18. Una nuova casa

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Da qualche mese, la relazione tra Leonardo e mia madre, andava a gonfie vele. Mia madre che a lungo ha navigato alla deriva, in acque agitate e spaventose, in cerca della terraferma, aveva trovato in Leonardo il suo porto sicuro, il faro, in grado di illuminare la sua traversata. Erano così felici e innamorati, sembravano due adolescenti alle prime armi con il primo amore. I loro sguardi intensi e complici come se si conoscessero da sempre, mi rassicuravano. Ero felice di guardarli impazzire l'uno per l'altra.

La mia relazione con Liam continuava altrettanto bene, eravamo molto felici e lui mi riempiva di attenzioni, era premuroso, dolce, affettuoso, guardavamo al futuro come due sognatori alati.

Mamma e Leonardo decisero di andare a vivere insieme molto presto.
Anche io e Liam cercavamo il nostro nido in cui formare la nostra famiglia.

Avevamo trovato diversi appartamenti in vendita ma, vivere in un condominio non ci piaceva affatto.
Nel frattempo zio Antonio e Samira avevano ispezionato diverse case per noi sotto le nostre indicazioni ma, al rientro, avevano detto che nessuna gli era piaciuta più di tanto.
Una mattina Samira ci disse di aver trovato una casetta accogliente all'insaputa del padre, né molto grande né molto piccola, perfetta. Dovevamo dargli un'occhiata, per cui il pomeriggio sul tardi, io e Liam siamo andati e, appena aperto la porta, abbiamo trovato il pavimento colmo di boccioli di rose rosse, un camino acceso e un letto in mezzo alla stanza. Solo allora abbiamo capito che mia cugina aveva organizzato una sorpresa per noi per ritagliarci un po' di intimità. Ne avevamo bisogno.
Appena entrati ci sentivamo in imbarazzo ma era tutto perfetto, luci soffuse, candele profumate, musica di sottofondo, l'atmosfera ideale per immergersi nella passione.

Dapprima ci siamo seduti davanti al camino con una coperta addosso...dopo esserci guardati, ci siamo baciati e tutto è venuto da sé. Un bacio tirava l'altro, attirato da una forza più grande di noi.

I nostri corpi erano caldi, bollenti.
Ci siamo ritrovati l'una difronte all'altro e ci guardavamo impacciati.

Sentivo la mente e il cuore in tumulto, l'anelito ansante, bramavo ardentemente di potermi perdere nei suoi occhi languidi. La tensione e la timidezza acceleravano la respirazione. Lento si avvicinava, sfiorava le mie labbra e una scarica di brividi correva lungo la mia schiena fino ai fianchi, irrefrenabile, incontenibile.
Cercavo di arginare il disagio, ostentando quella sicurezza che non possedevo.
Cominciò a sfiorarmi i capelli con dolcezza, a baciarmi sotto il collo ansimando, mentre io sfioravo la sua cute anserina e tremante d'eccitazione.

Cercavo di lasciarmi andare, di offrirgli tutta me stessa.
Eravamo diventati un corpo soltanto, fusi di passione.

Il respiro diveniva sempre più intenso e profondo. Bruciavamo come due stelle.

In seguito, dopo esserci amati mi sentivo ancora più ansiosa di prima, imbarazzata più di prima.
Lui, dopo aver ripreso fiato, mi ha cercata, abbracciata e coccolata tutto il tempo.
Restammo a lungo sdraiati sulle lenzuola fresche a parlare dei nostri progetti futuri, credevamo che nessuno mai ci avrebbe divisi. Sognavamo di invecchiare insieme mano nella mano.

Dopo esserci rivestiti, andammo a dare un'occhiata al resto della casa, ormai la sentivamo nostra dopo quella magia che ci aveva travolti. A tarda sera, mia cugina mi mandò un messaggio per avvertirmi che avrebbe dormito a casa di Lorenzo ma, alle nostre madri aveva detto che Liam ci avrebbe accompagnate a Cardinale dalle nostre amiche e Liam avrebbe dormito da suo nonno, poichè il giorno seguente i genitori sarebbero arrivati e, avrebbe dovuto svegliarsi presto per dare una rinfrescata alla loro stanza.

Era la nostra prima notte insieme.

