40. La fine di pochi è l'inizio di molti

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Cos'è l'amicizia?
Un'anima sola che abita in due corpi.

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Questo capitolo è parecchio tosto e pieno
di informazioni. Vi prego quindi di leggere ogni paragrafo con calma, così da comprendere
al meglio ogni cosa.
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Il silenzio era rumoroso, lo sentivo fischiare nelle orecchie.

La scoperta di quell'ennesima verità mi aveva davvero sfinita. Tenevo lo sguardo incollato al suo quando compresi di non aver mai conosciuto Tyler veramente.
Compresi di aver avuto soltanto un assaggio del suo vero io, probabilmente del suo lato peggiore, per gran parte del tempo e che non mi ero mai preoccupata davvero di capire che tipo fosse.

Se il piano era quello di allontanare chiunque con quel comportamento irritante, così da rendergli più facile la recita, allora era andato tutto esattamente come voleva. Tutto secondo la tabella di marcia.

Sentii il respiro farsi pesante e la consapevolezza estenuarmi. Mi stavano sfuggendo le cose di mano, non mi sentivo forte abbastanza per gestire tutto quello. Non in quel momento, non in quelle condizioni.

E come se le sorprese non fossero finite, un ragazzo entrò correndo, seguito dal tonfo delle porte che sbatterono contro alla parete.

«Tyler!», il giovane, avvolto da un'aura agitata, si premette una mano al petto, intento a rallentare il suo battito cardiaco «Noi... noi dobbiamo avvisarlo. È in corso un attacco al quartier gener-»

Non fece in tempo a concludere la frase che una turbolenza scosse l'intera stanza, liberando della polvere dal soffitto.

Tyler scattò in piedi. «Falla uscire e portala al sicuro. Non mollarla un secondo, proteggila a costo della vita, Paige. Sono stato chiaro? Ci serve viva.»

Paige sembrò titubante, ma a lui non importò, perché non attese alcuna risposta. Si voltò, corse incontro allo sconosciuto e non appena sparirono dietro alla porta, un'altra turbolenza, più forte e concentrata, mi fece saltare perfino il cuore.

Lei aprì la cella e così tentai di tirarmi su, ma come la gravità pesasse sulle mie spalle, le gambe non vollero saperne nulla, facendomi finire di nuovo col sedere a terra.

«Non avrei mai pensato di doverti toccare in questo modo, spero di non prendermi qualcosa.» mormorò stizzita venendomi incontro.

Aggrottai la fronte, nascondendo l'offesa che avrei voluto liberare sul mio viso. «Quanti anni hai, Paige? Due?»

Lei allungò una mano, roteando le iridi castane al cielo. «Non farne un dramma e dammi la mano.»

«No. Faccio da sola.» m'impuntai usando la parete di cemento alla mia destra come appiglio. Strinsi gli occhi sforzandomi di non cadere, ma era come avessi la gelatina al posto delle gambe, semplicemente non riuscivano a sostenere il mio peso.

Unlimited - La paura dell'ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora