4. Il nostro arrivo in Calabria, una terra incredibilmente bella e selvaggia

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Giunti in Calabria, ci sentivamo molto stanchi, la zia appena ci vide si mise a piangere per la gioia, con la mamma non si vedevano da cosi tanti anni che ricordavano un volto diverso dell′una e dell′altra.

Appena mi vide, mi strinse forte e mi disse che ero cresciuta parecchio dall′ultima volta che mi aveva vista, la mamma due anni prima aveva spedito alla zia una mia foto e la vidi attaccata sul muro del suo salotto, andai a guardarla e in effetti notai la differenza, il mio volto da bambina era veramente cambiato.

Trascorse tutta la mattinata a preparare da mangiare e ci confidò di non aver chiuso occhio per l′emozione.

Aveva lasciato tutto in forno a bassa temperatura per mantenerlo al caldo fino al nostro arrivo. Cucinò la lasagna, le fettine di vitello panate, le patatine fritte, il pane fatto in casa...mmm era tutto così squisito che non riuscivo a smettere di mangiare. Mi accorsi che Ismael non mangiava, era molto imbarazzato, allora lo feci sedere sulle mie gambe affinchè si sentisse a proprio agio, altrimenti non avrebbe assaggiato nulla e mangiammo insieme in un unico piatto, dentro al mio...non facevo in tempo di mettere la fettina che già spariva, aveva solo bisogno di avere accanto una persona a lui familiare.

Dopo aver pranzato, portò a tavola una torta, era una cheesecake di frutti di bosco e, al primo boccone, cominciai a sognare, era molto buona. Subito dopo, ci alzammo dal tavolo e zia ci fece vedere la casa, mi portò in quella che da lì a poco sarebbe diventata la mia stanza da letto, l′avrei condivisa con mia cugina, avremmo potuto trascorrere le notti a parlare come due sorelle, avevo sempre desiderato averne una e finalmente poteva essere così. La camera era molto spaziosa, ognuno aveva il suo lettone e un armadio, ma io non avevo molto da metterci dentro, avevo portato con me solo un paio di cambi, non mi andava di caricarmi come un cammello. Aprii il mio borsone per poter lavare quelle poche cose che avevo e, la zia mi disse che saremmo andate a fare shopping e che potevo comprare quello che desideravo, ero tanto contenta, non avevo mai scelto per me stessa i vestiti da mettere, se ne era occupato sempre qualcuno e grazie a Dio potevo scegliere qualcosa che mi avrebbe fatto piacere indossare.

Misi la lavatrice a mi appoggiai sul letto per riposare un pochino. Al mio risveglio mi accorsi che era molto tardi, fuori era già buio, guardai l′orologio ed erano le otto di sera. Sentivo sgnignazzare mamma e zia in salotto e decisi di andare di là per ascoltare i loro discorsi. Chiesi a mia madre se anche lei avesse dormito un′oretta e mi disse che non riuscì perchè voleva parlare un pò con sua sorella, era da molto tempo che non parlavano delle loro cose. Ero incuriosita di sapere quale sarebbe stato il prossimo passo da fare, insomma quello che desideravo era ricominciare tutto da capo, imparare la lingua del posto, riuscire a divenire qualcuno nella vita, avere tutto ciò che mi era stato negato. Iniziai a chiedere alla zia e lei mi disse che per prima avremmo dovuto sbrigare i documenti. La mia mamma era contenta perché la zia le offrì di lavorare nell′azienda di famiglia, un′azienda di cosmetici che erano riusciti a fondare dieci anni prima. Ero felice per entrambe, la nostra vita sarebbe cambiata.

-Ascolta zia, dov′è Samira?- Le domandai

-É uscita tesoro, avrebbe voluto che uscissi con lei ma le ho detto di farti dormire perché eri molto stanca, avrete tutto il tempo per uscire, comunque a breve tornerà.-

-Hai fatto bene zia, sì ero veramente stanca, ma sono riuscita a dormire, ora mi sento tutta intera...-

-Perchè prima non lo eri?-

-Si zia era un modo di dire, mi sentivo a pezzi, gambe e schiena distrutte.-

-Ora se vuoi cara nipote, puoi fare una doccia o un bagno, quello che desideri, sono sicura che ti sentirai meglio, vieni ti do un paio di asciugamani.-

Iris - Storia Di Un FemminicidioKde žijí příběhy. Začni objevovat