Capitolo 17 - Mason

908 66 58
                                    

«Sai, Mason, nonostante ci siano cinque gradi, nonostante le chiappe gelate e il fatto che Eva si sia quasi mangiata uno scoiattolo per colazione, sembri meno... meno...»

Mason osservò Annie con la coda dell'occhio mentre lanciava per la centesima volta la vecchia e lercia palla da tennis ai loro cani.
Si stava accarezzando il mento, aveva la fronte aggrottata e sembrava molto meditabonda. Mason la lasciò pensare perché era davvero curioso di scoprire cosa stesse partorendo la sua mente acuta e contorta allo stesso tempo.

Anche se aveva un po' di timore... Un pochino. Insomma, era stato in guerra, ma Annie aveva quegli occhi intelligenti che sapevano mettere in difficoltà anche la più alta carica dell'esercito americano.

«Cazzo, non so proprio come esprimerlo senza inserire una parolaccia».

«Annie, hai appena detto cazzo. Non so se te ne sei resa conto».

Il viso di Annie si accartocciò in una smorfia. «Ah, ca-volo. Comunque, ti stavo per dire una cosa seria», rispose, afferrando al volo il suo bassotto, che con quelle sue gambette corte aveva la velocità di un proiettile.

Mason non volle continuare a guardare Annie perché poteva immaginare perfettamente cosa volesse dirgli perché era molto perspicace. Quella donna piena di tatuaggi e avvolta dalla finta pelle doveva avere qualche specie di super potere, donatogli di nascosto dalla Marvel, perché si rendeva conto di ogni singolo cambiamento che avveniva attorno a lei, nelle persone che abitualmente frequentava. Mason ci aveva provato, a comportarsi nella sua consueta maniera burbera, ma i cambiamenti in lui c'erano stati e pure belli grossi. Talmente grossi, che doveva aver fallito nel fingere che nella sua vita non fosse finalmente arrivato... uno sprazzo di luce.

Si sarebbe aggrappato a quel piccolo sprazzo di luce con entrambe le mani. Non voleva in alcun modo spegnerlo con tutta la sua oscurità. Quantomeno, ci avrebbe provato con tutto sé stesso, anche se ci sarebbero stati altri bassi e molti meno alti.

La vita non sarebbe stata vita, se non ci fossero stati più bassi. Era la vita dei comuni mortali, quella dei nati senza camicia e senza alcun privilegio.

Però, a prescindere dai cambiamenti positivi che erano avvenuti nella sua immonda vita, ovvero, Sebastian e la sofferta riconciliazione con Michael, non avrebbe mai abbandonato la sua aura cupa perché faceva parte di lui e ci era affezionato. Non sarebbe mai andato in giro a cantare Mary aveva un agnellino mentre distribuiva chewing-gum alla fragola. Sarebbe risultato strano e anche molto inquietante.

«C'è qualcosa di diverso in te, Mason. Questa mattina, la nuvola nera che ti porti sempre dietro sembra meno nera e più... grigia. Si è un po'... scambiata. Non è che hai tro- ttato insieme ad un uomo?»

Mason strinse le labbra in una linea sottile, ma non perché fosse infastidito dall'insinuazione di Annie, ma perché gli era passata per la mente, subito dopo aver udito le parole della donna, l'immagine di lui e Seb che trottavano nel suo grande letto. L'immagine non era stata per nulla spiacevole.

Ma proprio per nulla, porca puttana.

Prese una boccata d'aria fredda e che odorava di foglie secche, prima di scuotere il capo negativamente. «No, Annie. Non c'è stata nessuna trottata, però...»

Annie si mise subito dritta con la schiena, anche il bassotto tra le sue braccia sembrava interessato ad ascoltare. Un enorme ghigno prese il sopravvento sulla sua faccia. «Però, l'uomo c'è. Vero?»

Mason sbuffò. «Uomo... Non esageriamo». Si passò una mano su tutto il viso, poi si sfilò il berretto di lana dalla testa e se la fece scorrere energicamente anche sul capo rasato. «Cazzo, è un ragazzino».

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now