Capitolo 22 - Seb

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«Oggi hai fatto davvero un ottimo lavoro, Seb. Tra un paio d'anni potrai tranquillamente prendere il mio posto».

Seb sbatté le palpebre un paio di volte e alzò gli occhi dalla cartellina blu che stringeva tra le mani da quando l'aveva chiusa con l'elastico e aveva lasciato l'aula dopo due intense ore di lezione insieme a Rachel e a cinquanta studenti che frequentavano le loro lezioni ogni settimana.

«Non esagerare, Rachel. Sei giovane e hai pochi anni di insegnamento alle spalle», fu la replica di Seb, guardando di traverso Rachel, la quale stava camminando al suo fianco, sorrideva, placida, e con un colpo di indici si aggiustò la frangia bionda sulla fronte.

Quella ragazza era diversa dalla maggior parte delle professoresse che insegnavano al campus, le quali andavano in giro con sguardo superbo e ticchettando contro il pavimento con le loro décolleté. Rachel indossava per lo più tute sportive, jeans morbidi e felpe dai colori pastello. Avrebbe potuto mimetizzarsi tra gli studenti. Seb si sentiva sempre a suo agio a stare con lei.

«Ciò non significa che io non sia in grado di capire di avere qualcuno che potrebbe essere più bravo di me a insegnare a tutti quegli adorabili caproni», rispose, facendogli un sorriso furbo.

Seb abbassò nuovamente gli occhi sulla cartellina blu, ricordandosi del compito che si trovava in cima e tutti gli altri perché era stato consegnato per ultimo dallo studente che lo aveva svolto.

Un paio di pomeriggi prima Rachel si era trovata davanti al suo pc nell'ufficio che condividevano, aveva sbuffato e si era accarezzata la pancia con sguardo pensieroso per poi confessare a Seb che aveva voglia di fare una lezione diversa, una lezione che non centrava un bel niente con il graphic design per mettere alla prova gli studenti. Seb si era messo a mangiucchiare una matita fin quando i suoi occhi non erano caduti sulla risma di fogli per la stampante e una lampadina immaginaria gli era apparsa sopra la testa.

«Forse ho un'idea», aveva detto a Rachel.

Rachel lo aveva guardato con occhi interessati e gli aveva fatto uno dei suoi sogghigni furbi. «Nella mi vita ho sempre preso decisioni di merda, tranne due volte. La prima è stata quando ho mandato a quel paese la paranoia e mi sono fatta abbindolare dal sorriso genuino di mio marito mentre la seconda è stata quando ho deciso di prenderti come mio assistente. Sputa il rospo, Turner».

L'idea di Seb era stata quella di prenderli alla sprovvista, di consegnare loro un semplice foglio bianco di stampante per poi dire agli studenti di disegnare con tutto quello che avevano a disposizione al momento un qualcosa di originale proprio sopra a quel foglio. Poteva essere una qualsiasi cosa, come la copertina di un manga, delle scene di un fumetto inedito o un ricordo di qualcosa che avevano vissuto, che era impresso nella loro memoria e che smuoveva loro dei sentimenti.

Solo che... il lavoro che si trovava in cima a tutti gli altri, coperto dalla plastica blu della cartellina gli aveva messo uno strano senso di inquietudine addosso e le mani avevano iniziato a formicolargli, come ogni volta che iniziava ad avere voglia di chiudersi in soffitta e mettersi a dipingere.

Non lo faceva da parecchio, anzi, da molto tempo aveva perso quello stimolo che lo portava a ricoprirsi dalla testa ai piedi di pittura. Gli era mancata quella necessità.

Una figura nera gli passò accanto, attirando completamente l'attenzione di Seb.

Quella figura nera era l'autore del compito che lo aveva turbato.

Ramiro Arias Lockwood.

Seb conosceva di vista quel ragazzo del primo anno e non perché lo avesse notato in precedenza alle lezioni di Rachel, ma perché ogni tanto aveva fatto visita a suo fratello al Centro Veterani.

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now