CE STO IO CO' TE - CAPITOLO 11

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Nina, senz'ombra di dubbio, aveva passato tutta la notte a girarsi e rigirarsi nel letto dopo aver dichiarato di aver terminato la relazione con il suo ormai "ex ragazzo". Sembrava quasi non avesse  idee poiché qualsiasi cosa pensasse era convinta che non potesse ferirlo a fondo mentre lei voleva colpirlo e dichiarò ufficialmente guerra.
Odiava i tradimenti più di qualsiasi altra cosa e non accettava il fatto che non le avesse detto la verità e l'aveva solo allontanata senza spiegazioni valide.
La sera prima aveva fatto una videochiamata con Laura e Luna mentre spiegava loro tutto ciò che era successo il giorno prima nei minimi particolari e loro quasi già sentivano che fosse potuta succedere una cosa simile e sembrava quasi che Nina stesse solo raccontando qualcosa che non gli era nuovo.
Quel mattino la ragazza arrivò decisamente puntuale a scuola come suo solito perché voleva vedere la faccia di Manuel dato che il giovane non si aspettava che tornasse proprio quel giorno. 
 Manuel e Simone entrarono assieme in classe e quando videro la biondina, abbassarono la testa, proseguendo dritti verso i loro banchi di scuola.
Luna, arrivata a scuola dieci minuti prima dell'entrata, si diresse verso la biblioteca dove già c'era Mimmo e portò lui un cornetto e un caffè, con un sorriso a trentadue denti.
Il ragazzo fu molto felice del gesto e le si avvicinò con molta dolcezza.

«Buongiorno Mimmo, questo è per te.» esclamò la ragazza.

«Luna, ma tu sei gentile assaj, come ti posso ricambiare?» domandò il giovane clinando leggermente il capo mentre afferrava la busta di carta contenente la colazione.

«Non devi ricambiare con nulla, dopo ci vediamo a ricreazione che ti devo parlare, va bene?»

Lui annuii mentre tirava un morso al cornetto e le fece ciao con la mano.Inutile dire che furono delle ore di leggera tensione dove anche il professor Dante si accorse che la propria lezione era ascoltata in parte dagli alunni poiché Laura, Luna, Simone, Manuel e Nina sembravano essere totalmente su un altro pianeta e non stessero capendo un bel niente di quello che lui stesse dicendo.Arrivata l'ora della ricreazione i ragazzi sembravano quasi saltare dalle proprie sedie per andar via per trascorrere quei venti minuti di "tranquillità".

Luna si affrettò a raggiungere Mimmo perché non vedeva l'ora di vederlo e lo trovò quasi nascosto dietro una libreria in fondo alla biblioteca che sistemava dei libri di narrativa.Appena vide la ragazza scese dalla scala e le diede un bacio sulla guancia. Lei si armò di estremo coraggio e girò il capo prendendolo per le guance e premette le proprie labbra contro le sue mentre lui quasi non ricambiò il bacio, smuovendosi di poco.

«Luna..io..emh..» sussurrò il giovane molto imbarazzato.

«Non ti piaccio?» domandò lei con voce triste.

«Certo.. mi piaci ma.. non so cosa potrebbe pensare Simone...»

«Ma quale Simone.. non ci pensare più a lui. Ieri Nina li ha beccati mentre facevano cose ..»

Lui spalancò gli occhi e cambiò totalmente espressione nel giro di un millesimo di secondo.
«Ma c' staj ricenn? Over faj?»

La ragazza annuii proseguendo con il proprio discorso.
«Ieri Nina è andata da Manuel perché voleva avere un faccia a faccia con lui e mentre ha aperto la porta della stanza li ha trovati praticamente nudi mentre si baciavano e ha capito il perché lui l'ha lasciata senza un motivo qualche giorno fa e la ignorava completamente...»

Mimmo fece cadere il libro per terra perché non aveva più forza data la delusione tremenda dopo aver ascoltato quelle parole dette da Luna. Simone gli aveva detto che era confuso ma non aveva mai ufficialmente detto che tra di loro c'era qualcosa e questo proprio non gli andava giù, non riusciva ad accettarlo e si sentii molto preso in giro dai due ragazzi.
Iniziò a correre velocemente verso il corridoio dove intravide Manuel da lontano ed iniziò a urlare in dialetto napoletano parole quasi incomprensibili al giovane.
Prese la rincorsa e gli tirò un pugno netto tra l'occhio e il naso e lo fece quasi volare e rimase un po' per terra privo di sensi mentre molto sangue scendeva dal proprio naso.

Dopo due secondi riuscii a riprendersi ed alzarsi e iniziò a sua volta a spingere Mimmo ma per fortuna furono subito divisi dal professor Dante che sembrava stesse rivivendo un flashback.

«Si na lot, omm e merd.» 

