Capitolo 19

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E lei è bella, ma dentro
Si è spenta da tempo
Lei è fredda, sta peggio
Si è persa nel vento

( Toxic, LA SAD)

POV : REBECCA

Il rumore dei passi pesanti e delle voci vivaci investono il corridoio, mentre seguo Riccardo verso la sala.

«Sono distrutto». Si sente un tonfo, come se qualcuno si fosse lasciato cadere a mo' di sacco di patate sul divano. Un fruscio leggero seguito da un puff, mi fa pensare che sia stato lanciato un cuscino volante e che abbia colpito il bersaglio.

«Come è possibile? Non ti sei praticamente allenato» ribatte una voce profonda.

«Ma se ti ho fatto il culo Ethan!»

«Sì, e poi ti sei svegliato tutto sudato. Dai Max non ci crede nessuno!» Si inserisce qualcuno nella conversazione. Quindi sono in tre. Cerco di far mente locale per ricordarmi le parole di Riccardo. Ha detto che vivono qui in tre e che questo Max viene a trovarli spesso.

«Non mi ha mai sfiorato, però è riuscito a schivare molti colpi» Colpi? Si sono picchiati?

«Ovvio.. non posso rischiare di rovinare il mio bellissimo viso. Il mondo ne soffrirebbe troppo» .

Ma chi è questo? Trattengo una risata, mentre osservo Riccardo alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa.

«No, il mondo soffre adesso perché è costretto a vederlo».

«Tua mamma non dice la stessa cosa» ribatte quello che ormai sono convinta essere Max.

«Forse la mia no, ma la tua sì».

Varchiamo la soglia del salotto in quel momento. Vedo un ragazzo stravaccato sul divano, la camicia arrotolata fino ai gomiti, con i piedi appoggiati sul tavolinetto davanti. Un altro ragazzo gli si siede accanto con un joystick in mano «Fidati tua mamma si sta chiedendo come mai sei venuto così» rivolto al ragazzo in camicia. «Beh Vez, la tua non se lo chiede come sono venuto»

«Cazzo, Max hai esagerato!» arriva un urlo dalla cucina, ma il tono resta scherzoso. Un ragazzo biondo in tuta spunta nella mia visual. Si tratta di Ethan, lo riconosco, ma la scena è abbastanza buffa. Ethan con la sua mole muscolosa, uno strofinaccio sulla spalla e un cucchiaio di legno in mano, guarda Max con un cipiglio severo, come faceva mia mamma quando da piccola dicevo una parolaccia.

« Scusa Ale, non mi sono fatto tua madre» ammette Max.

Il ragazzo accanto a lui gli lancia una gomitata «Lo so, coglione»

« Ehi, modera il linguaggio abbiamo un'ospite» Max mi indica con un gesto della mano, mentre gli occhi degli altri due si spostano su di me. Riccardo si fa avanti e interrompe il silenzio imbarazzante che si è creato. «Ciao ragazzi, lei è Rebecca, la mia..» Mi guarda per un secondo quasi impercettibile, poi fa un sorrisetto sghembo «amica». «Rebecca, loro sono i ragazzi»

«Piacere» saluto con la mano. È la prima volta che li incontro, tranne Ethan che ho visto solo da lontano nei corridoi dell'Università. Max si distingue subito con il suo modo di fare, con un sorriso da monello si alza da divano e si avvicina. «Buonasera, mia cara» mi saluta con un inchino teatrale « Sono Massimiliano, ma puoi chiamarmi Max » Gli rivolgo un  sorriso timido, cercando di nascondere la mia incertezza dietro un'apparenza sicura.

Poi è il turno di Ethan, il tormentato con gli occhi blu da angelo e i capelli biondi disordinati. «Ciao» asciutto e serio, in contrasto con il suo aspetto da surfista che lotta contro i fornelli.

Oltre le nuvoleWhere stories live. Discover now