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«Stasera cinema?» le domandò Simona mentre erano sedute al bar a fare colazione ma lei scosse la testa.
«Stasera non ci sono, gioca Pasquale...»
«Gioca Pasquale? Ora ti interessa anche il calcio?»
«Mi interessa lui, non il calcio» chiarì la ragazza e l'amica rise.
«Tu sei proprio cotta a puntino eh, e ancora lo neghi...»
«Non lo amo, è sposato e ama la moglie, non posso amare uno che non può ricambiare. Però ci tengo a lui e mi piace, lo sai.»
«Io non capisco a cosa ti porterà questa storia, non lo capisco. Perché ci sei tornata insieme se sai che non avete futuro?»
«Perché al momento sto bene solo se sto con lui e per una volta voglio essere egoista e pensare al mio benessere. È lui quello che è sposato e dovrebbe farsi il problema, non io...»
«Ma infatti io non dico questo, dico che non avete futuro, che senso ha continuare?»
«Che ne sai cosa succede in futuro? Nessuno può saperlo.»

Simona la guardò con compassione, come spesso era Eleonora a guardare lei fino a poco tempo prima.

«Ele, amica mia, per favore non ti illudere... non la lasciano mai la moglie, lo sai meglio di me.»
«Non mi illudo perché lui è sempre stato chiaro con me, dico solo che il futuro è imprevedibile.»
«Va bene, fatti tutti i castelli in aria che vuoi ma per favore non ti fare troppo male come ho fatto io...»
«No, tranquilla, so quello che faccio.»
«Ok... per qualsiasi cosa sappi che io per te ci sarò sempre, ok?»
«Lo so, lo so bene» rispose all'amica prima di essere interrotta dalla voce di un uomo che sapeva di conoscere.

«Eleonora carissima! Come stai?»

La ragazza si girò e riconobbe subito Stefano Sellitti nel suo vestito Ermenegildo Zegna nuovo di zecca.

«Stefano, ciao! Che piacere...»
«Che coincidenza incontrarci qui. Siamo dello stesso quartiere e non ci vediamo praticamente mai... come va il tuo lavoro?»
«Tutto bene, alla grande. Lei è Simona, te la ricordi?»
«Certo che sì, piacere di rivederti Simona. Per il resto che mi dici? Il ragazzo?»
«No Stefano per il momento sono concentrata sulla mia carriera, non cerco il ragazzo.»
«Ah peccato, altrimenti una cena te l'avrei offerta volentieri.»
«In amicizia quando vuoi» fece un sorriso falsissimo e pensò a quanto quella fantomatica cena avrebbe potuto far imbestialire Pasquale e il suo sorriso divenne vero.
«Ne riparliamo, ok?»
«Come vuoi. Buona giornata.»
«A voi» le salutò entrambe e se ne andò. Le due ragazze spettegolarono un po' su quel tizio per poi abbracciarsi e salutarsi tornando ognuna alla sua giornata lavorativa.

Eleonora lavorò tutta la mattinata, a pranzo mangiò un toast al volo e poi tornò ad immergersi nei suoi documenti. Scrisse a Pasquale qualche ora prima della partita sperando che lui rispondesse.

Sei pronto?

Come sempre

Stasera ti guardo

Dopo la partita ci vediamo? Per mezzanotte posso stare al Romeo

Va bene

Ti va o no?

Ho detto va bene Pasquà

Non ti vedo convinta

Ho sempre voglia di vederti

A volte mi sembra di no

Dai...

Sarà una mia impressione. Allora a mezzanotte là?

Ok. Ora vado che devo prepararmi, a dopo

A dopo e buona partita

Grazie piccirè, un bacio

Chiuse la chat e sospirò. Perché non riusciva ad essere aperta e affettuosa con nessuno? Eppure con Pasquale stava bene, anzi, stava bene solo quando stava con lui. Allora perché non riusciva a dirgli quello che provava quando stava con lui? A dirgli quanto le piaceva quando la guardava negli occhi e le diceva che per lui esisteva solo lei e che 'usciva pazza per lei'? Sarebbe voluta essere più sciolta con lui perché era molto estroverso e dolce e capiva che il calciatore voleva sentirsi voluto così come lo voleva lei.

Quella sera l'avrebbe fatto, l'avrebbe stupito. Appena finì la partita si preparò e andò all'hotel per essere in anticipo rispetto a lui. Aveva deciso di mettere l'intimo azzurro di un pizzo molto leggero con sopra una vestaglia dello stesso tipo. Aveva sciolto i capelli e li aveva abboccolati per l'occasione. Lo aspettò e a mezzanotte e cinque lui arrivò.

«Nora, stai già qua?»

La luce era spenta e il buio era spezzato solo da una luce a led di fronte al letto.

«Sono qui.»

I loro occhi si incontrarono e Pasquale restò a senza parole per qualche istante.

«Comm si bell vita mi...» posò il borsone a terra e fece dei passi verso il letto.
«Solo per te.»
«Mi fai perdere la testa, comm aggia fa cu te?» salì a cavalcioni sul letto e lentamente la raggiunse.
«Pure tu mi mandi fuori di testa, anche se non te lo dico mai... e mi dispiace se pensi che non ci tengo davvero a stare con te perché non è vero. Ci tengo molto.»
«Ti mando fuori di testa quando ti tocco? Quando ti sto dentro?» chiese il ragazzo avvicinandosi sempre di più a lei.
«Non solo. Anche quando mi guardi, o quando mi scrivi, o quando mi canti le canzoni... sempre. Mi mandi fuori di testa sempre.»

Il ragazzo si calò sul suo viso e sfiorò le sue labbra.

«Pure tu, ti penso tutto il giorno senza sosta.»
«Lo so, me lo dici sempre...»
«Mhmh... sei bellissima...» scese con le labbra sul collo della ragazza, poi sul seno che baciò attraverso il pizzo leggero del reggiseno per poi scendere sempre più giù. «È il mio colore preferito e ti sta benissimo.»
«Lo so che ti piace perciò l'ho scelto. Solo per te.»

Pasquale ascoltava senza mai fermare i suoi baci e ad ogni parola era sempre più eccitato.

«Se dici qualcos'altro vengo ancora prima di entrarti dentro piccerè...» le sorrise e le baciò la bocca. «Sei bellissima» ripeté staccandosi un attimo da lei per infilarsi il preservativo e spostare il tanga con le dita dove necessario senza toglierle quell'intimo da dosso. La prese così e fu bellissimo come tutte le altre volte.

Rimasero un po' nel silenzio ad accarezzarsi e scambiarsi sguardi, poi Eleonora parlò.

«Possiamo anche farlo senza preservativo la prossima volta, prendo la pillola.»
Pasquale si prese una pausa e poi rispose.
«Non lo faccio mai senza.»
«Lo so ma ora ci conosciamo, no? Io mi fido di te.»
«Anche io di te, Nora, lo sai ma non lo faccio mai. Non te la prendere.»
«No ma figurati, era per stare più rilassati, per me non è un problema.»
«Sicura?»
«Sì, sappi solo che se qualche volta lo dimentichi non è grave, prendo la pillola non posso rimanere incinta.»
«Sarebbe grave per me, è una cosa che faccio solo con mia moglie. Se lo facessi anche con te... sarebbe grave per me» ripeté e la ragazza capì. Non ci rimase male perché aveva capito la situazione e lo rassicurò.
«Tranquillo, lo capisco, va bene così.»
«Sicura? Non voglio che ci stai male per questa cosa...»
«Non ci sto male, davvero» si allungò su di lui e lo baciò a stampo sulla bocca.
«Va bene. Io stavo pensando ad un'altra cosa invece...»
«A cosa?»
«Io so dove abiti, qualche volta posso venire da te invece che qua» disse restando con gli occhi in quelli della ragazza. «Se per te va bene, ovvio...» concluse.
«Certo che sì, per me va benissimo e sarebbe più comodo. Per te non è un problema?»
«No, tanto ho visto che non abiti vicinissimo a nessuno dei miei compagni di squadra. Starò attento ma non dovrebbero esserci problemi.»
«Allora la prossima volta ci vediamo da me.»
«Perfetto» disse per poi sospirare e guardare l'orologio. «Devo andare.»
«Mhmh» mormorò appena la mora guardandolo tirarsi su.
«Tu resti qui?»
«Sì, ormai è tardi, resto qui.»
«Ti faccio portare la colazione domani allora.»
«Grazie.»

La baciò e andò a farsi la doccia prima di tornarsene a casa da sua moglie che lo stava aspettando. Le aveva detto che sarebbe rimasto qualche ora con un suo compagno per mangiare qualcosa prima di tornare a casa. Mangiò un panino in una paninoteca sul lungomare e poi tornò da lei che stava già beatamente dormendo.

Buonanotte.

Malessere | Pasquale MazzocchiWhere stories live. Discover now