Il villino mi piaceva tanto, al piano di sopra c'erano quattro stanze da letto: la matrimoniale con bagno annesso e un bagno per le altre stanze.
Al pian terreno, una cucina molto ampia anche se un po' datata, affacciava sul mare, volevamo cambiarla e modellarla a nostro piacimento, mancavano molti elettrodomestici e molti pensili, il salotto era molto spazioso e inoltre c'era una bella stanza che potevamo usare come studio per entrambi.
Un ampio giardino fiorato cingeva la casa.
Distava più o meno 200 metri dall'abitazione degli zii, ero contenta di essere tanto vicina a Samira, avremmo potuto incontrarci tutti i giorni.

Fino alle prime luci dell'aurora abbiamo parlato della casa, come arredarla e renderla perfetta per noi. Ci vedevamo già genitori di numerosi bambini.

Ci addormentammo tardi e  a svegliarci ci pensò mia cugina con la sua telefonata. Liam corse dal panettiere a comprare qualcosa per la colazione e prese al bar due cappuccini. Quei cornetti presi dal panettiere erano ancora caldi, soffici, spettacolari.

Al risveglio mi sembrava di vivere un sogno. Ero felice, ottimista e piena di vita. La nostra sembrava una favola senza fine.

Entrambi abbiamo amato la sorpresa di Samira, se non fosse stato per lei, non avemmo mai concluso un bel niente.
A pranzo preparai due spaghetti al pomodoro e basilico fresco al volo e pranzammo insieme a Samira e Lorenzo. In casa non mancava nulla, fino ad allora era stata affittata ai turisti che venivano in ferie.

Appena Samira entrò in casa, mi sequestrò letteralmente, portandomi in una stanza per farmi raccontare tutto, anche lei sembrava radiosa ed emanava energia positiva da avvertirla a chilomentri di distanza.
Anche per lei e Lorenzo quella notte è stata speciale, per entrambe era stata la nostra prima volta. Condividevamo le nostre emozioni, paure e tutto ciò che avevamo provato in quel momento.

Dopo aver pranzato io e Samira tornammo a casa. Liam dopo aver guardato l'orologio invece, si precipitò in aeroporto a prendere i genitori.

Insieme alla zia e alla mamma, nel pomeriggio, abbiamo cucinato tante prelibatezze per il loro arrivo.
Arrivarono a casa molto tardi, il tg1 stava per iniziare ma sapevamo che prima avrebbero preferito fare una doccia.

Lorenzo era un ragazzo molto timido, cercava sempre di scamparla quando veniva invitato a casa ma quella sera riuscimmo a farlo restare. Eravamo in tanti in casa ed era bellissima la nostra famiglia allargata.

Osservavo tutti con occhi sorridenti e irrequieti.

Dopp cena i miei suoceri mi diedero in dono la penna stilografica della mamma biologica di Liam, era un suo gioiello, lo custodiva in un'apposita custodia molto elegante e raffinata. La sua famiglia tramandava di madre in figlia questa tradizione ma non avendo avuto una figlia femmina, lasciò scritto di donarla alla futura nuora. Non ne avevo mai avuta una. Andavo matta per le penne. Il primo cassettone del mio armadio era stracolmo di penne, avrei potuto aprire una cartoleria, erano tutte diverse, ovunque andassi ne rimediavo sempre una, quella però era speciale, senza dubbio, e meritava di essere riposta in un luogo altrettanto speciale.

Dal Canada avevano anche portato svariati ricordi del mio Liam, fotografie, oggetti che aveva vinto alle fiere, tutto quello che i genitori credevano avrebbe voluto avere in casa nostra.
Avevamo trascorso una bella serata in compagnia. La mezzanotte è scesa in fretta e i miei suoceri erano molto stanchi. Liam si premurò di portarli a casa e dormirono lì, tutti e tre insieme come i vecchi tempi.

Di buon'ora, il mattino seguente, Liam e zio Antonio andarono dal proprietario della villetta per portarsi avanti con i documenti e in seguito, si recarono in banca a richiedere un prestito, aveva un bel gruzzoletto per coprire la maggiorparte delle spese ma non bastava per le modifiche da apportare all'interno dell'abitazione.

Tornò a casa molto contento, mi prese in braccio e mi fece volteggiare come una bambina. La banca doveva soltanto preparare i documenti, il prestito gli era stato concesso grazie a mio zio che si offrì di fare da garante.

Mancava poco per coronare uno dei nostri sogni, il più intimo e il più importante...
Mi sentivo leggera come una nuvola sottilissima e velata, sparsa nel cielo...

Iris - Storia Di Un FemminicidioWhere stories live. Discover now