11. L'incontro con Khan.

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Una sera uscii nuovamente con mia cugina, stavolta vennero le sue amiche a stare da noi e uscimmo a Soverato, il lungomare assiepava di gente, brulicavano per le vie come formiche, di qua e di là, non avevamo mai visto quel posto tanto gremito, era iniziata la stagione del divertimento e avevano portato il Luna park itinerante, estendendolo su tutta la riviera, in lungo e in largo.

Ovunque si udivano le urla dei bambini felici e festosi, a quel punto andai velocemente a casa a prendere mio fratello con il pretesto di far divertire un pò anche lui, poverino se ne stava sempre dentro con i grandi, non usciva molto essendo piccino. Salimmo insieme su molte giostre, è stato bellissimo, ci divertimmo da matti e Ismael sembrava vivesse dentro a un sogno, non lo credeva possibile, amavo il suo sorriso con le fossettine sulle guance, troppo dolce...valeva più di ogni altra cosa.
Dopo un pò andammo a mangiare un gelato tutti insieme, ricordo molto bene quella sera, come se l'avessi davanti agli occhi. Un ragazzo mi fissava, era seduto insieme a due amici al tavolo difronte al nostro. Tutte, mi chiedevano chi fosse, se lo conoscessi, ma non l'avevo mai visto.
Alla fine dopo tanti tira e molla, si avvicinò al nostro tavolo con la scusa di prestargli un accendino per fumare una sigaretta e, alla presenza di tutti disse che mi osservava dal momento in cui ci ha viste entrare in gelateria. Disse di chiamarsi Khan e che veniva dal Pakistan.

Mi presentai per educazione e presentai gli altri al mio tavolo. Dopo le presentazioni, ci chiese se potessero unirsi a noi e tutti accettarono. Mio fratello era abbastanza contrariato, notai dalla sua espressione che quelle persone non gli piacessero minimamente. Aggiungemmo il loro tavolo al nostro per avere più spazio, si sedettero insieme a noi e bevemmo qualcosa.
Khan iniziò a chiedermi da dove venissi, era incuriosito, così gli risposi che venivo dall'Iran e poco dopo gli chiesi da quanto tempo vivesse in Calabria. Mi disse di essersi trasferito un anno e mezzo prima, era riuscito a trovare lavoro in un'officina non molto distante dal lungomare e studiava volentieri la lingua italiana privatamente. Io gli confidai che col tempo avrei voluto frequentare l'università e diventare un astronomo per studiare i corpi e i fenomeni celesti. Nel pronunciare la parola "ambizioso", indossò un sorriso affilato e tagliente.
Ora il motivo lo conosco ma all'epoca non sospettavo nulla. Lui sapeva già che non sarei riuscita a diventare quel che desideravo.

Ad un certo punto incrociai lo sguardo di Liam, non credevo di averlo potuto incontrare anche lì per puro caso. Feci un sorriso enorme quando lo vidi e i miei occhi cominciarono nuovamente a brillare. Mi alzai e mi allontanai, andai a salutarlo, ero così contenta di vederlo. Gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi che ero molto felice di vederlo. Lui era anche contento ma non faceva altro che lanciare occhiatacce rivolte a quei ragazzi. Era convinto inoltre, che uno di loro lo fissasse in malo modo. Io pensai di dirgli che forse stesse esagerando ma lui mi zittì affermando che non gli piacesse affatto quel suo comportamento perché sembrava geloso e infastidito del fatto che stessi parlando con lui. Gli chiesi se avesse avuto voglia di unirsi a noi ma non gradì quella compagnia e in aggiunta mi chiese di fare attenzione e non dargli troppa retta. Ci rimasi male, non per il suo pregiudizio ma per non essersi reso conto del velo, non lo indossavo quella sera. Era così furioso, nervoso, agitato. Se ne andò subito dopo, salutandomi e avvisandomi di volermi vedere in un altro contesto, lontano da occhi indiscreti e senza far passare altre tre settimane. Le aveva contate...che carino!

Tornai subito al tavolo sorridendo e saltellando, la mia gioia avrebbe potuto illuminare tutta la Terra come i raggi del sole...
Non feci in tempo a sedermi che Khan mi chiese chi fosse quel ragazzo, lo trovai molto sgarbato, di cattivo gusto, Liam non si sbagliava, aveva ragione, sembrava contrariato. Come un eclissi oscurò la mia luce.
Ero appassionata di segni zodiacali allora pensai di domandargli in che mese fosse nato e disse Maggio, allora io pronunciai poche parole, "ambiguo", "indecifrabile", "egocentrico". Lui non capiva oppure cercava di camuffarsi.
Allora gli dissi che queste sono le caratteristiche di chi è nato sotto quel segno dominato da mercurio. Si offese, sembrava perplesso.
Poco dopo mi chiese se Liam fosse il mio ragazzo, continuava a insistere e dire che non sarebbe durata, con un'aria
insolente. Il suo aspetto era ombroso, fastidioso, acidulo come un frutto acerbo.

