Tempo insieme

"Non devi prendertela, Hudson non è così male in realtà come sembra" Viola sistemò una coperta su un materasso appoggiato al pavimento, rimediato da una stanza in realtà utilizzata per gli ospiti.

Quello doveva essere il primo spazio stabilito per far alloggiare Simon, avevano deciso insieme a Giorgio che avrebbe usato la stanza degli ospiti come erano solite fare le amiche della ragazza. Era uno stanzino abbastanza minimalista, con pareti neutre e lenzuola bianche in modo che chiunque avesse piacere ad alloggiare non si sentisse a disagio. Gli scaffali erano lasciati vuoto apposta, salvo per le cose da arredamento essenziali come lampade, portafazzoletti, qualche fotografia e delle cassettiere per permettere agli ospiti di riporre le proprie cose.

La stessa situazione avrebbe dovuto ripetersi con il ragazzo, ma Viola all'ultimo momento aveva deciso di fare un cambiamento. E non senza la disapprovazione del padre.

Simon sospirò passando il cuscino: "Insomma... non faceva altro che metterti un muro su ogni decisione".

"Vuole solo evitare che io mi addossi troppe responsabilità. In effetti Biologia Naturale è tosta da soddisfare economicamente".

"E allora? Anche se fosse, o fosse un altro il motivo... tu prima o poi dovrai tirarti fuori".

Non era un pensiero sbagliato: in effetti studi o meno, Viola avrebbe comunque iniziato a lavorare, e l'esperienza iniziale poteva solo giocarle come vantaggio. Avrebbe trovato molti più sbocchi in qualsiasi campo, non le importava che fossero facili o meno, tanto la vita era sempre la parte peggiore sulle voce difficoltà. Ma era una fortuna avere Simon vicino, godendo di un piccolo impiego in un bar poteva darle alcuni consigli e indirizzarla nella giusta via. Lo aveva già dimostrato portandola nello studio fotografico, ricordandosi della sua passione per la fotografia, cosa che non era scontata in quel momento; se non l'avesse trascinata dentro, avrebbe rischiato di trovare come impiego un volgare posto come smistatrice si merce nei magazzini dove l'odore era pessimo, pienp di gas di scarico e sudore - in confronto una palestra era più profumata. Oppure sarebbe finita per sottostare ai capricci di un commesso smemorato, che non si ricordava nemmeno dove aveva appoggiato le chiavi della macchina.

"Confesso che un po' ti invidio, Simon".

"E per quale motivo?"

"Tu ti sei sempre gestito da solo, hai un livello di responsabilità incredibile... non tutti possono godere dello stesso privilegio".

Simon emise una risata sommessa, pareva anche ironica: "Non lo definirei un privilegio..."

"Dici di no? Io credo di sì" dichiarò Viola dando un colpo deciso al materasso per sistemare il tutto, "A prescindere dal tuo passato, adesso sei un ragazzo forte e indipendente. E questo rende gli ostacoli molto più piccoli di come si presenterebbero in altri casi".

Quella divisione di pensiero era straziante: Viola faceva presto a parlare, a reputare tutto figo e a elogiare l'apparente perfezione di Simon; ma se solo avesse potuto capire davvero... non c'era nessun tipo di elogio nella sua vita e nelle sue esperienze, solo una lotta per la sopravvivenza nella sua esistenza da lupo in cui il pericolo era sempre dietro l'angolo e la vita umana si presentava piena zeppa di limitazioni: dall'alimentazione, allo stile di vita troppo rozzo e nomade; Simon non aveva mai frequentato una scuola, aveva imparato a leggere e scrivere l'essenziale a fortuna, solo perché nutriva interesse per quegli esseri all'apparenza tanto diversi ed egoisti, che agivano solo per il loro quieto vivere ignorando tutti i paletti della catena che teneva unite tutte le specie del mondo. Ma anche se Zita e Lira avevano sempre cercato di dissuaderlo, di imprimergli nella mente che non valeva la pena mischiarsi con quei popoli di mediocri soggetti composti solo da desideri pericolosi, come tutti i bambini Simon si era solo convinto di più a seguirli nel loro modo di vivere. Da un lato aveva giocato a suo favore: grazie ai suoi giri da umano aveva conosciuto Viola.

Wolf's EyesDonde viven las historias. Descúbrelo ahora