Capitolo 25 - Mason

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Seb allungò il passo, Mason avrebbe tanto voluto saltare in piedi, ma aveva affaticato troppo la gamba matta quindi preferì rimanere seduto. Lo sguardo di Sebastian gli stava facendo venire la pelle d'oca su tutto il corpo. Non lo aveva mai visto incazzato in quel modo.

Il ragazzo gli arrivò di fronte e strinse nei pugni il tessuto della felpa di Mason all'altezza delle spalle. Aveva gli occhi sgranati e le pupille dilatate per la rabbia. Sembrava un altro ragazzo, non c'era più traccia della sua consueta dolcezza.

Sono nei guai. In fottuti guai.

«Sei un idiota, Mason! Un cazzo di idiota che è ancora convinto di essere solo! Non sei solo, testa di cazzo, non lo sei! Anzi, non lo sei mai stato!» sbraitò, aveva il fiato grosso, il petto che gli si alzava e abbassava freneticamente. Aveva le labbra screpolate, doveva essersele morse per tutto il tempo, da quando aveva compreso che Mason era sparito.

Fu tentato di afferrargli il viso e baciarlo, ma sapeva che se ci avesse provato, Seb se lo sarebbe sbranato vivo.

«Non puoi sparire in questo modo! Non puoi, Mason. Ti stiamo cercando da ore. Per un attimo avevo creduto che sarei potuto morire di crepacuore. Quando hai degli incubi mi devi svegliare. Hai capito, Mason? Mi devi svegliare, cazzo. Mi devi parlare. Mi devi permettere di aiutarti, altrimenti non riusciremo mai ad andare avanti con questa storia. Io non posso andare avanti se tu continui a sbattermi fuori, a sparire, a credere che nessuno possa aiutarti.»

Gli occhi azzurri di Seb si riempirono di lacrime, un paio scivolarono sulle sue guance arrossate per la rabbia e Mason non poté fare a meno di sollevare i palmi per asciugargliele dal viso.

Sospirò interiormente di sollievo quando si rese conto che il ragazzo non stava sfuggendo al suo tocco, permettendogli di far scivolare i polpastrelli sulle sue guance.

«Mi dispiace», mormorò, stupidamente. «Non mi merito il tuo amore, Seb. Non me lo merito.»

Mason sapeva si trattasse di amore. Sapeva ancora riconoscerlo quando glielo sbattevano violentemente davanti agli occhi ed era quello che Sebastian aveva fatto: gli aveva sbattuto in faccia tutto il suo amore, la sua preoccupazione, il suo bisogno di volerlo aiutare, di saperlo al sicuro.

Sebastian sgranò gli occhi, aveva quelle lunghe ciglia, che lo facevano impazzire, bagnate dalle lacrime. «Cosa stai dicendo? Certo che te lo meriti!» affermò, stringendo maggiormente il tessuto della sua felpa. «Ma se mi dici che non lo vuoi, allora io non posso continuare così, Mason. Non posso continuare a venirti incontro, sapendo che finirai per respingermi. Non sei l'unico in questa situazione che sta soffrendo. Hai idea di come sia stato Evan per tutta la mattina? Jamie, Michael, Belinda, tuo zio? Non abbiamo detto nulla a Rachel per paura che si sentisse male perché è incinta! Hai compreso il numero di persone che ci sono per te e che ti amano? Tutti noi abbiamo bisogno dei nostri momenti per stare da soli, per mettere in ordine le idee e i pensieri, ma non spariamo in questo modo dalla faccia della Terra! Avresti potuto scrivermi un biglietto, prendere il tuo cazzo di cellulare e mandarmi un messaggio, avresti potuto mandarlo a Evan. Abbiamo dovuto contattare Annie per capire dove potessi essere finito!»

Mason allargò gli occhi. «Annie?» ripeté il suo nome.

«Eh, già. Proprio la sottoscritta», affermò Annie, apparendo dal nulla e sedendosi accanto a lui sulla panchina, davanti al lago artificiale del parco.

Mason girò il capo verso la donna, si stava osservando con sguardo critico una ciocca di capelli ricci. Ma se Mason aveva imparato qualcosa su di lei, era certo che stesse pensando a quali insulti dedicargli.

«Dunque, Mason... L'hai combinata grossa», affermò.

Mason avrebbe riso, se solo si fosse trovato in una situazione migliore per potersi permettere di ridere. Nel mentre Seb aveva lasciato la presa sulla sua felpa, si era allontanato e si era appoggiato con gli avambracci alla recensione di legno che circondava il lago. Gli mancava la sua vicinanza. Gli stava dando le spalle, Mason lo guardò ed ebbe il desiderio irrefrenabile di alzarsi e correre da lui per abbracciarlo, stringerselo forte fino a inglobarlo dentro di sé.

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now