(non) Impossibile

Nonostante avessero parlato e chiarito, Viola quella sera non volle tornare a casa. Un po' perché ritornare e vedere la faccia disperata di suo padre sarebbe stato un brutto colpo, e un po' perché in quel modo gli avrebbe fatto capire che, se voleva riavere l'affetto della figlia, avrebbe dovuto impegnarsi a rimediare al suo errore.

Simon inizialmente provo a farle cambiare idea, dicendole che assentarsi tanto avrebbe significato un attacco di panico per suo padre, e che le strade di Londra di notte potevano comunque rappresentare un pericolo, ma lei fu irremovibile. Una parte di sé non la condannava, anzi: nessuno sarebbe tornato indietro sui propri passi soprattutto sapendo che avrebbe dovuto affrontare di nuovo un discorso pesante. Non lo avrebbe fatto nemmeno lui, non sapendo che non avrebbe argomentato in modo obiettivo.

Allora, per non girovagare senza un'effettiva meta, Simon decise di recuperare il tempo perso passeggiando insieme alla ragazza, fermandosi di tanto in tanto in qualche negozio anche solo per dare una sbirciata. Il suo obiettivo era quello di distrarre la ragazza per poter poi coricarsi tranquilla, senza pensieri ad incasinarle la testa o ad innervosirla, e nello stesso tempo analizzare se l'odore che continuava ad infilarsi dentro le sue narici fosse effettivamente la risposta ai propri sospetti. Non voleva credere che fosse lei la preda che stava cercando da diverse settimane, Viola, a voler ben guardare, non sembrava avere nessuna somigliava con il cacciatore; e poi perché mai avrebbe dovuto esserlo? Non aveva alcun interesse per la caccia.

Pensò, quindi, che l'odore che sentiva in realtà non le apparteneva. Poteva essere una sua amica, invece, e aveva nettamente più senso. Doveva essere così, o almeno lo sperava, e decise di aggrapparsi a quella speranza con tutte le sue forze per poter ancora credere di avere un per te della sua vita felice con la ragazza di cui era innamorato.

"Non avevi già mangiato?" chiese vedendo Viola fermarsi davanti ad un piccolo ristorante. Essendo ormai le undici passate, ebbe l'impressione e il pensiero che fosse un orario troppo avanzato. Anche in Italia, in fondo, vi era un limite d'orario e il loro distaccamento era solo di un'ora.

"Non ci crederai, ma tutta questa situazione mi ha acceso un incredibile appetito".

Si, posso immaginarlo... però andrai a letto particolarmente appesantita.

"E chi ti ha detto che voglio andare a dormire?" Viola gli cacciò la lingua in modo scherzoso. Adesso che lo aveva davanti, e che aveva constatato con gioia di avere a che fare con una persona esistente, non voleva sprecare nemmeno un secondo e rischiare al scoprire che fosse stato tutto un sogno. Avrebbe dovuto fare un grande sforzo, in fondo suo malgrado non era nata piena di energia e del tutto contraria ad una buona dose di ore di sonno.

"Be', per te spero proprio che il tuo corpo non lotti contro la tua volontà".

"Lo prendo come un grande incoraggiamento, anche se mi suona più da sfida".

Simon doveva riconoscere che quella ragazza era in grado di trovare una via allegra anche dove tutto sembrava banale. Se avesse avuto la coda, in quel momento, avrebbe giurato di mettersi a scodinzolare. Gli piaceva da matti quella ragazza, avrebbe voluto che l'intero genere umano fosse mosso dalle sue stesse energie vitali, ma questo avrebbe voluto dire che non avrebbe più potuto perdersi nei propri sogni con la sola e unica Viola.

"Allora, se la ritieni una sfida, dico che se vinco io, andiamo nella rosticceria poco più avanti dove fanno le migliori costolette di maiale e vitello del Regno Unito" mormorò beffardo.

Wolf's EyesOù les histoires vivent. Découvrez maintenant