Capitolo 23 - Mason

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Aprì la porta, senza permettere a Mason di replicare, e scappò, lasciando Mason ad arrovellarsi il cervello. Evan aveva qualcosa che non andava. Ne era certo.

Per la testa gli passò l'immagine di quel ragazzo che avevano incontrato al Centro Veterani, pensò alla sua strana reazione. Si passò nervosamente le mani tra i capelli biondi che stavano crescendo.

Non era bravo a unire i punti. Avrebbe dovuto parlarne con Michael e Jamie.

«Ehi, Mason.»

Mason ruotò con la sedia a rotelle e si trovò davanti Seb, alla sua destra c'era Sanji e alla sua sinistra Eva. Le labbra gli tremolarono per la necessità di voler sorridere a quella vista.

«Evan non è Evan», gli disse Seb.

Mason sospirò e si avvicinò al ragazzo. Indossava dei pantaloni di tuta verdi e nuovamente una delle enormi felpe di cui si era appropriato e su cui erano andati ad appiccicarsi un numero incalcolabile di peli beige di Golden Retriever. Si era anche rifatto il colore ai capelli quindi non erano più viola pallido, ma erano ritornati ad essere più accesi.

«Te ne sei accorto anche tu.»

Seb annuì.

Quando Mason fu di fronte a lui, lo afferrò per un polso e lo costrinse a farlo sedere sulle sue gambe. Seb gli circondò il collo con una mano, iniziando ad accarezzargli la nuca con le dita tiepide.

Mason fece scorrere la punta del naso per tutta la lunghezza della sua mascella, partendo dal mento privo di barba, fino all'incavo del collo. Seb rabbrividì, gli prese l'altra mano e intrecciò le dita alle sue.

«Ne parlerò con Michael e Jamie», gli mormorò contro l'orecchio.

Seb gli baciò la guancia. Quel ragazzo aveva sempre un profumo dolcissimo che gli faceva impazzire le ghiandole olfattive.

«Sono d'accordo.»

«Domani lo investirò con la sedia a rotelle appena lo rivedrò.» Non gli era per niente piaciuto come Evan se la fosse data a gambe non appena Mason aveva incominciato a fargli notare quanto fosse palese il fatto che avesse qualcosa che non andava.

«Non pensi di esagerare?»

«Evan ha bisogno delle maniere forti.»

«Proprio come un'altra persona di mia conoscenza.»

Seb aveva la voce rauca e quello significava che il ragazzo si stava eccitando. Anche Mason era eccitato; aveva capito che il suo amico in basso era particolarmente influenzato, anzi, soggiogato dalla presenza di Seb e i suoi testicoli non vedevano l'ora di poter fare un bel balletto fuori dai boxer.

«Reggiti», gli disse con voce altrettanto rauca.

«Cosa...»

Seb si aggrappò forte a Mason quando iniziò a guidare la sua sedia a rotelle nemmeno stesse manovrando lo sterzo di una Lamborghini.

Gli sfuggì un gemito quando Seb strusciò la gamba contro il suo cavallo dei pantaloni.

«Non mi provocare, Sebastian», gli parlò contro l'orecchio prima di iniziare a succhiargli una piccola porzione di pelle dietro il lobo.

Seb rabbrividì di nuovo dalla testa ai piedi e si aggrappò alle sue spalle. «Non ti sto provocando. Tu lo stai facendo, Mason musone.»

Mason si chiuse la porta della sua camera da letto alle spalle per evitare che si infilassero i cani, poi fermò la sedia a rotelle davanti al letto. Afferrò il viso delicato di Seb con entrambe le mani e iniziò a far scorrere i pollici sulle sue lentiggini. Gli accarezzò le guance, il naso e Seb socchiuse gli occhi azzurri, circondati da un velo di matita nera. Mason aveva un debole per quelle ciglia lunghe e svolazzanti.

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now