10. La nostra prima uscita in riva al mare

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ᒐ'ᥲຕoɾᥱ ᥱ̀ ᥙᥒᥲ ƒɩᥲຕຕᥲ, ᥴᖾᥱ ⳽'ᥲᥴᥴᥱᥒᑯᥱ ⳽oƒƒɩᥲᥒᑯo ⳽ᥙꙆ ᥴᥙoɾᥱ

☆◦ 。。◦☆

Senza saperlo, un giorno, passeggiando con mia cugina a Soverato, incontrammo Liam, in realtà si erano messi d'accordo a mia insaputa per farmi una sorpresa, e, lo ammetto, rimasi colpita quando lo vidi... un soffio febbrile, arrestò il mio cuore per un istante, per poi far oscillare i suoi battiti all'impazzata.

Mia cugina ci lasciò da soli, disse di aver qualcosa da fare e che se ne era completamente dimenticata ma, ovviamente la sua fu solo una scusa anche se, lì per lì non ci feci tanto caso. Ricordo di essermi molto emozionata e imbarazzata, non seppi cosa dire ma, i miei occhi parlarono da sé... lo portai a fare una passeggiata sulla spiaggia, non pensai dove altro poter andare e, soltanto lì mi sentivo me stessa, volevo mettermi a nudo, mostrando le mie fragilità, le mie paure, privandomi della mia solida armatura che mi accompagnava ogni giorno per affrontare la vita. Il mio era soltanto un lasciarmi andare, desideravo farmi conoscere da lui per come ero realmente, con i pregi e i miei difetti, senza dissimulare.
Inoltre, non gradivo che la gente ci vedesse e ascoltasse i nostri discorsi...volevo creare un momento magico da ricordare con gioia, solo per noi.

Ci guardammo per qualche istante, i suoi occhi riflessi dentro ai miei e viceversa, senza proferire parola alcuna, le mani mi sudarono, le nascosi dietro la schiena affinché non le afferrasse altrimenti si sarebbe accorto del mio imbarazzo... lui era bellissimo, pian piano mi avvicinai alla sua figura, notai un dettaglio dentro le sue iridi, soltanto dopo averlo guardato a lungo, mi accorsi che i suoi occhi color nocciola grandi e penetranti, nascondevano un disegno al loro interno...sembrava vi fossero stampate dentro, rilievi di sabbia a forma di collina, proprio come le dune...che facevano da bellissimo sfondo dietro quello sguardo seducente...

Dentro lo zainetto aveva un asciugamano, la stese sulla sabbia e mi svelò di aver già immaginato che lo avrei portato lì.
Senza saperlo, mia cugina, conosceva perfettamente le mie abitudini e sicuramente gli aveva spifferato tutto.
Molto probabilmente mi aveva seguita diverse volte, ci rimasi un po' male se devo essere sincera, mi recavo al mare in quei momenti in cui mi serviva del tempo per me, un po' di solitudine. Mi sedevo sul bagnasciuga e pensavo, ammiravo il mare ore ed ore senza stancarmi mai...molto spesso mi rifugiavo al mare quando sentivo la mancanza per i miei fratelli divenire insopportabile e lì riuscivo a trovare pace e colmare la nostalgia.

Mi fece un sacco di domande.
Era molto curioso di sapere per quale motivo i miei genitori mi avessero dato il nome Iris, effettivamente è un po' inusuale in Iran. Non ne avevo mai parlato con nessuno anche perché nessuno me lo aveva chiesto. Il mio nome purtroppo è associato ad una storia triste. Gli raccontai quello che é realmente accaduto. Mia madre qualche mese dopo il matrimonio, anche se insieme a mio padre non navigava in acque tranquille, desiderava tanto un bambino, forse anche per distrarsi e occuparsi di qualcuno che avrebbe amato veramente e, quando fece il test di gravidanza, esultò, l'esito dato era positivo, purtroppo però al quarto mese qualcosa andò storto e perse il bambino, le cause non avevo idea quali fossero state, la mamma non ne parlava volentieri anzi molto spesso sviava il discorso senza soffermarsi sui dettagli ma, disse che fu uno dei periodi più brutti che avesse mai vissuto, era il mese di settembre per l'esattezza, quando tutto questo accadde, lei infatti odiava questo mese. Il fato però ha voluto che anch'io nascessi a settembre.

Mi raccontò che in ospedale la procedura fu molto dolorosa, sia perché i dolori erano lancinanti, sia perché stava per dire addio al suo bambino. A dicembre rimase nuovamente incinta, era al settimo cielo e più avanti quando scoprì che avrebbe avuto una bambina, pianse dalla gioia, desiderava una bambina da sempre e, il suo desiderio si avverò. Il nome per scaramanzia non lo decise subito come invece accadde la volta precedente e lo scelse appena mi vide nascere. La chiamo Iris, riferì mia madre al dottore, con gli occhi colmi di lacrime, Iris, il mio gioioso pargolo, il mio dolce arcobaleno, che oggi mi ha concesso di riemergere dalle tenebre in cui ero sprofondata, permettendo alla luce di risplendere di nuovo nella mia vita.
Essendo un'amante della mitologia greca, Iris difatti fu una messaggera degli Dei e personificazione dell'arcobaleno...

Iris - Storia Di Un FemminicidioWhere stories live. Discover now