Compagno

“Non dovresti trascurare i tuoi doveri, Viola” la voce sommessa di Giorgio sembrò arrivare dall'interno della sua tazza di caffé, risultando quasi la voce di una presenza ancestrale a cui era stato affidato il compito di governare il corso delle vite terrene.

“Non lo sto facendo, papà” la ragazza rispose senza alzare lo sguardo dai lamponi che stava schiacciando per farne un centrifugato, “Mi sono solo presa una breve pausa”.

“E la breve pausa dura… due mesi? Non ti sembra di aver perso abbastanza lezioni?”

“Sono al passo, anche se non partrcipo ai corsi in presenza. Le altre mi mandano gli appunti ogni giorno”.

Giorgio scosse la testa, emettendo una risata che dava più l'idea di essere sarcastica che divertita. Per la prima volta si ritrovò a non capire sua figlia: aveva lottato tanto per entrare nella facoltà di Biologia Naturale, si era privata di tsnti sfizi, aveva anche trovato un lavoro per pagarsi gli studi… e adesso voleva buttare via tutto? Per un ragazzo?

“Sono dell'idea che Simon ti stia isolando dal mondo” mormorò posando la tazza sul bancone, che emise un suono sordo, “Non ce l'ho con lui, credimi. Ma secondo me stai leggermente perdendo la retta via”.

“Simon è l'unica persona che mi sta facendo vedere un pezzo di mondo che vale la pena conoscere e vivere, papà. Non puoi davvero pensare che sia colpa sua!”

“Mmh…” il cacciatore pulì il bancone davanti a sé, raccogliendo le briciole di pane che aveva lasciato. Non era sicuro che quella reclusione da parte di Simon fosse una buona cosa, né che la figlia gli andasse dietro come un'ombra. Sì, erano usciti qualche volta, ma Viola doveva tornare a scuola, almeno per non rendere vani tutti gli sforzi fatti per potersi permettere di pagare la retta scolastica.

“Cosa non ti va a genio?”

“Il fatto che secondo me tu non stai vedendo le cose dal lato giusto. Sei a casa da oltre due mesi, non stai studiando e non stai cercando da nessuna parte gli orari per poterti rimettere in pista. E tutto per un litigio con un tuo compagno?”

“Non è stato un litigio, papà. Hudson é entrato nel bar e ha minacciato Simon, lo ha importunato e forse sarebbe arrivato alle mani! Questo lo chiami litigio?!”

“Simon è sicuramente più intelligente di così, per rinchiudersi in casa come un codardo”.

Viola avrebbe voluto controbattere, prendere le difese del suo ragazzo, ma si rese conto che suo padre comunque aveva ragione. Simon era più grande di età, più maturo e ovviamente più intelligente per recitare la parte del povero vigliacco che fatica a riprendere in mano la sua vita. Quella condizione alla fine non gli faceva bene, doveva affrontare il problema. Ma una parte di sé le impediva di cacciarlo fuori a calci, dirgli che doveva darsi una mossa e che quell'atteggiamento infantile non lo avrebbe portato da nessuna parte. Non voleva risultare lei il poliziotto cattivo, non sapendo di essere la persona di cui Simon si fidava di più.

“Posso provare a parlargli, se vuoi” disse abbassando il tono di voce, sperando che la sola intenzione potesse soddisfare le aspettative del padre.

“Non devi provare. Fagli capire che in questo modo si fa del male da solo”.

“Ma non posso cacciarlo via, papà!”

Wolf's EyesWhere stories live. Discover now