10. Libertà

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"Odio convivere con i demoni fissi nella mia testa.
Il senso di colpa mi fa sentire una bestia.
Vorrei dirti resta, sì ti prego resta, ma grido vattene perché sento tempesta sotto le palpebre."
~Fragili (Il Tre)

POV SIMONE

Tutto il mio corpo mi sta comunicando che mi sto infilando per bene nei casini.

Forse sono io quello attratto dai casini. Basti pensare di chi mi sono innamorato...

I casini mi cercano, e io cerco loro.
Forse sono l'antagonista della mia stessa storia? Chi può dirlo.

«Allora...» introduce il piano Martina, e io cerco di starla ad ascoltare. «Simone, la consegna della merce si terrà questo sabato, dovrai andare in un bar chiamato La pausa caffè, che si trova in zona Trastevere. C'è circa un'oretta di viaggio, ma in vespa ci metti sicuramente di meno. L'unico pericolo è che quel quartiere è molto controllato, quindi devi stare attento a non creare inutili sospetti» dice.

Trastevere.
Controllato.
Sospetti.

Bene, posso farcela, no?

«Che devo guidare?».

«Uno scooter. Ci verrà consegnato domani mattina, Patrizio sfrutterà un giorno per riparare dei piccoli danni, e infilerà la merce nel bauletto».

«Che scooter è?».

«Un Honda SH 150i» risponde prontamente la ragazza.

«La principessina vuole sapere qualcos'altro?» domanda Federico, quasi infastidito.

«Fede, dovresti ringraziarlo» lo rimprovera Lorenzo.

«Pff...».

«Comunque non ho bisogno di sapere altro, se non l'orario».

«Per le 6 parti da qua» risponde Patrizio.

«Va bene».

Il piano è semplice, basilare oserei dire, il problema è che mi faccio prendere dalla pressione.
Potrei rovinare tutto, e in questo caso la polizia mi troverebbe con un bel po' di roba con me... Non so se immaginarmi dietro le sbarre sia quello che voglio.

Martina guarda l'orario dal suo orologio, e fa un'espressione preoccupata.

«Devo scappare a prendere Claudia!» esclama. «Ci vediamo» saluta tutti velocemente.

«Claudia?» chiedo.

«È sua sorella piccola, la deve prendere da scuola oggi» mi spiega Lorenzo.

«Ho voglia di una siga» sbuffa Patrizio. «Lore' vieni con me?».

«Ehm... Io» mi guarda un attimo.

«Vai, rimango qui, tanto prendo le mie cose che devo andare adesso» gli dico.

Lui annuisce ed esce dall'officina insieme al rosso.

Rimango solo con Federico, quindi, che non fa caso a me. Perciò afferro la mia giacca e me la infilo, controllando di avere in una tasca le chiavi della vespa.

Per qualche strano motivo la presenza di Federico mi mette agitazione, anche perché sembro non piacergli particolarmente.

Lo squadro un'istante, mentre si pulisce le mani su uno straccio mezzo sporco, per poi afferrare il pacchetto di sigarette dai suoi pantaloni della tuta.

Ce sto io con teOnde histórias criam vida. Descubra agora