8. Fromm

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"Siamo due scostumati noi a volerci bene
Non riusciamo a smettere
E un'altra notte finirà
Che ci vogliamo diversi e poi restiamo gli stessi
E poi lo sai che non piango per te
Stammi lontana, lontano da me
Tanto lo sai che stare con te è fare l'amore in un vicolo
Quelli come noi lo sai già come finiscono" ~Quelli come noi (Tananai)

POV MANUEL

Riuscirò prima o poi a riprendermi una moto. Gliel'ho pure chiesta a mio padre, ma giustamente mi ha detto di no, perché è la mia punizione per la stronzata che avevo in mente di fare, e non mi fa neanche salire nella macchina dell'autista che è rimasto qui per Viola.

E muoversi per la città con l'autobus alle 7:30 del mattino, penso sia la cosa peggiore al mondo, in quanto devo spintonare tutti affinché io possa respirare.

Forse dovrei cominciare a cercare qualche lavoretto serio, che non riguardi niente di illegale.

Arrivo a scuola, e vedo una calca di ragazzi con lo zaino che non è ancora entrata.

Io mi faccio spazio per provare ad entrare, ma davanti al portone c'è una X fatta con il nastro bianco e rosso.

Ma che diavolo succede?

Prendo il mio cellulare e decido di chiamare Dante, poiché può essere l'unico che mi possa dire qualcosa.

«Manuel è successo qualcosa?».

'Ciao anche a lei, prof!'

«Ma lei è a scuola?».

«Sì, sono dentro. Ci vediamo fuori, adesso fammi andare. Ciao».

Mi butta giù.
Che bello parlare con le persone.

Mi guardo intorno e cerco i miei compagni di classe per raggiungerli.
Vedo Rayan, Luna, Matteo, Laura, Viola e Simone che stanno parlottando.

«Oi Manuel» mi saluta Rayan. «Sai che è successo qui?».

«Ne so quanto voi» rispondo.

Oggi è il suo compleanno.

«Simo sicuro di non sapere niente?» domanda Laura.

«No, mio padre non mi ha detto niente» dice.

Il suo viso che ancora porta i segni della rissa di sabato, presenta anche due profonde occhiaie.

«Raga io me ne torno a casa» decide Matteo.

«Ti seguo» si inserisce Laura.

«Ma perché non andiamo a fare colazione da qualche parte tutti insieme?» propone Luna.

Tutti diciamo di sì, anche perché nessuno ha qualcosa di meglio da fare.

Tutto il gruppetto inizia ad allontanarsi dalla scuola, e io rimango dietro a tutti con Simone.

«Ciao» lo saluto.

«Ciao» borbotta, mentre si passa una mano su un occhio.

«Hai dormito poco?».

Ce sto io con teWhere stories live. Discover now