9 - I GINEPRI (2)

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«Qualcuno è riuscito a sapere se è successo qualcosa di simile anche da altre parti, prima che tutto smettesse di funzionare?»

Tutti scossero la testa.

«Io ho visto parecchi video, ma erano tutti di Bologna. Uno era quello che ci hai fatto vedere tu...» disse Veronica guardando Andrea, che annuì compiaciuto, sentendosi avvampare il volto. Sperò con tutto sé stesso che Teo fosse in salvo, in quel momento.

Veronica pensò di rivelare la sua scoperta sull'anagramma del nome ISMEL, ma ricordando la reazione che aveva avuto Max, lasciò perdere. Forse aveva ragione lui: non era poi una cosa così importante, anzi, poteva benissimo essere una pura coincidenza.

«Purtroppo, quindi, non possiamo sapere se c'è qualcun altro nascosto da qualche parte. E ho paura che su telefoni, tv, radio e compagnia cantante, non potremo più fare affidamento. Anzi...» e guardò Roberto, «...come ti ho già detto, temo che molto presto rimarremo senza corrente, senza gas, forse senza acqua. Non sappiamo quante persone siano state catturate, ma se facciamo una veloce stima in base a quello che è successo, sia nel nostro condominio, sia in giro, nei posti che abbiamo attraversato... Insomma, la media delle persone libere non dev'essere altissima.»

«Manutenzione?» chiese Camilla.

«Già! Se nessuno sta più dietro alle varie centrali... È sufficiente, comunque, che si interrompa la fornitura di energia elettrica. Senza quella smette di andare tutto. Ormai è tutto gestito dalla tecnologia, ma i computer, per funzionare, devono essere attaccati a una presa elettrica.»

«E come faremo?» chiese Andrea, con sguardo preoccupato.

«Abbiamo tutta l'estate davanti, quindi problemi di luce e riscaldamento non ne avremo. Abbiamo il tempo di organizzarci per quando sarà freddo. Per cucinare useremo la legna. Ne ho un po' nel garage e giù, sulla strada, c'è un capannone con un'enorme catasta. Non so se l'avete notato, passandoci. Possiamo andare a prenderne un po' in prestito.» E abbozzò un furbo sorrisetto.

«Come faremo a ricaricare i cellulari?» aggiunse Andrea.

«Il mio l'ho già attaccato, finché c'è corrente. Era praticamente a 0!» disse Veronica, guardando Dalila.

«E a che ti serve, scusa Andy?» lo ammonì suo padre. «Tanto non funzionano!»

«Potrebbero tornare a funzionare. Potrebbe tornare internet.»

«Non ci spererei troppo. Ci possiamo comunque fare poco. Se la corrente salta, salta! Ho candele e torce per quando fa buio. Giù in paese c'è l'emporio dove possiamo raccattare fiammiferi e pile, quando cominceranno a scarseggiare.» aggiunse Giancarlo.

«Sempre in prestito ovviamente...» gli disse Roberto, guardandolo di sottecchi.

«Ovviamente!»

«E il freezer?» chiese Dalila, nella sua glaciale compostezza.

«Stessa cosa. Ho portato su tutta la carne che avevo, in maniera d'avere un po' di scorta. Ma se non la vogliamo sprecare, siamo costretti a mangiarla subito. Domani ci facciamo una bella grigliata, dopodiché viaggeremo a pasta e scatolame! Non potrà durare in eterno sta storia!»

«Hai appena detto che ci organizzeremo per quando verrà freddo. Pensi che tra quattro, cinque mesi, saremo ancora messi così?» chiese Camilla, con lo sguardo carico di sgomento.

«Oh, era solo per dire! Nel caso, abbiamo tempo per organizzarci. Questo intendevo.»

«Ho paura che dureremo meno noi della storia!» disse Roberto, sorridendo senza allegria e incrociando lo sguardo di suo figlio, pentendosi subito di quello che aveva detto.

VuEffe (parte 1) - Il sorrisoWhere stories live. Discover now