Capitolo 12 - Seb

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«Dunque, Andy».

Andy alzò gli occhi verdi dal suo libro di anatomia umana e li puntò su Toby, il quale, seduto accanto a lui al tavolo della biblioteca del campus, lo fissava con un grosso ghigno sulle labbra, ignorando completamente tutti i suoi appunti sparpagliati tra di loro.

Seb conosceva bene quello sguardo furbo. Lo conoscevano tutti coloro che avevano a che fare Toby. Quello sguardo non portava mai a nulla di buono e, per lo più, si terminava sempre con un rischio di aneurisma celebrare per il povero Thomas, la cui unica "colpa" era quella di essere innamorato di una bomba ad orologeria umana.

Seb incrociò le mani sotto al mento e decise di godersi quello spettacolino perché quel giorno Toby Clark aveva deciso di mettere sotto torchio Andy. Seb però sapeva che sarebbe giunto anche il suo momento perché al suo migliore amico non sfuggiva mai nulla e non si dimenticava niente.

«Cosa vuoi, Toby? Sto studiando, dovresti farlo anche tu», replicò Andy, riabbassando gli occhi sul libro. Dal movimento dei suoi occhi, Seb percepì che Andy aveva letto velocemente un paio di righe per poi appuntare qualcosa al margine del libro con una matita.

«Lo farò non appena mi dirai cosa è successo al Red Moon l'altra sera».

Andy alzò gli occhi nuovamente, inarcò un sopracciglio rossiccio, poi distolse velocemente lo sguardo. Toby e Seb si scambiarono un'occhiata fugace perché a nessuno dei due sfuggì il leggero rossore che fece risaltare le lentiggini sulle guance e sul naso di Andy.

«Uuuh, è successo qualcosa con chi sappiamo noi», si esaltò Toby dando un pugno di eccitazione contro la superficie del tavolo della biblioteca, facendolo tremare. «Sputa il rospo, Lolly».

«Smettila, Molly. Non voglio farmi cacciare dalla biblioteca. Non stressarmi e pensa a studiare», replicò Andy, guardandosi velocemente attorno per assicurarsi che nessuno li stesse ascoltando.

Andy non era come Toby e Seb: lui era discreto, non era per nulla sboccato, rumoroso o chiacchierone; preferiva dare poco nell'occhio, lo dimostrava anche il suo abbigliamento composto per lo più da pantaloni della tuta neri o grigi, pantaloni beige o blu, maglioni, felpe e T-shirt larghe dai toni neutri e camicie di flanella in stile boscaiolo del Vermont. Toby, appoggiato in tutto e per tutto dalle nonne di Andy, lo aveva minacciato più volte di bruciargli ogni singola camicia di flanella presente nel suo armadio di merda, parole di Toby.

«Ancora non l'hai capito che sono stato geneticamente procreato per stressare?»

Andy lo guardò con occhi accondiscendenti, ma aveva ancora le gote leggermente rosate. «L'ho capito fin troppo bene».

Seb sghignazzò e Toby ruotò velocemente il capo verso di lui. Quel sorriso furbo sempre più largo sulle labbra. Seb smise di ridacchiare e deglutì, nervosamente.

«Non pensare che mi sia dimenticato di te, Dolly. Io lo so che c'è stata una svolta nel rapporto tra te e Mason Musone».

Toby strinse le mani attorno all'astuccio di Andy. «Non chiamarlo così», parlò, la voce stranamente tesa. Non era assolutamente tipico di Seb quel tono di voce.

Toby, infatti, era un tipo sveglio, fin troppo sveglio, e si accorse subito di quel cambiamento repentino nel suo migliore amico. I suoi occhi furono attraversati da uno strano luccichio quasi sinistro.

«Ah, sì? E perché non posso?»

Perché quel soprannome gliel'ho dato io. È una cosa solo mia, pensò Seb.

Toby si limitò ad affermare: «Interessante. Molto interessante. Devo prendere mentalmente appunti», quando non giunse alcuna risposta da parte di Seb.

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now