OGNUNO E' ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO - CAPITOLO 13

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Una settimana dopo dalla sospensione, Manuel era pronto a tornare a scuola, con la testa ben salda sulle proprie spalle, consapevole di non poter più sbagliare.
Il rapporto d'odio che c'era tra lui e Mimmo rischiava di mettere in gioco il proprio anno scolastico ed anche le uscite del biondo e non potevano assolutamente sbagliare nuovamente.
Solo un altro sbaglio avrebbe messo una fine al loro anno a scuola e per Mimmo perdere totalmente la possibilità di uscire dal carcere e non poteva permetterselo poiché Molosso l'avrebbe sicuramente ammazzato di botte.

Molosso lo minacciò per tutta la settimana, dicendogli che se avesse fatto uno sbaglio del genere un'altra volta sarebbe stata la propria fine.

Simone mise lo zaino in spalla e si diresse con Manuel verso la loro scuola. Dinnanzi all'entrata gli prese la mano e gliela carezzò, passando poi al braccio facendo dei dolci grattini.

"Manuel.. fammi una prome-"

"Non sbaglio più, Simò.." rispose lui senza nemmeno dargli il tempo di terminare la frase.
Manuel sembrava avesse capito il proprio sbaglio mentre Mimmo chissà, non poteva mica entrare nella sua testa e così decise di entrare da un'altra parte, in biblioteca, per parlarci faccia a faccia ed avere un confronto finale.

Attese con molta ansia l'arrivo del termine delle lezioni e si diresse verso il luogo del lavoro del giovane e rimase seduto per circa quindici minuti ad attenderlo, con molta impazienza.
Guardò l'orologio più e più volte ed iniziò quasi a perdere le speranze quando, dopo una lunga attesa, lo vide arrivare con una fila di libri in mano, quasi bloccandogli il raggio della vista.
Gli andò incontro per aiutarlo e Mimmo si sentì alleggerito, poiché gli tolse una decina di libri dalle proprie braccia pensando che pesassero parecchio.

In quel momento Mimmo tornò ad avere il controllo della vista e vide Simone dinnanzi a sé. Gli era mancato davvero tanto ed anche se c'era molta rabbia nei suoi confronti, ogni volta che lo vedeva non riusciva ad essere arrabbiato con lui perché ci teneva davvero tanto.

Poggiò i libri sul tavolo e intravide un sandwich ed una sprite, proprio lì. Simone tornò a sedersi  e invitò anche lui a farlo, con un gesto.
Mimmo lo guardava negli occhi senza mai distogliere lo sguardo, nemmeno per sbaglio.

"M'adda ricr coccos Simò? Dici e vatten.."

"Mimmo io.. voglio parlare con te.." sussurrò lui quasi con la bocca serrata.

Aveva pensato per sei lunghe notti alle parole da usare, iniziò a farsi dei discorsi mentali ed abbinare le parole giuste per farlo soffrire il meno possibile ma in quei momenti, quando ti ritrovi davanti la persona con la quale devi parlare, sembra quasi che una persona si sia scordata tutto ed iniziasse ad inventare le parole nel momento stesso.

"Io ti ho.. tradito con Manuel, questa è la verità, non serve dirti una bugia."

Mimmo iniziò ad applaudire, quasi con un volto schifato.

"Voglio.. spiegarti tutto.
Lui è stato il mio primo e vero amore, quello che ti cambia, quello che ti fa stare male. Tu mi hai reso una persona migliore, mi hai fatto ridere, mi hai fatto stare bene. Però purtroppo la testa mi riportava sempre lì. Io.. pensavo che tra di noi non ci sarebbe stato mai più niente dopo quella notte ma lui vedendoci così vicini ha iniziato ad avere attacchi di gelosia per poi riavvicinarsi a me... ed io non ce l'ho fatta a dirgli di no."

Il biondo abbassò il capo, quasi a nascondere quel volto che si stava riempiendo di lacrime e rimase in un tombale silenzio.
Simone gli si avvicinò e si inginocchiò all'altezza del proprio viso e gli alzò il mento, permettendo di guardarlo negli occhi.
Vide quel volto pieno di sofferenza e si sentiva la persona più cattiva al mondo.

"Io non ti lascerò mai da solo..
Un giorno mio padre mi disse che "ognuno è artefice del proprio destino" e mi ha fatto molto riflettere. Forse sto sbagliando? Chissà. Forse Manuel non è la persona giusta per me? Voglio almeno provarci, ma vivere col rimorso proprio non posso.
Fammi sbagliare, fammi scegliere il mio destino, per favore. Ma non ti abbandonerò mai." 

Una lacrima solitaria scese dal volto del più piccolo che non riuscì a trattenersi. Iniziò a pensare a quanta paura avesse pensandosi di nuovo da solo, senza di lui. Chissà se avrebbe mantenuto quella promessa e gli sarebbe stato davvero accanto.
Doveva solo iniziare a convivere con questa cosa, in fondo, era abituato a rimanere da solo anche se da qualche mese a quella parte la presenza di Simone gli aveva alleviato tutti i dolori e le sofferenze, quasi come un punto di riferimento ed un luogo sicuro dove ritornare sempre.

Simone digitò qualcosa sul cellulare e dopo pochi minuti giunse Manuel nella biblioteca e si avvicinò lentamente a Mimmo.
Gli porse la propria mano e lo guardò dritto negli occhi.

"Pace?"

Mimmo si alzò e gliela strinse, molto forte, facendogli un po' male.

"Pace. Ma si o' faje suffrì, t'accir."

Manuel sorrise e lasciò la presa.

"Non lo faccio soffrì, te lo prometto."

I giovani si salutarono e Simone e Manuel decisero di tornare prima a casa, per poter stare un po' soli prima del ritorno della nonna del ricciolino e Dante.
Erano in camera, nel totale silenzio e decisero di stendersi sul letto, per parlare un po'.

"Grazie, sei stato davvero maturo a stringergli la mano e chiedergli di fare pace.."

Manuel gli carezzò la guancia, palpandola un po' nella propria morbidezza e sfoggiò il suo bellissimo sorriso a trentadue denti.

"Per te farei qualsiasi cosa.."

Simone gli sfilò lentamente la maglietta, lasciandolo a petto nudo ed iniziò a riempirlo di baci e coccole, quasi a volerlo lasciare senza fiato.
Si mise sopra di lui e lo bloccò dalle mani e gli leccò il collo, lasciando un'ondata di brividi pervadere per tutto il corpo dell'altro ragazzo.
Poggiò le proprie labbra sulle sue, strusciandosi contro di lui col bacino, provocandolo a livelli estremi con molta sensualità..

"Quante volte t'o dico.. nun me provocà che te faccio male.."

"Fammi male più che puoi.." sussurrò Simone con aria perversa.

Manuel lo afferrò dai capelli, stando attento a non fargli male e lo fece girare, passando lui sopra e la passione iniziò a espandersi in quel letto.
Volevano rimanere bloccati così, per tutta la vita.

"Ti amo.. Simò.."

Simone spalancò gli occhi, non riusciva a credere alla parola che gli aveva appena detto.

"Cosa hai detto?.." domandò lui quasi incredulo di ciò che aveva sentito.

"Non ho detto niente, vaffanculo.."

"Ti amo anch'io."



Per innamorarsi ci vuole un cuore leggero | SIMUELWhere stories live. Discover now