Mia cugina, molto più matura di me, pensò di dirgli che non avevamo accettato la sua presenza perché al nostro tavolo qualcuno fosse interessato a lui ma solo per galanteria.
Successivamente ci alzammo dal tavolo senza aggiungere altro e con non poca rabbia e anche un pò di timore. Eravamo pentite di aver parlato con lui.

Martina, Samira e Sandra mi raccomandarono di fare molta attenzione poiché un atteggiamento del genere sarebbe impensabile da una persona che si é appena conosciuta. Non piacque neanche a me in realtà, a malapena conoscevamo il suo nome ma i suoi atteggiamenti ci lasciarono confuse e pensanti.

Ci avviammo verso casa, avevamo fatto molto tardi e Ismael si era addormentato tra le mie braccia. Sandra e Martina dormirono da noi, nella nostra stanza, ma più che dormire, quella notte non facemmo altro che parlare e, solamente all'alba prendemmo sonno.

Rimasero da noi due giorni, andammo al mare insieme e ci divertimmo parecchio...intanto imparai a nuotare bene, andavo pure al largo senza aver paura dell'acqua, il mio unico timore riguardava soltanto la possibilità di incrociare qualche squalo o un altro pesce pericoloso.
Purtroppo la domenica seguente tornarono al loro paese, venne il papà di una di loro a prenderle ma le promisi che la settimana dopo saremmo andate a trovarle.

Tuttavia, non trascorsero neanche quattro giorni, ero impaziente di vedere Liam, mi mancava la sua compagnia, ormai ero persa d'amore per lui. Appuntavo tutto sul mio diario, il mio confidente, forse per questo ricordo ancora tutto, l'aver trascritto, qualunque cosa è stato, come aver vissuto in misura doppia.

Giovedì venne lui a prenderci con la sua auto e un suo amico, Lorenzo. Lui corteggiava mia cugina, avevano fissato un appuntamento, ovviamente chiesi il permesso a mamma prima di accettare e mi accordò l'uscita.
Della mia mamma non potevo lamentarmi proprio, qualunque cosa le avessi chiesto non mi avrebbe mai detto di no, sicuramente mi sfiniva col dirmi ripetutamente di stare attenta ma in compenso mi dava molta fiducia e questo per me era molto importante...è stata davvero una mamma eccezionale, non avrei potuto chiedere di meglio.

Appena lo vidi arrivare, dentro mi sentivo morire, non lo davo a vedere, non volevo che pensasse che fossi ormai cotta e stracotta, avrebbe dovuto essere lui a fare il primo passo, mi piaceva essere corteggiata e sentirmi speciale per qualcuno.

Io e Samira entrammo dentro la sua auto e sedemmo sui sedili posteriori. Liam mise un pò di musica e ad un certo punto mi suggerì di ascoltare attentamente una canzone che aveva scaricato per me. Era Iris di Biagio Antonacci, non l'avevo mai ascoltata, diciamo che non lo conoscevo affatto quel cantante e devo dire che mi piacque molto.
Il titolo di quella canzone portava il mio nome. Dopo aver ascoltato, mi promise di insegnarmi un pò di napoletano, amava Nino D'angelo, era romantico.

Lorenzo lo prendeva in giro ma lui non se ne vergognava del mostrarsi affettuoso nei miei riguardi ed io lo apprezzavo, ogni volta che lo guardavo, il mio sentimento cresceva.

Trascorremmo insieme una bellissima serata, nonostante in auto per qualche ora restammo soli, non approfittò per niente di quella situazione, ebbe molto rispetto di me. La mia anima gradiva per le sue gesta. Era una persona per bene, della quale potersi fidare.

Scesa la mezzanotte, mia cugina fece ritorno ma non tornammo a casa, andammo a prendere Martina e ascoltammo tutti insieme la musica ad alto volume, in giro. Verso le due di notte rientrammo a casa a dormire. Le altre si addormentarono subito, io chattai con Liam fino all'alba.
Mia cugina si svegliò per aver fatto un brutto sogno e si accorse che ero ancora sveglia.

-Ma tu non dormi mai! ma come fai ad affrontare le giornate, possiedi un potere che nascondi agli altri per caso?.- domandava.

-Pensavo a Liam, come potrei addormentarmi!! Dormendo potrei spaziare nell'inconscio. Il mio é pieno di insicurezze e di paure, quindi non ne ho voglia e poi, sto chattando!!- le risposi.

-Come sei melodrammatica!!! Avrai tutta la vita da condividerci, vi sposerete ed io sarò la damigella d'onore ma, mettiti a dormire adesso!

Dio solo sa quanto avrei voluto che tutto ciò si fosse avverato.
Non sapeva ancora mia cugina, della tempesta che a distanza di pochissimi anni da quella notte si sarebbe abbattuta. Nessuno poteva immaginarlo nè tantomeno sospettarlo.

Quel ragazzo fu in grado di scolpire una breccia dentro la mia anima ma, in modo sano, sottile, penetrando con cortesia e tenerezza, accarezzando il mio cuore e, riuscendo a ricucire nell'immediatezza, quelle cicatrici che lo avevano ferito, come se fosse un unguento miracoloso...era questo di cui avevo bisogno, avevo solo bisogno di un pò d'amore...

Iris - Storia Di Un FemminicidioTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang