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Pasquale era partito per la Sardegna e si stava godendo la sua meritata vacanza o almeno questo era quello che sembrava ad Eleonora guardando le storie che metteva su Instagram.
La ragazza aveva provato a scrivergli ma non aveva avuto nessuna risposta.

«Come stai?»
«Male.»

Simona era andata a trovare l'amica che di sabato sera se ne stava sul divano a mangiare gelato e guardare film romantici, cosa che non faceva praticamente mai.

«Ele ma non è meglio che è finita adesso? Sarebbe stato peggio se ti fossi innamorata davvero e poi vi foste lasciati...»
«Simo tu non hai capito, io voglio stare con lui. Non mi interessa se mi farà male o malissimo. Io voglio solo lui perché nessuno mi potrebbe dare nemmeno la metà di quello che mi dà lui anche se ci vediamo di nascosto e per poche ore. Nessuno mi fa stare bene come lui. Nessuno.»
«Ele...» Simona prese una mano dell'amica e gliela strinse guardandola negli occhi. «Tu lo...»
«Non me lo chiedere. Non voglio saperlo nemmeno io» sospirò e lasciò la mano dell'amica.

Lo amava? Era una domanda che evitava come la peste perché non voleva darsi la risposta, soprattutto ora che lui non c'era più nella sua vita.

Continuarono a vedere il film e a mangiare schifezze fino a che Eleonora vide una storia su IG che Pasquale aveva appena messo e non ebbe il coraggio di commentargliela. C'era lui con altri quattro ragazzi in un locale seduti ad un tavolo con dei drink tra le mani e una canzone in napoletano in sottofondo. Il giorno dopo, però, di mattina, lui mise una storia con il mare cristallino della Sardegna con in sottofondo una canzone di Geolier che la colpì molto. Non era mai stata grande fan della musica napoletana in generale, ma da quando lo conosceva la stava apprezzando sempre di più. Rispose a quella storia con un semplice "Quando torni me la canti?" a cui però lui non rispose. Qualche giorno dopo Pasquale mise una foto con Celeste e lei commentò ancora con "Bellissimi" ma lui la ignorò ancora e successe ancora un altro paio di volte, poi, vedendo che lui continuava ad andare in giro per locali e a sembrare abbastanza tranquillo e rilassato con sua moglie, i suoi fratelli e i suoi amici, lo lasciò stare. Non voleva essere petulante e non voleva assolutamente rovinargli le vacanze. Fu dopo un'infinità di giorni che Simona riuscì a convincerla ad uscire un venerdì sera, per andare in un bar tranquillo vicino casa loro, niente di che. Poi uscì un altro paio di volte ma mai nessuna di queste uscite la distrasse dal suo unico pensiero: Pasquale. L'aveva pensata almeno una volta? Aveva intenzione di chiarire con lei o voleva chiudere definitivamente? Forse si stava rinnamorando esclusivamente della moglie? La testa le scoppiava dalle tante domande che si poneva e non riusciva nemmeno a lavorare bene. Contava i giorni che la dividevano dal ritorno del calciatore e stava sempre peggio. Aveva bisogno di stare con lui e di chiarire la situazione, non ne poteva più.

Pasquale sembrava stare bene, usciva ogni sera a cena con la moglie e la piccolina, poi la riportava al resort e usciva coi suoi due fratelli più grandi e alcuni loro amici. Aveva fatto il giro di tutti i locali della zona e un paio di volte si era anche quasi ubriacato, cosa che durante l'anno non faceva mai. Non aveva, però, mai guardato una donna con la voglia di stare con lei, mai. Era quasi nauseato anche dalla moglie e questo non gli era mai successo. Poi Eleonora gli scriveva, gli mandava messaggi, gli faceva domande e lui si sentiva sempre più legato a lei anche se non avrebbe voluto. Avrebbe voluto cancellare tutto quello che avevano fatto insieme, tutti i ricordi e tutte le cose belle che si erano detti. Lei l'aveva ferito, l'aveva trattato come un puttaniere qualunque non avendo capito niente di lui. Aveva tradito la moglie, era vero, ma con lei era sempre stato sincero. O almeno lo era stato fino a quando non aveva incontrato Eleonora che era stata la sua vera unica relazione extraconiugale. Per lui gli altri tradimenti non erano nemmeno da considerare tali, era solo sesso senza sentimento, giusto per passare il tempo. Quelle donne senza volto e senza nome erano state come delle sigarette per lui, usa e getta. Era brutto da dire ma le vedeva proprio così. Invece con Eleonora era diverso, lei l'aveva conquistato al primo sguardo. Il suo cuore aveva iniziato a battere forte per lei già dalla prima volta che si erano visti e non gli era mai successo. Si doveva trattenere con lei perché non poteva andare oltre certi limiti per rispetto di sua moglie ma di sicuro provava qualcosa di forte per quella ragazza snob di Posillipo. E il fatto che lei gli avesse nascosto dell'incontro con quel fantoccio e poi lo avesse accusato di volerla tradire l'aveva ferito profondamente. Questo però non l'aveva reso meno preso da lei. E infatti quando vedeva le storie che metteva Simona in cui erano insieme al bar di sera o al ristorante lui si imbestialiva e diventava intrattabile per tutti per tutta la serata. Lei gli mancava ed era terribilmente geloso di quella ragazza.
Come doveva fare?

«Che dici se quando torniamo a Napoli andiamo a parlare in quella ludoteca didattica di cui ci parlarono i Di Lorenzo? Tu la conosci la proprietaria, no?» la moglie glielo chiese mentre erano sotto l'ombrellone e lui fece finta di nulla.
«Sì ci sono andato una volta con Giovanni. Celeste è ancora piccola per andare là, aspettiamo ancora un po'.»
«Mica la voglio già iscrivere? Voglio solo capire i loro programmi e come si svolge il tutto. Quando torniamo a Napoli ci passiamo dieci minuti.»
«Non possiamo andarci a settembre? Che senso ha a giugno?»
«Amo io voglio solo capire come funziona, poi quando sarà più grande la iscriviamo.»
«Va bene, come vuoi.»
«E invece hai guardato le foto di quella casa che ti ha mandato l'agente immobiliare?»

Pasquale sbuffò e si mise gli occhiali da sole. Non ne poteva più di tutte quelle chiacchiere, quei progetti, quegli appuntamenti. Voleva solo rilassarsi.

«Mo fammi rilassare un po', dopo vedo.»
«Non ti dimenticare però...» gli disse e lui scosse la testa. 

Qualche ora dopo se ne tornarono nel loro bungalow e fecero addormentare Salvatore.

«L'ho vista la casa, è bella ma è enorme. Che dobbiamo fare con quattro camere da letto e tre bagni?»
«Vabbè sicuramente un altro figlio più in là lo facciamo, poi una camera la facciamo diventare cabina armadio... lo spazio serve sempre.»
«Amo secondo me è esagerato anche il prezzo, cerca qualcosa a meno, magari più piccola...»
«Dai Pasquà...»
«Un anno e mezzo di stipendio mio per una casa che è troppo grande per noi, mi sembra esagerato dai.»
«Non sarà grande se facciamo almeno un altro figlio amo...» lo avvicinò e si mise seduta su di lui che era comodo sul divano. Iniziò a baciarlo ma il calciatore si tirò indietro.
«Adesso? Celeste è ancora troppo piccola, no? Pure per te, è pericoloso...» cercò di farle cambiare idea e lei si mise a ridere.
«Ma non adesso amò, dico prossimamente, magari l'anno prossimo. Nel frattempo però iniziamo a prendere la casa» i suoi baci scesero sul collo del ragazzo che deglutì e cercò di farsi piacere quello che stava accadendo. Prima sua moglie lo convinceva praticamente a fare qualunque cosa con due baci e il sesso, ora gli dava fastidio che lei usasse il sesso per convincerlo.
«Non mi convinci così Tonia... la casa  è troppo grande e costa troppo, vedi di stare sotto al milione, sui sei - settecento mila euro, non di più. Poi a fare un altro figlio ci penseremo più in là» le disse sconvolgendola. Pasquale non si era mai ribellato così apertamente al volere di sua moglie.
«Ma che stai passan Pascà?»
«Tu stai perdendo la testa. Da quando ho il contratto nuovo e sto giocando nel Napoli mi stai facendo buttare un mare di soldi. Ti devi calmare un po'.»
«Io faccio quello che è meglio per la nostra famiglia.»
«Lo so e lo hai sempre fatto benissimo, ma ora che stiamo meglio economicamente ti devi trattenere un po'. Dobbiamo restare coi piedi per terra ed essere umili, senza fare troppi sprechi. Una casa da un milione e quattro è troppo. Trovane un'altra.»
«Sì forse hai ragione.»
«Non possiamo buttare tutti i sacrifici di una vita, amo. Dobbiamo assicurare un futuro migliore a nostra figlia.»
«Ai nostri figli» insisté lei.
«Per ora ci sta Celeste e parlo di lei, poi si vedrà.»
«Ma tu non eri quello che voleva tre o quattro figli? Hai cambiato idea?»
«No ma...» sì, aveva cambiato idea ma non poteva dirglielo, ovviamente. «Sai quanto abbiamo lottato per avere Celeste e ora voglio godermela.»
«Va bene. Scusa se a volte esagero è che ultimamente ti vedo strano, come se fossi diverso nei miei confronti, non so...»

Pasquale si inumidì le labbra e la fissò negli occhi.

«Ti amo come ti ho sempre amato, forse sono solo un po' più nervoso per il lavoro e le nuove responsabilità, ma verso di te non è cambiato nulla» spiegò cercando di essere più convincente possibile.
«Sicuro?» tornò a muoversi su di lui e a baciargli il collo.
«Sicuro» chiuse gli occhi e le lasciò fare tutto quello che voleva. 

Non poté tirarsi indietro e fece sesso con lei cercando di sembrare il più coinvolto possibile.
Stava fingendo con sua moglie? Con la donna della sua vita? 

Ma cosa cazzo gli stava succedendo?




Malessere | Pasquale MazzocchiWhere stories live. Discover now