Appena entrammo, mi portarono subito nel loro studio, nel quale vidi altre due persone, presumo anche loro componenti della band.
Tom: "Oh Charlotte, questi sono Georg e Gustav, i più stupidi della band!"

Charlotte: "AHAHAHAHA piacere Charlotte."
Dissi, ridendo per quello che aveva detto Tom.

Georg: "Non ascoltare quello che dice Tom, piacere!"

Gustav: "Esatto..io sono Gustav."

Charlotte: "Ciao ciao, ma voi cosa suonate?"

Gustav: "Io la batteria."

Georg: "Io sono il bassista, quello fondamentale del gruppo!"

Bill: "Sisi, sicuramente. Comunque Charlotte fattelo dire, sei proprio una bomba!!"

Charlotte: "Oddio grazie mille Bill, anche tu!"
Dissi arrossendo un pochino. Credo che si sia capito che ogni volta qualcuno mi fa un complimento arrossisco!

Tom: "Sì ok bello tutto, le facciamo ascoltare la canzone?"

Bill: "Va bene gelosone, vieni Charlotte siediti qui."
Mi indicò un divanetto e mi sedetti.

Tom: "Il titolo di questa canzone è Don't jump, speriamo che ti piaccia."
E iniziarono a suonare e Bill a cantare:


Essendo che faccio un liceo linguistico, l'inglese lo capisco molto bene, infatti capii tutto il significato di questa canzone: inutile dire che mi misi a piangere. Mi ritrovai molto in questa canzone, perché? Fabio, che domande. Non solo però; alle medie sono stata vittima di bullismo perché ero un po' in sovrappeso e mi lasciavano sempre da sola. Non ne ho mai parlato con nessuno, ma mia mamma ha notato che qualcosa non andava, visto che ogni giorno tornavo a casa con un livido diverso. Ho deciso però di non denunciare questa cosa, per paura che avessero potuto fare di peggio, e così continuai i miei tre anni di inferno. Al tutto si aggiunse Fabio, che peggiorò la situazione e basta. Ero sul punto di suicidarmi, non sapendo più che fare. Era la mia unica via di fuga, ma ho deciso di restare, solo per mia madre.
Appena finito di suonare, si girarono verso di me, e inizia ad applaudire mentre piangevo.

Charlotte: "Non ho parole, siete stati fantastici."

Bill: "Grazie ma non piangere, vieni qui."
Mi alzai, e mi diede un abbraccio, al quale si aggiunse anche Tom.

Tom: "Ti senti bene?"

Charlotte: "Sì, tranquillo, mi ha solo colpito il testo perché mi ci ritrovo."
Dissi, abbracciandolo.

Bill: "In che senso ti ritrovi?"

Iniziai a raccontare tutto quanto, sapevo che ci conoscevamo da troppo poco per potergli dire una cosa così tanto privata, ma sapevo che mi sarei potuta fidare senza problemi.

Tom: "Oddio Charlotte, mi dispiace veramente tanto."
Disse, tornando ad abbracciarmi.

Bill: "Tom..."

Tom: "Dovrei?"

Bill: "Sì Tom, ti puoi fidare..."

Charlotte: "Dovresti cosa?"

Tom: "Visto che tu ci hai raccontato questa cosa, anche noi dovremmo dirti il significato che ci sta dietro a questa canzone."
Così, mi raccontarono tutto: la sofferenza che avevano provato Tom e Bill sin da piccoli, e che stanno provando anche in questo momento. Anche per loro l'unica via d'uscita era il suicidio, ma hanno voluto rimanere per darsi forza a vicenda e perché senza uno, l'altro non riesce a stare.
Non avevo parole, non riuscii neanche a piangere, li capivo perfettamente, così l'unica cosa che feci fu abbracciarli. Si aggiunsero poi anche Gustav e Georg.

Charlotte: "So che non ci conosciamo da tanto, ma vi assicuro che da questo momento in poi ci sarò sempre per voi in qualsiasi momento."
E mi dissero anche loro la stessa cosa. Fu un momento delicato questo, ma anche molto bello.
L'inizio di una splendida e lunghissima amicizia, che mi sarei portata a cuore fino alla tomba.

"It all fell down"Where stories live. Discover now