3. Ockham

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"Ehi, io non lo so cos'è che non va in me stasera
È come se si fosse rotta la città" ~Come nelle canzoni (Coez)

POV SIMONE

«Oh Simo ben arrivato» mi saluta il festeggiato con un mezzo abbraccio.

«Auguri Matteo» gli dò il suo regalo fasciato rigorosamente da mia nonna.

«Non so perché, ma scommetto che è una bottiglia di qualcosa» sospetta dopo averla osservata e tastata a dovere.
Bè grazie che è una bottiglia. Si nota dalla forma che assume la carta regalo dorata.
«Vieni, ti porto dagli altri» dice.

Matteo ha organizzato la sua festa in una discoteca qui a Roma.

La musica mi ha già scartavetrato l'udito. Di solito opto per canzoni più lente, come Calcutta e anche Coez. Di certo non privilegio la techno.

Mi conduce dagli invitati, alcuni li conosco altri no.

Davanti a me si palesano le figure di Laura, Luna, Viola, Rayan, e anche alcuni miei vecchi compagni, cioè Aureliano, Giulio, Monica e Chicca.
Sono sorpreso della loro presenza. Non si sono fatti sentire per niente in questi mesi, e rivederli qui è strano.

«Simo questi sono mia cugina Federica e suo fratello, cioè mio cugino, Lorenzo» mi indica i ragazzi che non conosco.

Federica si presenta vestita con un abito stretto e verde scuro, tutto brillantinato. Mi guarda con circospezione e prima di allungare la sua mano, si passa l'altra sui capelli scuri.

«Federica, piacere» e io le stringo la mano, dicendo il mio nome.

Lorenzo invece ha i capelli molto folti, tanto che gli nascondono tutta la fronte. I suoi occhi scuri mi osservano totalmente disinteressati da quello che hanno davanti.
Fa un gesto col mento come per salutarmi, e poi si infila le mani nelle tasche dei suoi pantaloni eleganti.

Che arrogante... Però devo dire che è molto carino.

«Manuel non viene?» mi domanda Matteo.

«Penso stia con Nina».

«Vabbè» scrolla le spalle. «Ragazzi non sono un vostro genitore. Bevete e divertitevi» fa a tutto il gruppo.

E se tutti sono vogliosi di ballare, al contrario loro i miei piedi si sono mossi in una danza che mi ha condotto fino a uno sgabello, dal bancone del bar, pronto a ordinarmi qualcosa da bere.

POV MANUEL

Non c'è stato mai così tanto imbarazzo come stasera a cena. E non so nemmeno il motivo.

Sto mangiando con Nina e sua zia, che sono così taciturne tanto che mi stanno facendo pensare di avere qualcosa incastrato tra i denti, che le porta a essere a disagio sul dirmelo o meno.

La zia di Nina, Agata, è di solito una persona socievole, specie col ragazzo di sua nipote. Ma adesso è imbronciata, mentre pizzica con la forchetta un pezzettino di carne.

Nina, invece, ha i suoi occhi azzurri rivolti verso il piatto, e con una mano si sorregge la testa. Sembra quasi in procinto di piangere.

Ce sto io con teWhere stories live. Discover now