Tra branco e famiglia

"Puoi ripetere?"

"Siccome ti ho deviato per tutta la sera, ti ho fatto spendere soldi e per colpa mia hai dormito fuori, pagando anche lì... ho pensato che ospitarti per qualche giorno forse il minimo per dirti grazie".

Quel vortice di sorprese parve allungarsi sempre di più annullando completamente la fine che ancora poteva intravedersi: un'intera con la ragazza di cui era innamorato, essere a casa dell'ultima persona con cui avrebbe voluto passare anche solo un'ora e adesso sarebbe stato sotto lo stesso tetto di entrambi, a costo zero, godendo di tutti i privilegi in quanto ospite. Simon non sapeva se saltare di gioia, cercare di mantenere un contegno ringraziando cordialmente oppure farsi prendere da un panico improvviso: come se ormai non avesse abbastanza cose a cui stare dietro, tra Zita che certamente lo stava aspettando, Viola che aveva bisogno del suo aiuto, Giorgio che avrebbe dovuto sparire dalla sua vista... non era nemmeno vicino a casa, non sapeva se altri animali si fossero addentrati ad attaccare i cuccioli. Una parte di sé avrebbe voluto accettare di buon grado e godersi il tempo con la sua Viola indisturbato, ma la parte ragionevole e istintiva sapeva che accettare sarebbe stata una pessima mossa.

Era come concedersi al nemico, servirgli su un piatto d'argento i suoi punti deboli e lasciare che lo manipolare a suo piacimento, era come buttarsi in una trappola assolutamente visibile; non avrebbe potuto funzionare, e poi non aveva un posto dove sistemarsi, anche se per quel che lo riguardava si sarebbe assopito sul tappeto.

"Be' io non..." cercò di non rifiutare in modo maleducato, "Non vorrei essere di disturbo. Non serve ringraziare..."

"Non è un disturbo, assolutamente. Abbiamo una stanza libera adibita per gli ospiti, di solito vengano le mie amiche a dormire. Quindi è pulita e ben arredata".

Approccio sbagliato, doveva inventarsi un'altra scusa, anche se quella sua parte umana e sognante stare urlando per accettare con tanto di valigia in mano.

"Ma non vorrei mettervi troppo in difficoltà facendovi stare attenti tra detersivi, intolleranze..."

"Mio padre è celiaco, siamo abituati a seguire una dieta minuziosa. Sarebbe solo un vantaggio in più".

Anche la carta cibo e intolleranze era fallita, e di solito si rivelava il primo motivo che permetteva di scappare velocemente a casa senza risultare scortese.

"Se avete delle giornate impegnative e intense? Vi intralcerei solo".

"Non puoi essere peggiore del compagno di mia madre. Lui sì che è invadente".

Possibile che non riuscisse a farsi valere per niente? Accidenti a Viola e alle sue alternative assolutamente non richieste... poteva dirgli che aveva voglia di metterlo in difficoltà.

"Insisto, Simon: hai fatto tanto per me, e non eri nemmeno tenuto ad interessartene; lascia che io tti restituisca il favore. Ti prego..."

"Ti posso assicurare che non ci sono problemi nemmeno per me, ragazzo" fece Giorgio mettendo una mano sulla spalla della figlia, "In fondo ogni amico di Viola è il benvenuto in questa casa".

Quella era l'unica frase che Simon in quel momento non avrebbe voluto sentire, perfino il padre era d'accordo a farlo restare... e lui che per una vita si era nascosto cercando di passare il più inosservato possibile. Adesso per quello che lo riguardava, lo conoscevano anche in troppi. Ma da un lato non era un fattore negativo: si sarebbe mimetizzato con più facilità; e poi doveva anche imparare più cose possibili se voleva restare un essere umano.

Wolf's EyesWhere stories live. Discover now