Mimmo era totalmente fuori di sé. Non capiva cosa gli fosse preso ma la gelosia gli aveva offuscato la vista perché era follemente innamorato di Simone e lo guardava immobile in un angolo mentre non riusciva nemmeno a trovare la forza di dividergli e lo squadrava dalla testa ai piedi con una faccia da demone.

«Sto pezzo de merda.» urlò Manuel mentre puliva il sangue con la manica del giubbotto.

«Ragazzi! Ma siete impazziti! Non vi è bastata la lezione dell'altra volta?»

«O sckiatt a stu nfam!» urlò Mimmo.

Nina iniziò a ridere e si avvicinò a Manuel.«Il karma, mio caro.»

Manuel la guardò con un viso totalmente schifato e furono portati successivamente dalla preside entrambi. A Mimmo fu sospesa la possibilità di alternanza lavoro carcere per una settimana e Manuel invece ebbe una sospensione di cinque giorni anche se effettivamente non era stato lui ad iniziare bensì l'altro ragazzo.

Simone non poteva crederci, non potevano essere liberi di vivere tranquillamente la loro relazione in pace. Doveva esserci sempre qualche problema, sempre qualcosa che li tenesse lontani e gli impedisse di stare bene.
Dopo la fine delle lezioni, Simone non diede corda a nessuno e si affrettò a prendere la vespa per correre da Manuel per vedere come stesse il suo naso dato che Mimmo gliel'aveva quasi rotto.
Entrò nella stanza con un kit di medicazione ma aveva già provveduto Floriana ed aveva un po' di cotone che gli bloccava il flusso sanguigno.
Si inginocchiò accanto al letto e carezzò Manuel sulla testa.

«Come ti senti?» 

«Come uno che ha ricevuto un pugno 'nfaccia.» rispose sarcasticamente.

«Ti ha fatto male?» domandò Simone anche se la risposta era ovvia.

Manuel girò il capo e preferì non rispondere poiché non accettava la "sconfitta". Dopo qualche minuto di silenzio mentre Simone continuava a fissarlo si girò ed iniziò a pensare mentre lo guardava.

«Secondo te il fato non vuole che stiamo insieme?»

Simone guardò il soffitto e sospirò.«Bho.. so solo una cosa. Sono distrutto e sembra quasi me lo sia preso io quel pugno in faccia per quanto sto male.

La mia colpa è stata solo quella di amarti ed ora stiamo solo complicando tutto invece di migliorare le cose. Sto troppo male.»

«Non stare male.. ce sto io co' te, sempre, non smetterò mai di dirtelo. Non te lascio Simò, a costo di prendermi cazzotti in faccia da tutti quanti.» rispose Manuel poggiandogli una mano sulla guancia.

Simone si rannicchiò come un bambino sul letto accanto a lui e lo abbracciò forte e voleva che il tempo si bloccasse fermo a quell'immagine di loro due, distesi sul letto, incollati come con la colla. Amava quei loro momenti romantici. Mimmo doveva solo accettarlo, Simone gli voleva tanto, ma tanto bene ma il suo cuore era destinato solo a Manuel e nessun altro. 
Nel frattempo Manuel prese sonno e fece rientro Dante e Simone sentendolo arrivare scese velocemente le scale per raggiungerlo.

«Papà, ho bisogno di parlare con te.» esclamò Simone sedendosi al divano.

Il padre lentamente gli si avvicinò, sedendosi accanto a lui e lo guardò dritto negli occhi con faccia severa.
«Forse so cosa stai cercando di dirmi ma.. dimmi pure..»

«Papà sto peggiorando tutto.. sono uno stronzo..» sussurrò mentre una lacrima gli scendeva dal viso.

«Non stai peggiorando. Amare non è una colpa..»

«Per colpa mia sta soffrendo Nina, Manuel, ma soprattutto Mimmo..»

Lui poggiò una mano sulla spalla del proprio figlio quasi stringendola e con l'altra cercava di toglierli quella fastidiosa lacrima che gli scendeva dall'occhio perché odiava vederlo piangere.

«Amare non è una colpa, te lo ripeto. Non puoi fingere di amare Mimmo come Manuel non può fingere di amare Nina. Io sapevo già da tempo che tra di voi c'era più di un amicizia speciale e volevo che con il tempo fosse stati proprio voi ad accorgervene. Segui il tuo cuore..
So che non sono la persona più indicata a parlare di questi argomenti ma te lo sto dicendo con il cuore e voglio che tu sia felice e libero di scegliere.»

Simone sorrise e quasi le lacrime iniziarono a scomparire dal suo volto.

«Papà.. hai sempre la risposta pronta, grazie e .. anche se te non te lo dico spesso... ti voglio bene..»  esclamò abbracciando forte il suo papà.

«Anch'io ti voglio tanto bene.» sussurrò Dante.


Per innamorarsi ci vuole un cuore leggero | SIMUELDonde viven las historias. Descúbrelo ahora