32. (C) We're all broken inside {2}

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"Lui l'accarezzava sulla guancia e l'universo non contava più un cazzo."
- C. Bukowski.

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(Cit. Pov Cole ogni 10 capitoli, sisi Karina🤠)
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Cole

La testa girava come una cazzo di trottola, pulsava talmente forte che sembrava non accennare a smettere. Serrai gli occhi, nell'inutile tentativo di alleviare il caos nella mente ma non sembrò funzionare.

La vista perse di lucidità e mi ritrovai faccia a faccia con il buio lugubre che rischiò di strapparmi via l'udito nello stesso istante in cui Mya aprì bocca.

L'urlo disperato cessò all'improvviso e mi ci volle qualche secondo per riprendere il controllo.
Il pianto di Mya mi raggiunse rapidissimo e quando riuscii a riaprire gli occhi, gli altri si trovano nella mia stessa situazione.

«Set?» June chiamò il fratello.
Lo cercai, tentando di mettere a fuoco e quando l'espressione sconvolta di Set mi riempì gli occhi, questo parlò: «Io... non sento.»

Rimasi immobile mentre la speranza che avessi sentito male, morì nell'esatto istante in cui Set ripetè la frase: «Non sento niente.»

Posai lo sguardo su Mya e poi su Set, in piedi al suo fianco. Feci quel passaggio ancora una volta e quando arrivai alla conclusione, qualcun altro attirò la mia attenzione: Alia.

La vidi barcollare, si portò una mano sulla tempia e quando l'altra sfiorò il braccio di Tyler sentii il fastidio aumentare tutt'un colpo.

Questo la sorresse immediatamente e giurai di non aver mai avuto tanta voglia di uccidere qualcuno in vita mia.

Serrai i pugni, seguendo e studiando ogni suo movimento in attesa di capire cosa stesse succedendo, ma quando lei parlò e lui si abbassò per poterla sentire meglio, sentii i nervi esplodere e la pazienza disintegrarsi.

Questi si voltarono dandomi le spalle e fu allora che non ci vidi più dalla rabbia. Le mie gambe scattarono e in un battito di ciglia gli finii davanti.
«Levale le mani di dosso.»

Gli occhi del modificato incontrarono i miei e l'ombra che scorsi sul suo viso aumentò al contempo, rabbia e curiosità.

«Non è il momento più adatto per fare una scenata di gelosia, non ti pare?» cercò di punzecchiarmi, ma i miei occhi erano troppo occupati a cercare di interpretare quell'aurea nuova che gli sentivo emanare, per dargli retta.

Unlimited - La paura dell'ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora