motivo del suo spostamento di posto. Ora mi faceva da muro. D'istinto guardai la finestra per cercare il riflesso dell'uomo in questione. Era seduto accanto a una nonnetta dai ricci bianchi, aveva in mano un giornale e fingeva di leggerlo. Ogni tanto alzava lo sguardo per controllare l'orologio ma notavo che sbirciava nella nostra direzione ripetutamente. Mi voltai di nuovo verso James. Oddio si era avvicinato ancora? «Ridi come se avessi fatto una battuta divertente» mi ordinò. Lo feci. «Dobbiamo fargli credere che non ce ne siamo accorti» «Chi è?» chiesi portandogli le braccia al collo cercando di rendere più credibile l'immagine della coppia innamorata. O forse volevo soltanto portare le braccia sul suo collo. Lo sentii irrigidirsi quando lo feci contemporaneamente all'accelerare del mio cuore che aveva raddoppiato la velocità di pulsazioni al secondo. «Credo sia un membro della B.L.C.» disse con voce ferma. «Non voglio tornare da loro» sussurrai. Ed era vero. James mi aveva rapito contro la mia volontà, voleva portarmi da una donna pazza che avrebbe potuto farmi del male, non ero più libera, ma non volevo tornare da loro. Da loro che mi avevano spezzato. Non sarei mai tornata indietro. Stranamente la presenza di James mi aveva aiutata finora, la sua presenza mi rilassava facendomi dimenticare ciò che era successo, così potevo guardare avanti, solo e soltanto avanti. In più, quando i Ribelli ci avevano attaccato, mi ero ricordata che avevano mia madre. Potevo arrivare a lei solo grazie a James, e poi l'avrei liberata «Sophie...» mormorò. Ora che l'avevo così vicino notai le pagliuzze argentee che ricordavano i riflessi che la luce del sole donava al mare. Si allontanò bruscamente e sussurrò «Non voglio farti del male, credimi.». Si alzò «Vado in bagno amore.» riprese a recitare, si chinò per baciarmi sulla fronte e disse «Ricordati di non guardarlo». La mia fronte bruciava, il bruciore si stava diffondendo per tutto il corpo e il punto in cui le sue labbra avevano toccato la mia pelle formicolava. Sarà stato per il suo potere da Ignis?
Mantenni lo sguardo fisso fuori dal finestrino, controllando di tanto in tanto il riflesso dell'uomo, riflettendo sulla sua dichiarazione di non volermi far del mare e sulla sensazione che il suo bacio aveva sortito su di me.
Il treno si bloccò improvvisamente e gli autoparlanti annunciarono un guasto al motore. La mia mente andò immediatamente a James che tornò in quel momento. «Dobbiamo scappare?» gli chiesi mentre si chinava verso di me. «Assolutamente no.» rispose sorridente. «Ma sei stato tu?» «Sì» «Perchè l'hai fatto se non per permetterci di scappare?» «Se scappiamo lui ci seguirà e capirà che sei tu e chiamerà i rinforzi. Per quanto io sia strabiliante e dotato non riuscirei mai a batterli. Sospetta già di noi. Finora non ha attaccato per via dei Popolani e anche perchè non può credere che tu abbia un rapporto così... Intimo con me» fece un sorrisetto che mi fece arrossire. «Crede già che il guasto sia una via di fuga quindi se rimaniamo qua daremo l'impressione di essere semplici adolescienti innamorati su un treno guasto. Capito?» aveva calcolato tutto. Sapeva che la B.L.C. immaginava un ragazzo che trascinava in giro una ragazza contro la sua volontà e non sospetterebbero mai di due ragazzi che si comportano come una coppietta. Lei non acconsentirebbe mai. Lei vorrebbe tornare a casa. Si sbagliano di grosso. Se arrivo da mia nonna posso salvare mia madre. Loro non lo capiscono. E il non fuggire completava l'opera. Non avevamo la fretta di scappare. Non avevamo alcun motivo per scappare. Il guasto venne aggiustato e l'uomo della B.L.C. scese alla fermata successiva.

«Ora mi dici come riesci a controllare l'acqua? Pensavo di essere l'unica... Insomma ad esser stata sottoposta ad un Operazione speciale.» chiesi non sopportando più il silenzio che era calato tra noi. «Io sono speciale» disse tranquillamente «Ma piantala!» sbottai. «No, dico sul serio. Non era previsto. Il mio potere dell'acqua deriva dal mio ascendente. Sono Leone ascendente Cancro. Pochi sono così. Anche tua nonna aveva questo dono. Però non si è ancora capito da cosa dipenda» fece un'alzata di spalle. «Ce ne sono altri? Come te intendo» chiesi «Nessuno è come me mia cara» disse facendo il suo solito insopportabile mezzo sorriso. Alzai gli occhi al cielo. «Comunque sì. Ci sono. Sono pochi e si contano sulle dita di una mano e sono troppo intelligenti per far parte della B.L.C.» dichiarò «O dei Ribelli» aggiunse. «Tu fai parte dei Ribelli però» «Io ho un valido motivo che non comporta gloria, onore e roba simile. Sono già abbastanza glorioso di mio» commentò. «Vendetta» ricordai «Per cosa?» chiesi. Lui non mi rispose «Per chi?» mi corressi.
«A volte mi scordo che non sei più lei» disse con voce atona. Quelle parole mi fecero sentire in colpa. Mi sembrava di averlo ferito.
Intanto dall'autoparlante la voce annunciava che eravamo arriviati a Vancouver.

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